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sabato 27 febbraio 2010

Vancouver 2010 & "The Ripple Rock Blast"

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........ il Viaggio se ne gioverà, il Sogno pure!)







"Se vuoi qualcosa nella vita, datti da fare e prendila!"






Inverno, freddo, neve, ghiaccio e quest'anno anche Olimpiadi. Ed oggi proviamo con l'aiuto della grafica e molta fantasia, a fare una visita (virtuale) agli atleti impegnati ancora per un paio di giorni ai Giochi Olimpici invernali 2010 in fase conclusiva in quel di Vancouver, Canada.
(e scopriremo poi che non andiamo affatto off topic al tema velico del blog!!!)








Vancouver sede dei giochi è una città canadese dello stato (costiero: primo indizio), della Columbia Britannica (British Columbia), ed oltre ad essere attualmente investita dal ciclone mediatico delle Olimpiadi invernali, è anche uno dei più importanti PORTI dell'oceano Pacifico; oltre a rappresentare una metropoli che conta quasi 3 milioni di abitanti, tutti letteralmente ammassati tra le rive del Stretto di Georgia su cui si affaccia, e le retrostanti Montagne Costiere, teatro appunto di Slalom Giganti e salto dal trampolino olimpico.

E dovendo ammettere mio malgrado una buona fetta di ignoranza su un tema, quello della geografia, sempre a me caro, mi sono dovuto arrendere alla sorpresa nel momento di scoprire la posizione di Vancouver, un puntino sulla sterminata superficie amministrativa del Canada, non soltanto posto sulla costa occidentale, ma per di più a sud.
A due passi dai boschi infestati di Grizzly e dalle montagne che percorrono questa terra ancora selvaggiamente integra, ininterrottamente per migliaia di kilometri, eppure *sul mare*, costituendo un avamposto di civiltà occidentale a pochi chilometri dal confine con gli States, essendo prossimi al confine Nord-Ovest degli Usa, verso lo stato americano di Washington e non lontani dunque dalla leggendaria Seattle.
La prima propaggine di territorio canadese è, quindi, proprio la British Columbia di cui Vancouver è la città maggiore, con l'omonima gigantesca isola sull'altra sponda dello stretto di Georgia.

L'accoppiata, mare-boschi, e di conseguenza vela-luoghi selvaggi, mi ha acceso quindi la miccia, e spinto ad erudirmi sulla geografia della zona, per immaginare perciò -e rimanendo come promesso nel tema di codesto blog- quanto potrebbe esser suggestivo arrivare al Villaggio Olimpico dei giochi invernali... in barca a vela!
Se la curiosità del lettore è stata già sufficientemente stimolata, e vogliamo chiederci davvero cosa andare a farci in questo posto, arrivandoci in barca a vela, allora.. salpiamo!







Sicuramente gli appassionati di sport invernali dovranno rinunciare ad adoperar la barca come base d'appoggio per godere dello spettacolo olimpico, non soltato perché entrare sottobordo con gli scarponi da sci di ritorno dalle piste sarebbe sconveniente, ma pure giacché siamo al limite del 50° N (sulla costa est saremo a nord del Maine e della Nuova Scozia, oltre l'isola di Terranova e al limite del mare di Labrador, giusto per capirci..), quindi sarebbe più il caso opportuno di arrivarci in estate!
Ma allora davvero lo spettacolo naturale che si prospetterebbe sarebbe semplicemente abbacinante: basti dire che le acque costiere della Columbia Britannica costituiscono la propaggine, geograficamente parlando, dell'Alaska meridionale, tanto che la moltitudine di isole e fiordi, sounds & inlets , che l'attraversano non conoscono discontinuità dal golfo su cui sorge Vancouver fino all' Inside Passage, punta sud dello stato americano dell'Alaska, e che dalla megalopoli dista appena 300 miglia, insomma come Dubrovnik da Caorle nello "stagnone" Adriatico: eppure rappresenta l'ingresso al mondo unico e sconfinato dell'Alaska (e la porta per la mitica Glacier Bay, benché per raggiungerla bisogna ancora superare il 58esimo parallelo, sempre ovviamente Nord!).

