8/7 - GIORNO VENTUNO - Kakan (baia Potkucina) - Ravni Zakan - Lavsa (16 mgl, in 3h. di vela + 1h. di motore)
La sventolata della notte sembra passata: ho dormito apposta a prua solo soletto e con l'osteriggio socchiuso per aver prossima alle orecchie la linea d'ancoraggio ed avvertire eventuali suoi lamenti, ma a parte il pensiero in sè che mi ha tenuto per un pò sveglio, poi nulla è accaduto di strano; l'ancora ha tenuto perfettamente ed il centinaio abbondante di barche sottovento è stato risparmiato! Il vento con i colori del mattino sembra anche meno teso, e decidiamo piuttosto di partire il prima possibile: arriva da scirocco sui 20/25 nodi ed invita per una gustosa tappa di trasferimento verso le Kornati, mentre rimanere in zona per esplorare meglio l'arcipelago di Sebenico, in questo contesto appare del tutto inutile. In effetti all'uscita del ridosso parzialmente offerto dall'isola, e dalla stessa punta settendrionale di Kaprjie, il vento appare bello steso sull'acqua invitandomi ad aprire subito il fiocco prima ancora di spegnere il motore, quindi mi spinge a proseguire con la stessa configurazione di vele anche a motore spento: la scelta appare indovinata anche in virtù di un mare incrociato discretamente formato, che mi richiede specialmente una velatura potente a prua per vincerlo in direzione NW, con il vento invece che arriva da lasco pieno; lascio quindi da parte la randa ben ripiegata, reputando che mi avrebbe solo fatto più sbandare la barca senza guadagno velocistico. La indovino oppure no, resta che alla media di 5 nodi e mezzo arriviamo all'accosto di Smokvika, ma da li in poi, entrando nel canale tra le isole ci tocca accendere nuovamente il motore con il vento che irrimediabilmente crolla e ci abbandona. Vista l'ora, infine, decidiamo di fermarci per una sosta balneare e per consumare il pranzo in baia a Ravni Zakan: gettiamo pertanto l'ancora nello specchio d'acqua cristallina prospiciente la sede del Parco marino. Consumiamo un pranzo veloce con un insalata capricciosa, poi mi tocca doverosamente accompagnare a terra il Simone in cerca dell'ennesimo gelato "Auto", vista la presenza sul posto di uno dei pochissimi market di questa zona (forse l'unico!); e la speranza è pure vana, perché nella cella frigo della Ledo proprio il gelato in questione risulta esaurito.... come magra consolazione ci sediamo nel portico della "konoba Zakan" ed offro al piccoletto una coca cola fresca (io invece mi faccio una birra fredda, ammirando i prezzi esposti sul menù della konoba: pesce a 540 kn/kg e aragoste "della vasca" a 700.. non male!).
Tornati in barca ripartiamo diretti alla meta finale della giornata, la bella baia di Lavsa che tanto mi piace: stavolta però mi diverto ad esplorare gli isolotti che la precedono da Sud verso il mare aperto, e risalendo tra questi scorci assai pittoreschi arriviamo a prendere il penultimo gavitello in baia per le 15.30, e da li in poi ci concediamo lunghe ore di riposo e bagni.
Non manca altresì un'ulteriore escursione a terra a caccia di "Ledo/Auto", nuovamente vana perché la "konoba Idra" non ha nemmeno la corrente elettrica per i frigoriferi, ma già che sono in tender adocchio una barca di pescatori in rientro e passo al piano B, all'arrembaggio in caccia di pietanza di pesce per la cena. Si tratta della gentile Marjia, pescatrice ultra settantenne accompagnata dal marito Bruno, ex tenutaria dell'omonima konoba in baia ormai dismessa, ma che non disdegna ancora di dedicarsi all'attività venatoria: dalla sua ghiacciaia di bordo quindi per 100 kune mi concede tre stupendi pagelli appena pescati, a cui faccio aggiungere in "regalo" anche una seppia ed uno scorfanetto per farci il sugo. Non male, anzi ancora meglio dopo averli gustati! E talmente buoni che dopo cena decido di ritentare la sortita con la cara Marjia, per ringraziarla della pietanza ma anche per scipparle qualche palacinka..
Passo nuovamente davanti al gestore dell'Idra snobbandolo, dopo che già aveva provato ad estorcermi 320 kn per una buzzara di scampi (poi rifilata invece a 4 tedesconi con tender Zar 43-marinaro dotato, intenti a consumarla), e mi fiondo nel giardinetto della Marjia, che non si fa pregare più di tanto e ci fa accomodare in mezzo alle reti in manutenzione mentre lei va in cucina e dalla finestra fiocamente illuminata dalle lampade a basso voltaggio, la vediamo armeggiare con uova e padelle.
Mentre consumiamo tre ottime palacincke di Marjia (invero non proprio economiche, a 20 kn l'una!), anche lei si siede al tavolo e ci racconta di come per ragioni di "carte" ha definitivamente dismesso l'attività di ristorazione, mantenendo solo per i vecchi amici e quelli più affezionati la possibilità di cucinare il suo pescato quotidiano, specificando che comunque preferisce venderlo direttamente a privati e ristoranti, e godersi il riposo a sera in compagnia del buon Bruno.
Gran bella conclusione di giornata, quindi, con rientro in tender verso la barca su un acqua letteralmente immobile, placida e scura come l'inchiostro, sotto una luna finalmente piena. Bimbi contenti e soddisfatti, e grandi pure.
Ps. eppure, vuoi il caldo, vuoi la stanchezza, non sono mancati i momenti di tensione a bordo: durante una "divergenza di vedute" con il Comandante, Simone (4 anni e già novello nocchiero di bordo), così si rivolgeva minaccioso al suo unico e sommo Ufficiale Superiore: "Giuro che ti affondo la barca e ti mando in giro col tender!" (ammutinamento peraltro presto sedato senza alcun ricorso alla forza..)
Miglia percorse 16 (miglia totali 283)
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