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venerdì 29 agosto 2008

diario crociera estiva, il giorno di Ferragosto

Venerdì 15 agosto 2008 – giorno 7 (Ferragosto)

Mi sveglio già deciso a mollare gli ormeggi il più presto possibile, la giornata di ozio trascorsa ieri mi ha provato come non mai: mi sono sentito quasi prigioniero, come forse dovevano sentirsi i marinai di un tempo quando passavano nella bonaccia delle calme equatoriali. Mi sento mancare ad un tratto il senso di libertà che invece regolarmente navigare in barca a vela mi trasmette; resta che tutti dormono ancora: la serata di ieri è stata piacevole ma anche lunga e provante. Si è creata un’atmosfera magica nel gruppo delle tre barche affiancate nel silenzio di Vela Rava e sotto la luna croata ha spinto tutti a non separarsi fino a mattino, quasi. Adesso però tocca andare, e non si può sopportare oltre, quindi una colazione veloce a bordo e metto già la barca in assetto di navigazione per non perdere tempo dopo la sveglia degli altri equipaggi e seguenti saluti commossi, ed anche un po’ tristi, reciprocamente, per la separazione, con noi a bordo che salpiamo e loro tutti ancora assonnati sul molo, dopo averci mollato le cime. E’ anche vero però che il nostro ritorno in Italia è previsto 3 giorni prima del loro, quindi animo e navigare.
Rotta Nord senza una precisa meta, vediamo come evolve la meteo, con il barometro in calo deciso e soltanto con l’obbiettivo di fare acqua, che a bordo scarseggia: quindi decidiamo di andare a Ist o a Berguglie. Risaliamo tutta l’isola Lunga, trovando anche un bello scirocchetto all’altezza delle Punte Bianche, quindi scartiamo Berguglie e continuiamo, anzi diamo spinnaker prima con la randa piena, poi riducendo questa, poi al diminuire del vento procediamo solo con lo spinnaker lungo tutto il versante esterno di Molat, con il porto di Ist sulla nostra prua.
Il mio cellulare impazzisce con l’arrivo di molti messaggini dagli amici in giro per le isole: Spalato preannuncia colpi di vento, e ci consigliano tutti di trovare un buon posto ridossato per la notte. Bluesiana & co. non si smentiscono e colgono l’occasione al volo per fermarsi ancora una notte a Rava, altri amici (“Magia Prima”) con i quali non c’è stato modo di trovarsi pur rimanendo sempre in contatto radio hanno già riparato al porto di Iz: in effetti consulto la pagine web del meteo e porta fino a 55 nodi per fine giorno, per una saccatura di bassa pressione con ciclone basso centrato proprio sull’alto Adriatico. Non buono come annuncio. Resta semmai dubbia la direzione da cui debba arrivare il colpo di vento: c’è chi dice SE, chi SW, e chi NW. Non si capisce niente, certo che l’intera nautica croata sembra essersi messa in allerta ed occupato ogni posto disponibile. Si vedono poche barche in giro, e siamo solo all’ora del pranzo, ed appena arrivati a Ist lanciamo lo sprint all’ultimo posto barca tra 5 o 6 imbarcazioni che arrivano dentro assieme a noi: niente da fare però, l’addetto del porto fa segno a tutti inequivocabilmente che dentro è tutto pieno, e rimangono solo posti "in piedi", anzi al gavitello. Ed a me non piace affatto come sistemazione: i gavitelli sono belli esposti a mezzogiorno e se arriva "qualcosa" dai quadranti meridionali si va direttamente ad atterrare sul molo. Affianco un Gs37 che si è messo sulla sua ancora nei pressi e scambiamo qualche impressione: lui rimarrà sulla sua ancora appena all’esterno del campo boe, che già l’anno prima in una situazione analoga salvò la barca riuscendo a dare motore quando mancava meno di un metro per arrivare sul molo, dopo che il gavitello l’aveva mollato.
Decido allora che un salto a Zapuntel è d’obbligo, benché un amico esperto di Croazia e di Topkapi (il precedente armatore con cui è nata una bella amicizia e con cui ci si sente regolarmente) mi aveva sconsigliato Zapuntel, protetta da tutti i quadranti essendo una specie di cul-de-sac, ma anche potenzialmente una trappola per la stessa ragione.