Non parliamo di Alaska, per carità. E' un sogno e deve rimanere tale, e per garantirlo intatto deve avere integra la sua aura di inarrivabilità, e le letture online devono solo nutrirlo in tal senso. Le dimensioni poi sono tali da perdervisi anche solo navigando con la fantasia.

Concentriamoci invece su Vancouver, come fosse in fondo una Milano del 50° parallelo nord, e poi guardiamo fuori dalla parete vetrata del grattacielo che ci ospita, e puntando lo sguardo a nord scopriremo incantati che in poche miglia si entra senza corpo ferire nella terra universalmente dichiarata il regno dell'Orso e dell'Orca.
Questa la sorpresa fulminante, e la vera scoperta e l'illuminazione circa il grande mistero proprio dell'intatta terra canadese: finisce l'autostrada, si saluta l'ultimo McDonald, e ci si trova ad aver messo piede nel grande Nord, nelle Terre Estreme e selvagge, Into the Wild.




..e ciò nemmeno basta: se scoperte, emozioni, libertà, felicità si possono tranquillamente vivere anche dal pozzetto della propria barca a vela!!!!!!!!!!!! :O

E' troppo. Per me è già troppo, e mi fermo qui. (vi ho anche suggerito un bel film da vedere stasera, ed a parlarne ancora, in questa nostra italietta presa come tutti gli anni nella "morsa del gelo", rischio di farmi male al cuore e altrimenti far secche le coronarie anche ai miei 2 lettori..)

Cito appena questi siti che organizzano "safari" nella natura per turisti, consigliando di darci un'occhiata più per le gallerie fotografiche che altro, solo perché penso basti bene a render l'idea dei luoghi:
www.eagleeyeadventures.com ; www.aboriginaljourneys.com ;www.adventurewhalewatching.com

Altrimenti parlano da sé le immagini seguenti, tratte da una paginetta presa a caso dal blog di una barca a vela che naviga (fortunata di farlo, lei) in quelle splendide acque:






Oppure quest'altro sito, sempre amatoriale, che merita d'esser citato, benché con protagonista una simpatica coppia di appassionati di nautica su "ferro da stiro", se non altro per l'ottima paginetta seguente, a tema la navigazione proprio lungo le coste interne dell'isola di Vancouver, fino a nord, verso il Campbell River, la porta verso il versante nord dell'isola, con relative incredibili foto.

Fermo restando sempre che non si tratta certo di posticini ospitali nè da prender sottogamba, marinarescamente parlando, visto specialmente la presenza di correnti ed escursioni di marea da record: in alcune zone la marea raggiunge gli 8 metri e la corrente può arrivare a 15 nodi, con il rischio quindi che si creino gorghi spaventosi che fanno ribollire all'improvviso l'acqua davanti la prua.

(e non cito nemmeno il sito del Kelly Peterson 44 Beatrix, già da tempo linkato in blogroll, e dedicato più propriamente all'Alaska, con documenti fotografici delle navigazioni effettuate da lasciar semplicemente senza fiato..)







E tutto questo per cambiar discorso, e bloccare il travaso di invidia...!

Tanto la fantasia del lettore arrivato sin qui sarà già ben abbondantemente stimolata, ad aprir Panoramio e Google Earth (una volta sarebbe stato l'Atlante!), e quindi l'obiettivo è centrato, e possiamo concludere il nostro raccontino inserendoci la più classica delle storie della provincia americana del piovoso e freddo north-west, nella più classica delle ambientazioni di successo (il fenomeno Twilight, l'ultimo della serie: con i suoi teenagers, più o meno vampireschi, che ammazzano il tempo a fare il surf sulla spiaggia di La Push, grigia e uggiosa eppure non più triste di quelle della California!).




