Pagine

mercoledì 21 ottobre 2009

Adesso Basta

cioè il fenomeno editoriale del momento, oltre al libro che sto attualmente leggendo..



..edito da Chiarelettere , e disponibile anche in forma di e-book direttamente dal sito dell'autore (un collega blogger!), non saprei cosa aggiungere più di quanto non sia stato già detto scritto e intervistato, su/da quotidiani, magazines, facebook, forums, radio e televisioni, il più delle volte con l'estratto del Simone lanciato in prima persona ..

anzi credo -spero- che l'autore stesso non si sognasse nemmeno tutto questo successo mediatico, che da potenziale novello San Francesco rischia di trasformarcelo in embrionale intrattenitore da salotti "on the fly", dopo le sue prime informali comparsate sul tubo invece assai sincere e casarecce..

sperando, pertanto, di non vederlo prossimo tronista della De Filippi, resta in mezzo a tutto il bailamme il Perotti-pensiero: che di suo ha fatto e farà ancora discutere, se non altro perché prodotto prima ancora che per mero anelito di libertà personale, proprio per elaborare precise scelte operative conseguenti (chi parla senza fare non fa discutere), e poi ancora su queste riflettere... fosse stato solo il solito ennesimo idealista sarebbe già morto e -pace all'anima sua- dimenticato, invece aver progettato con criterio impegno e direi anche stile manageriale l'attuazione del proprio ideale di libertà, rischia -a venire- di farne un martire! (Simone se leggi grattati..) Ma per questo fa notizia. E la notizia merita.

..a me per esempio di riflessioni già la lettura della prima parte del libro ne ha suscitato molte, ma per il momento me le tengo per me riservandone di tracciare bilancio a lettura conclusa: che il fenomeno del downshifting meritasse anche un suo capitolo tutto italiano -anzi nella fattispecie, "milanese", e non poteva essere altrimenti!- lo trovo plausibile ed anzi logico, ed in questo do atto al buon Simone di non aver del tutto perso lo smalto del manager (di sè stesso, in questo frangente), pur non trovandoci ugualmente niente di che scandalizzarsi, giacché chi non sa essere personal marketing manager nel nostro mondo glocal rischia di restare al palo; e pure l'essersi liberato da lacci e laccioli di lavoro, consumo, mercato, certo non sottrae dalla bolletta della luce da pagare, nè rende inoccupati... che -il contrario- darebbe fastidio anche al padre dei Vizi disteso su una spiaggia maldiviana.

Sarà dunque compito dell'autore di questa esperienza autobiografica dire infine se la libertà acquisita era quella che desiderava, se era come l'aveva accarezzata in sogno e se il prezzo era quello giusto; ai lettori del libro, clienti che perciò hanno sempre ragione, resterà il diritto di critica. In molti, chissà, potrà anche dar fuoco alle polveri, ed al mio lato anarchico questo piacerebbe alquanto!

Saluto Simone se leggerà queste righe e gli auguro di realizzare tutti i suoi sogni, magari lontano dall'Italia se vuol farlo bene, ma non prima di aver ricopiato il suo decalogo per aspiranti downshifter, fiducioso -anzi quasi certo- che tra i velisti che leggono queste pagine (giacché qualcuno penso che le legga no?), se ne trovino parecchi!

“Un decalogo implica, in qualche modo, un’azione. Per agire occorre prima di tutto convincersi di una verità assoluta, assiomatica, evidente e decisiva, che precede l’azione, che la consente: siamo artefici della gran parte del nostro destino. Convincetevene da soli o con corsi, psicologi, amici, ma fatelo. Non cedete ai due grandi demoni della nostra società: la malora e la provvidenza. Iniziate a scrollarvi di dosso superstizioni e religioni, paura della sfortuna e attesa dell’aiutino provvidenziale. Questo è l’assunto di partenza. Poi, iniziate.

1. Iniziare il prima possibile
Sedersi al tavolino e pensare: cosa posso fare della mia vita? Cosa non va? Che margini ho per migliorarla? In che direzione devo lavorare?
2. Sognare
Nella nostra epoca è un lavoro difficile. L’organo che vi presiede è posizionato tra la testa e il cuore, e nessuno ci ha mai detto di usarlo. Va ripreso, allenato, reso tonico, fatto funzionare. E va usato.
3. Essere spietati con i sogni e ottimisti con le nostre possibilità
Ogni sogno va passato al setaccio del realismo. Ogni cosa che abbiamo paura di non saper fare va tentata.
4. Focalizzare, cercare l’essenziale
Niente gente che ci deprime, che ci ruba tempo, che ci trascina verso il basso. Niente oggetti inutili, ripuliamo la casa e buttiamo tutto quello che non serve. Niente locali, viaggi, corsi di tango (se il tango non è il nostro sogno) o altre attività che non siano nella direzione del nostro progetto.
5. Essere sobri, risparmiare
Aumentare le entrate è più difficile che ridurre i costi inutili. Oggi si fa denaro risparmiando, non aumentando i guadagni. Occorre dire no a tutto quello che non serve, che può essere fatto a minor costo, o che non rende felici veramente.
6. Allenarsi all’ottimismo
Sedersi per cinque minuti su una poltrona, in casa, e pensare solo a cose positive. È difficilissimo. Resistete al dubbio che stare seduti lì non sia una cosa scema e inutile.
7. Allenarsi alla solitudine
Programmare periodici momenti di solitudine scelta, non imposta dalle cose, e farne momenti belli, di piccole cose che ci piacciono, che amiamo, che ci rendono felici. Aumentate questi momenti nel tempo, senza perdere il gusto di incontrare l’altro.
8. Darsi degli obiettivi nel tempo
Un sogno si sogna e si progetta. Poi lo si deve realizzare. Occorrono stadi d’avanzamento che siano verificabili e concreti. Se qualcosa non torna, rivedete il progetto, non l’idea.
9. Scoprite cosa fareste se foste liberi
Quelle sono le vostre passioni. Coltivatele, diventate bravi, domani dovrete guadagnare con quelle passioni (ricamare, dipingere, scrivere recensioni di libri, fare il maestro di golf o di vela etc).
10. Non mollate
Non perdete l’ottimismo. Ogni problema si può risolvere. Il denaro è essenziale, ma non è l’unico problema. Pensate che siete sulla via, che ce la state facendo.

Naturalmente qui qualcuno dirà: “Sì, certo, penso positivo, ma i soldi?”. I soldi bisogna guadagnarli, fate tre lavori se serve. Risparmiate. Scoprite soprattutto quali sono le vostre attitudini, coltivatele e diventate bravi. Guadagnate anche da quelle. Vendete proprietà se ne avete. Fatevi anticipare i soldi dell’eredità. Tagliate tutti i costi inutili. In questo modo, anche magari in 12 anni, potrete fare downshifting. Se poi non siete sicuri che questo basta, fatelo lo stesso. Non ipotecate gli anni buoni per la paura di assumervi dei rischi. La libertà vale il prezzo. Fate attenzione però. I soldi sono un tema centrale. Ma non sono l’unico. Quando doveste riuscire a smettere di lavorare vi ritrovereste soli. Tutti saranno in ufficio. Vivere la solitudine come un’opportunità vi salverà. E questo è molto più importante dei soldi“.

Nessun commento:

Posta un commento

stramba, vira, rimettiti in rotta e poi commenta...