....la prima eco dal Salone di Genova, non ancora concluso!
Si tratta del nuovo Gs 50 NEW by Botin&Carkeek, 15 metri dai Cantieri Del Pardo dalla personalità spiccatamente "bifronte": racer nelle linee affilate ed in parecchie scelte tecnologiche (ampio l'uso del carbonio a bordo), eppure con tanta voglia di cruising nel layout degli interni, per certi versi rivoluzionario, e direi pure nella pulizia del piano di coperta (molto bella la poppa, forse solo il pozzetto non così spazioso.....)
Parimenti, le sensazioni suscitate dalla lettura dei numeri del progetto:
Loa 15,15 m
Beam 4,58 m
Immersione 2,90 m
Dislocamento 14.770 kg
Zavorra 4.550 kg
Sup. Vel. 152,66 mq
con prestazioni finali che non sono da racer puro, considerando l'evidente profusione di (vero) teak a vista in ogni dove, fuori dentro e 3 mt intorno, che porta ad un dislocamento decisamente medio-alto, eppure dalle prove video appare una barca assai manovriera, boliniera all'inverosimile (c'è una inquadratura del windex che fa spavento..!), svelta anche nelle ariette sospinta da un piano velico bello audace e snello, ed anche sicura nella conduzione anche a equipaggio (familiarmente) ridotto o addirittura in solitario.
.....che avessero finalmente recuperato l'uovo di Colombo perso in fondo al mare?
Nelle due video-prove fresche di pubblicazione di seguito incapsulate, "Solo Vela" parla di una barca che "dopo qualche ora di navigazione" lascia "impressioni al limite dell'esaltazione", con un biglietto da visita di 6 nodi di velocità sviluppati dalla barca con appena 6 di vento reale in bolina stretta da 34°.
Mentre, recensendo il nuovo fast cruiser del cantiere di Forlì per "Fare Vela", Vanni Galgani parla, piuttosto, di un mezzo con velleità superiori, quasi un "piccolo maxi" piuttosto che un comune 50 piedi, "non la più grande delle piccole ma la più piccola delle grandi", e con una ricchezza di particolari ed un "linguaggio" che sono più quelli di un 60 o 70 piedi a livello delle sensazioni che trasmette una volta a bordo, in termini "di grande sostanza", e che dunque lo collocano al limite di progetti di pari misura ma più propriamente custom, e come tale destinata ad avere "pochi rivali nel suo segmento dei 15 metri di serie".
Il bravo Galgani al termine nella prova, infine, arriva a definire la "barca nobile ..un oggetto che è stato studiato nel dettaglio, con un impegno tale da non lasciare nemmeno un centimetro al caso".
Personalmente, da armatore di Grand Soleil a mia volta, mezzo anni '80 di 12mt fuori tutto, dunque ancora una volta trattandosi di scafo a lunghezza border-line, "la più grande tra le piccole ovvero la più piccola tra le grandi", con il confine sempre segnato un passo sotto oppure un passo oltre soltanto dalla capacità sartoriale del produttore di metterci prodotto grezzo in abbondanza, qualità costruttiva nell'assemblaggio del tutto, expertise e finiture ricche di manualità artigiana, mi ritrovo perfettamente in queste ultime osservazioni di Vanni, eppure non le avrei mai scomodate per discutere di prodotti Del Pardo dell'ultimo decennio: forse, davvero, qualcosa è cambiato.
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