E parliamo dell'esplosione di Ripple Rock, uno scoglio semiaffiorante al centro del pericolosissimo passaggio delle Seymour Narrows, già descritto da George Vancouver come uno dei piu' rischiosi specchi d'acqua al mondo, a tal punto d'aver affondato 119 navi prima che il governo canadese decidesse di farla letteralmente saltare in aria, in quella che all'epoca fu celebrata come l'esplosione piu' grande della storia senza l'uso di armi nucleari (scavando una galleria sotto il canale, fino ad incocciare la posizione della secca, che saliva fino ad un paio di metri sotto il livello dell'acqua, e riempirla poi di dinamite).



Un paio di link che celebrano l'evento (http://icor.uvic.ca/viwilds/ul-ripplerock.html
; http://www2.canada.com/vancouversun/features/bc150ed/explosion.html
; http://www.vancouverislandabound.com/tamingof.htm),

appresso ho messo qualche foto attuale, e qualche d'un altra giustamente di repertorio,

ma credo che tanto basti già per aver rievocato, in ciascuno, il proprio lato selvatico altrimenti nascosto e puntualmente castrato dal nostro essere occidentali, ed arrivati perciò a destinazione di questo ipotetico viaggio sarà giunto a tutti pure il mio voluto ambizioso e bieco suggerimento.

A tema turistico, ma non solo. Suggerimento anche di farlo riemergere in superficie, e presto anche: quel lato oscuro celato di sè, ma che contiene la propria natura più umana, primordiale, selvaggia e vera.


















Fine del Sogno e dei vaneggiamenti. Luce in sala, sipario, e dissolvenza sul conclusivo trip musicale.



7 commenti:

  1. Bravo, bellissimo post !
    Noi qualche anno fa siamo stati a Seattle, che è una bella città americana, ma molto differente dal resto degli USA, lo stesso per le persone.
    Abbiamo affittato un barca a vela per un giorno ed abbiamo navigato nella bellissima baia di fronte alla città, con i grattacieli nella skyline davanti ai nostri occhi.
    I posti intorno a Seattle sono magnifici e puri, boschi incontaminati dove è normale percorrere una strada syterrata ed incontrare un cerbiatto che ti osserva con i suoi grandi occhi, per nulla impaurito.
    Siamo poi stati anche nel bellissimo arcipelago delle isole di San Juan dove l'osservazione delle orche è la grande attrazione e dove abbiamo avuto l'occasione di registrare un incontro con loro a pochissimi metri da noi, emozionante e fantastico. Da questo incontro ho montato questo video: http://www.maxt.it/Video/Orche san juan Jun04 LOW RES.wmv

    BV e buoni sogni...mai smettere di sognare !

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  2. Se hai bisogno di equipaggio per un viaggio a nord chiamami!!!!
    Io ci sto!
    ;-D

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  3. @Max: grazie a te, della pazienza nel leggere prima di tutto, ma specialmente per il video veramente commovente, sebbene in questi giorni si sia parlato per l'ennesima volta male di questo meraviglioso animale

    @Mauro: e sia. ;)

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  4. "nella vita importa non già essere forti, ma di sentirsi forti, di essersi misurati almeno una volta, di essersi trovati almeno una volta nella condizione umana più antica, soli davanti alla pietra cieca e sorda, senza altri aiuti che le proprie mani e la propria testa"

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  5. brava Sonia a ricordarlo!

    così come "Se ammettiamo che l'essere umano possa essere governato dalla ragione, ci precludiamo la possibilità di vivere"

    sempre dallo stesso pozzo di primordiale saggezza: http://it.wikiquote.org/wiki/Into_the_Wild_-_Nelle_terre_selvagge

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  6. ps. e spero abbiate anche accolto il mio consiglio letterario e iniziato a leggere (dopo averlo trovato!) il libro di Alvah Simon!

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  7. già! riuscendo a trovarlo...lo leggerei molto volentieri :) mi basterebbe fare una scappata a Roma ma sto diventando piuttosto pigra...

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