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martedì 16 agosto 2011

alla fine questo fecimo


per lo meno abbiamo fatto vela.. vela sempre a vela!
una noia alla trasmissione già in partenza ci ha costretto a ridurre a zero l'uso del motore, tanto non si spingeva a più di 5,5 nodi oltre la soglia dei 2000rpm quindi abbiamo preferito non sforzarlo nemmeno dimenticandoci di averlo, anzi.. (su consiglio di Pedrag, il meccanico del service di Cervar)
..ed abbiamo preso ogni tipo di vento possibile, per lo più contrario.
scirocco a scendere, da Cervar fino praticamente a Skarda, in progressivo rinforzo fino alla soglia dei 25/30 nodi.. poi proverbiale rotazione verso i quadranti settendrionali e bora (bianca) secca a 30 nodi al rientro da Brbinj verso nord, splendida navigazione di bolina con solo l'intera randa a riva in un mare maestoso, per lo meno fin dentro il ridotto offerto da Sferinacco..
vento mollato da Silba in poi, qualche aiuto al motore è stato richiesto, ma era già il momento che anche il Comandante aveva ceduto, autoritiratosi su letto di morte nel lazzeretto di poppa (anche perché mi bastavano 5 minuti -5 di aria in pozzetto perché mi tornasse la febbre a 39, e poi perché gli effetti del digiuno forzato iniziavano a farsi sentire a livello di mollezza delle gambe..)
rientro tutto a motore... diciamo che mi hanno "accompagnato" fino al pronto soccorso del S.Chiara in Trento..

vanno anche così, sono ugualmente soddisfatto... perché sto bene.



Visualizza Crociera 2011 vera in una mappa di dimensioni maggiori


partiti.. e già tornati!

 causa avaria... del Comandante!
..tonsillite fulminante che m'ha costretto a 8 giorni di dieta a base di acqua miele yogurt e Tachipirina, e m'ha restituito anticipatamente il rientro in sede per direttissima in pronto soccorso a farmi resuscitare con un'endovenosa di antibiotici&cortisone, a parte due taglie di meno d'abiti......
il resto del racconto con i particolari della breve, ma intensa, crociera a stretto giro di corrispondenza! :)

giovedì 28 luglio 2011

"Mediterraneo"

Antico, sono ubriacato dalla voce
ch'esce dalle tue bocche quando si schiudono
come verdi campane e si ributtano
indietro e si disciolgono.
La casa delle mie estati lontane,
t'era accanto, lo sai,
là nel paese dove il sole cuoce
e annuvolano l'aria le zanzare.
Come allora oggi la tua presenza impietro,
mare, ma non più degno
mi credo del solenne ammonimento
del tuo respiro. Tu m'hai detto primo
che il piccino fermento
del mio cuore non era che un momento
del tuo; che mi era in fondo
la tua legge rischiosa: esser vasto e diverso
e svuotarsi cosi d'ogni lordura
come tu fai che sbatti sulle sponde
tra sugheri alghe asterie
le inutili macerie del tuo abisso

(E. Montale)

 

 


lunedì 25 luglio 2011

lunedì 11 luglio 2011

pronti per la crociera dell'estate 2011!

come tutti gli anni............. qualcosa (di buono) combineremo!
niente di speciale comunque, quest'anno dice così.. è un Caorle/Vis e ritorno in 3 settimane esatte, poco più di 600 miglia in tutto perciò una cosa "tranquilla", partenza prevista per fine mese di luglio, itinerario misto di spiagge (Parzine, Sakarun, Zlatni Rat, Slatinica in un solo itinerario!), baie si spera non troppo intasate visto il periodo agostano (Griparica, Kobiljak, Tiha, Kolorat, Lucice, qualcuna di Unije) e tradizioni terricole (Komiza, Vrboska, Primosten, e specialmente Trogir), per tacere di quelle gastronomiche (mi piacerebbe passare a Muna, ed anche in una vecchia conoscenza a scelta tra "Bifè" e "u Knez") ..quanto alla "rivelazione" per quest'anno punto sulla "lontana" Sucuraj fino dove non ci siamo mai spinti, e non a caso, ci si va quest'anno per sfuggire ai deliri di massa!

