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giovedì 6 novembre 2008

oggi derogo a tutto

....anche alla regola che calcio e vela non vanno sposate!

solo che ieri non s'è celebrata "solo" una partita, ed una importante vittoria, ma più direi la commovente consacrazione di un piccolo grande uomo proveniente dalla provincia veneta.. che con la sua umiltà, la sua modestia e la sua disarmante semplicità ha conquistato forse la più esigente platea del calcio internazionale, battendo i blancos o le merengues come vi va di chiamarle, i mitici galacticos del Real Madrid nel loro mitico stadio, quel Santiago Bernabeu che fu già di Rossi, Tardelli, Bearzot, e tutti gli eroi delle notti di Espana '82, facendo tutto praticamente da solo, prendendosi la squadra sulle sue spalle strette, ed incantando il mondo intero incollato ai teleschermi ad ammirare le sue magie..

un bravo al mister Ranieri che gli ha concesso la meritata passerella richiamandolo in panca a due minuti dal fischio finale.... ma quando il piccolo grande Pinturicchio s'è sfilato la fascia e l'ha passata al compagno, ed al piccolo trotto s'è diretto verso la panchina.. TUTTO lo stadio spagnolo gli ha reso il più giusto tributo per la prestazione offerta, ma anche per una carriera unica ed esaltante! esemplare, senza rischiare d'essere retorici.. troppo perfetto Alex, troppo onesto e sincero, per appartenere allo sporco mondo del calcio!

..e lui ha applaudito al cielo ringraziando il pubblico dello scroscio d'applausi, s'è portato la mano al cuore, ha fatto una giravolta su sè stesso e poi un lieve quanto impacciato inchino, ma si vedeva che troppo ci teneva a ringraziare ognuno di quegli appassionati malati di pallone assiepati sugli spalti per la gioia e l'emozione che gli hanno regalato alla soglia del suo 34esimo compleanno! ..ha poi sorriso come un bambino felice, e si è accomodato commosso, cosciente pure lui di avere scritto la Storia, e di aver dato per una sera i brividi al popolo in bianco e nero.

grazie Capitano!

Goditi questa felicità perché ti meriti tutto questo.