Appena davanti alle mede che contrassegnano il canale per Zapuntel il motore fa le bizze: finito gasolio, spurgo, ecc, e pure la luce di raffreddamento che si riaccende dopo aver spurgato.. insomma fa quel che vuole, sembrerebbe posseduto! Lo rimettiamo in moto, controlliamo lo scarico dell’acqua, con relativo bagno imprevisto (anche di gasolio) e tutto sembra in ordine, insomma si riparte, dopo aver salpato l’ancora a bordo dato che eravamo all’uscita del prolaz e sotto costa e c’eravamo assicurati per bene.
A Zapuntel unico ultimo posto rimasto libero, in testa al molo del postale, in pratica il meglio che ci potesse capitare. Dentro al porto le banchine sono piene, nel pontile nuovo protetto a scirocco, che sulla carta doveva essere il più sicuro c’è un posto rimasto ma manca la trappa, al che l’addetto del porto (molto efficiente bisogna dire tutta l’organizzazione del piccolo porticciolo, ottima assistenza, ritirano la spazzatura, ecc) ci fa segno che possiamo metterci all’inglese in testa al molo, con questo a proteggerci da nord.
Mettiamo una riga di parabordi a proteggerci e leghiamo la barca come un salame, sfruttando anche le bitte del traghetto, in posizione di controllo assoluto di tutto il porto stile portinai. Abbiamo tempo di pagare l’ormeggio (150 kn) al gentile vecchietto dell’organizzazione locale, e con le dovute buone maniere ottengo anche una tanica d’acqua sottobanco (30 litri per altre 20kn): l’allarme acqua è rientrato per adesso, tanto visto quello che si aspetta nessuno ritengo che stasera penserà di fare la doccia (tranne quella che ci manderà il Padreterno, beninteso!).
Facciamo un po’ di spesa di frutta e verdura al market del porto poi torno in barca a organizzare la barca opportunamente, in vista della sventolata. Rizziamo tutto il dovuto, aggiungendo gerli anche a randa e genoa, ed all’arrivo delle prime raffiche, delle autentiche sassate con il cielo ed il mare a confondersi in un solo colore -nero pece- aggiungo anche a codette e spring anche altri due traversini, legando la base dell’albero ed i winch di scotta alle solite bitte del traghetto. In questa posizione l’unico rischio è che se il molo dovesse crollare, andremo a fondo insieme a lui! Di sicuro non si corre rischio di perdere l’ormeggio, la sventolata, davvero furiosa, arriva da maestrale, quindi tende solo ad allontanarci dal molo, e vediamo quindi il Topkapi solo imbizzarrirsi verso prua, che è appena più esposta al vento sporgendo dalla protezione del molo, ma nulla di più e nulla di preoccupante. Sicuramente più preoccupati di noi sono le numerose barche al gavitello, molte che iniziano ad intraversarsi pericolosamente, e la maggior parte delle quali con il motore acceso e l’equipaggio ben vestito, ed anche le barche sul moletto nuovo ballano assai, con il rischio che se i loro corpi morti esposti al vento dovessero mollare le imbarcazioni verrebbero spedite dritte sul molo.
La sventolata dura almeno un’oretta poi lascia il posto ad una pioggia battente che ci farà compagnia per molte ore, con fulmini e lampi che rischiaravano il cielo prima in direzione nord, poi da ovest, provenendo dal mare aperto. Noi ci rintaniamo a bordo assicurati nella nostra sistemazione e tranquilli di poter dormire tutta notte senza sorprese; Alfonso decide di dilettarsi ai fornelli e prepara un ottimo risotto ai funghi, in perfetta sintonia con il clima “invernale” poi si decide di proiettare un film e tra i dvd a bordo non si può non scegliere -in linea col tempaccio che fuori impazza- “La tempesta perfetta”.
Io sinceramente sono più stanco che persuaso della scelta, anche perché a bordo sono pure scaramantico, e clamorosamente mi addormento sulla sigla iniziale del film anzi credo sul menù di scelta del dvd! Dopo una mezz’ora, credo, di sonno in posizione impossibile con le gambe poggiate sul lavello raccolgo le forze e mi trasferisco in cuccetta: ronf ronf, e bolina per tutta la notte fermi all’ormeggio, sotto le raffiche da nord. Ma almeno eravamo mure (anzi molo) a dritta.

Miglia percorse 26 (miglia totali 287)

spinnakerata verso Ist



lo spinnaker di Jack Sparrow (prego notare "pezze&cerotti")


A Zapuntel in testa al molo



la "classicissima" sventolata di Ferragosto





albero legato alla bitta, e che bitta.. a prova di uragano!


qualcuno se la batte..



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