..anche se tanto si sa che, al solito, come sempre faccio, specialmente in acque croate.. improvviserò! ;)



Visualizza Estate 2011 in Croazia in una mappa di dimensioni maggiori

domenica 10 luglio 2011

...

"C'è una verità elementare, la cui ignoranza uccide innumerevoli idee e splendidi piani: nel momento in cui uno si impegna a fondo, anche la provvidenza allora si muove. Infinite cose accadono per aiutarlo, cose che altrimenti mai sarebbero avvenute... Qualunque cosa tu possa fare, o sognare di poter fare, incominciala. L'audacia ha in se' genio, potere, magia. Incomincia adesso."

(Goethe)

domenica 26 giugno 2011

i nomi delle Zone Meteo

 del Bollettino Metereologico del Mar Mediterraneo!

(così che quando l'ascolteremo sul ch68 durante le navigazioni estive, avremo idealmente sott'occhio le varie -numerose!- zone di riferimento..)

venerdì 24 giugno 2011

un anno d'Amore

24 Giugno: festività di San Giovanni Battista...... il mio 30/30 in Analisi I qualche anno fà, e la firma dell'atto di SANTIPPE l'anno scorso.. (mentre gli Azzurri le buscavano ai mondiali africani)

mercoledì 22 giugno 2011

Spurgare il circuito del diesel

brutale copia-incolla dal blog del nostro amico Roberto, articolo senza contro-prova giacché il suo SunLegend 41 "BRANCALEONE" se ne va in giro per l'Atlantico con dentro il prezioso carico costituito dalla sua splendida famigliola, e con un propulsore di bordo Perkins identico al nostro..

Un sistema semplice per spurgare il circuito del gasolio, quando per esempio si cambiano i filtri.

In genere il sistema di alimentazione prevede serbatoio --> prefiltro decantatore --> pompa di alimentazione --> filtro motore --> pompa di iniezione --> iniettori.
Lo spurgo del sistema (per ingresso aria, o cambio filtri, o insufficiente afflusso carburante) prende in genere molto tempo, la levetta della pompa di alimentazione butta poco gasolio, spesso è in posizione opposta rispetto alla pompa di iniezione (perkins), eventuali ingressi nascosti di aria non sono immediatamente visibili, ecc.
Entra in scena la grande protagonista: la pompetta a palloncino usata per alimentare i fuoribordo.

 
Ne ho messa una fra il serbatoio e il prefiltro, lasciando un paio di metri di tubo.


I vantaggi.