di seguito quel che scrive "er gò de turone" sul forum di vecchiasignora.com

La voglia di commentare una partita così, si capisce, è davvero troppa. Quindi è facile, in giornate del genere mettersi a scrivere. Il difficile viene dopo, quando devi scegliere quale immagine privilegiare, quale sensazione far prevalere, quale emozione raccontare. Sono troppe, in serate così.E allora, come prima idea, viene voglia di scrivere al tuo Capitano, che poi è un tuo amico, anche se lui forse non lo sa. Siete cresciuti insieme, vi vedete un paio di volte a settimana da una vita, stessa passione per la Juve. Lui ci gioca pure, vabbè, e tu no, ma in fondo cosa cambia? E ripensi a tutti questi anni, in cui l'hai difeso da tutti, da tutto. Difeso da che, poi? Lo vedi giocare, e non te lo ricordi neanche più. Lo vedi inventare due gol al Bernabeu, e non ti sembra possibile che sia stato davvero infamato con accuse, appunto, infami. E non ti sembra realistico che lo abbiano reso il capro espiatorio di ogni sconfitta della Nazionale, lui, che per la Nazionale ha giocato anche da zoppo, anche da terzino, e ha comunque fatto più gol di tutti gli altri nostri iperfenomeni ancora in attività. Lo vedi uscire in uno stadio tutto in piedi, 90000 persone che hanno visto giocare i più forti giocatori di sempre, da Di Stefano a Zidane, eppure sono tutti lì, appunto, in piedi, battono le mani senza sosta, lo guardano tristi, ma con ammirazione. Perchè loro lo sanno, chi è Alessandro Del Piero. Che razza di uomo e giocatore straordinario sia. In Italia no, ma al Bernabeu lo sanno, e se permettete, per me, vale anche di più. E allora che inchino sia, a quel pubblico fantastico, che tifa faziosamente per 90 minuti, ma di grande calcio capisce più di tutti.Ma sarebbe banale, e in fondo alla Leggenda hai già scritto tante volte. Poi pensi ai giocatori del Real, che erano sicuri di vincere 2-0. Anzi no, 4-1. In fondo, due anni fa eravamo in B, no? O magari hanno letto che vincevamo perchè rubbbavamo, e ora sarebbe stato tutto più facile. E invece per la prima volta da una vita, proprio senza quei dirigenti, senza quei sette fuoriclasse ceduti per riequilibrare il campionato italiano, il nostro portiere è uscito con i guanti puliti, con i pali neanche sfiorati, e il vostro non capiva neanche come mettere la barriera, tanto era nel pallone.Ma che mi importa del Real, il mio pensiero scorre e va agli assenti, a Buffon, a Trezeguet, a Camoranesi. Che non c'erano, e avrebbero meritato di esserci, per tanti motivi.Potresti parlare delle tragiche moviole della Rai, che anche in una serata così sono riuscite a vedere più rigori per il Real che gol di Del Piero.E i presenti? E gli eroi di quella notte? Sarebbe giusto scrivere solo per Ranieri, che è stato insultato in tutti modi, quando l'allenatore della Juve, proprio in quanto tale, non va insultato mai. Le giuste critiche sarebbero state più che sufficienti, ma si è andati oltre. E lui era sempre lì, a rispondere tranquillo, esattamente come ieri, dopo la vittoria che vale più di tutte. E allora complimenti a te, caro Mister, perchè ieri non hai sbagliato proprio niente. Neanche una mossa, un cambio. Neanche una frase.Ma sarebbe ingiusto dimenticare i giocatori, dal volenteroso Molinaro reduce dai fischi più ingenerosi che io ricordi al nostro stadio al Mellberg impeccabile e grintoso, dalla coppia centrale che non sbaglia un intervento da un mese al Marchionni che è tornato a giocare a pallone dopo tre anni, e cavolo come lo sta facendo; dall'Amauri che tiene palla, lotta e si arrabbia anche per un cross riuscito male al Tiago ritrovato, ma ritrovato sul serio, che ti fa ricordare che a volte il calcio sembra un miracolo davvero.Ci sono troppe cose da commentare, evidenziare, raccontare.Ma l'emozione che vale di più, per me, arriva dalla panchina, da un ragazzo di neanche vent'anni non ancora stabilmente in prima squadra, che guardo in faccia per la prima volta e non so neanche come gioca. Tuta della Juve, viso giovane, allegro, incredulo di stare lì, con quei mostri, proprio quella notte. E' il 92esimo, il momento in cui il Santiago Bernabeu è tutto in piedi a celebrare una leggenda. E' il momento in cui il Capitano si siede in panchina, e lo salutano tutti. E' il momento in cui Amauri si alza e fa 10 metri per andarlo a salutare, a ringraziare per quella notte. E' il momento, appunto, in cu l'inquadratura regala i due campioni che si abbracciano e il giovane bianconero che li guarda felice, candido, sorridente, ammirato, in contemplazione. La commozione, all'ultimo minuto di un Real-Juve che sarà leggenda, me la regala la faccia di Ariaudo, un giovane che non so neanche chi sia. Ma che in quel momento, con la sua espressione, rappresentava me e milioni di persone. Rappresentava quei giovani, che hanno scelto di tifare Juve nell'unico periodo della storia in cui era veramente difficile farlo. E che adesso, pian piano, capiranno che non è stato neanche un rischio, e non potevano scegliere meglio. Perchè la Juve, da Sivori a Platini, da Scirea a Del Piero, da Zoff ad Ariaudo, da Rimini al Bernabeu, sarà sempre qualcosa di più speciale delle altre.Forza Juve. I love football.

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