1.Il cambio di un prefiltro intasato si può fare in alcuni minuti, orologio in mano. Si cambia la cartuccia (o lo si apre per pulire), si apre la vite di spurgo, si pompa a sufficienza e si riavvita.
2.Un ingresso d'aria fino alla pompa di iniezione (es gasolio che sciaguatta e lascia entrare l'aria) aggiunge poco tempo allo spurgo: si spurga il prefiltro, si spurga il filtro e poi la pompa a iniezione sempre spingendo gasolio con la pompetta, con uno due metri di tubo flessibile si riesce a pompare e vedere contemporaneamente i bulloni di sfiato, lo spurgo si può fare da soli. Spurgo completo di tutta la linea di alimentazione a bassa pressione in pochi minuti, sempre cronometrando
3.Uso diagnostico: guardate una volta la pompetta a motore acceso in carico, per farvi un'idea se/quanto venga depressa dal flusso di gasolio in condizioni normali (in genere molto poco o nulla).
Se il motore si spegne o cala di regime guardate di nuovo la pompetta, se la trovate schiacciata:
a)provate ad aprire il tappo del serbatoio - se la pompetta si rigonfia molto probabilmente avete lo sfiato del serbatoio tappato;
b) se aprendo il tappo del serbatoio la pompetta non si rigonfia molto probabilmente un po' di alghe o sedimenti vari sono andati a tappare l'uscita del gasolio dal serbatoio; già avete un paio di cosette da andare ad accomodare 4. La pompetta mette in pressione quella parte del circuito di alimentazione che in genere è in aspirazione (dal serbatoio alla pompa di alimentazione), per cui se avete rimontato male per esempio la cartuccia del prefiltro, essendo in pressione vedrete del gasolio uscire; molto più difficile viceversa identificare delle infiltrazioni di aria quando il sistema è in aspirazione dalla pompa di alimentazione
Svantaggi
Con un serbatoio molto sporco, i sedimenti possono bloccare le valvoline della pompetta. Ho provato a passarci dentro del gasolio sporco e comunque ce ne vuole prima di bloccarla, in ogni caso visto quel che costa basta comprarne una di scorta, e cambiarla se si nota che il prefiltro si blocca troppo spesso (in attesa di pulire il serbatoio). In alternativa, metterla dopo il prefiltro, in tal caso riceverà gasolio pulito però non la si potrà usare per la diagnosi.Invece della pompetta a mano si può usare una piccola pompa elettrica: anche questa però potrebbe intasarsi, e poi a lasciarla girare mentre si spurga si riversano tonnellate di gasolio in sentina da tutte le viti di spurgo.

Un ulteriore aggeggio utile, sempre per spurgare da soli, è un interruttore a pulsante con due fili che vanno al positivo del relais del motorino di avviamento e al positivo del motore di avviamento (almeno così nel mio motore, verificate con il vostro). Indipendentemente da cosa si colleghi, lo scopo è quello di poter far girare il motore stando dentro: utile per i motori nei quali bisogna spurgare anche gli iniettori (si fa girare il motore ad libitum standolo a guardare da vicino, riavvitando i condotti man mano), o anche solo per far fare il mezzo giro al motore quando la levetta della pompa di alimentazione è bloccata, sempre senza bisogno di avere accesso al pannello di controllo del motore che in genere è fuori o disturbare gli ospiti che possono continuare a bersi tranquillamente la birretta in pozzetto.

martedì 21 giugno 2011

Venga venga Dottò: in retro all'ormeggio

Un interessante annotazione sulle manovre di ormeggio in banchina, in retro, tratto da Solo Vela di Aprile 2003, ed in cui si fa notare la reale differenza di manovra, e semplicità della stessa, tra le barche dotate con trasmissione tradizionale in linea d'asse e quelle con piede Sail Drive: do la mia parola, prima da armatore di barca con linea d'asse e popò di skeg sul timone, poi di altra barca con il "piedino"... che è tutto vero!!!



S-Drive o in linea d’asse: sono i due tipi di trasmissione che si trovano sulle imbarcazioni a vela.
Una barca in S-Drive monta l’elica su di un piedino che si trova quasi al centro della carena, quindi molto distante dal timone; la turbolenza che l’elica genera con la sua evoluzione si disperde prima di arrivare alla pala e di conseguenza la barca continua a rispondere perfettamente al timone.
Invece, l’elica montata al termine di una linea d’asse, si trova molto vicina al timone, in alcuni casi proprio a ridosso di questo, ciò fa sì che tutte le turbolenze create dall’elica in retromarcia investano la superficie della pala e che questa non sia più in grado di dirigere la barca efficacemente.
E’ un po’ come quando ci si trova su di un mulinello o sulla scia di una nave: il timone immerso nelle turbolenze non ha più presa sull’acqua e quindi non governa.




Nelle trasmissioni in linea d’asse, l’elica è molto vicina al timone e le turbolenze prodotte da questa, impediscono alla pala di svolgere la sua funzione di governo. Per governare in retromarcia con un’elica vicino al timone, bisogna prendere l’abbrivio e poi fermare l’elica. L’acqua riprenderà così il suo scorrimento laminare. Con la trasmissione in S-drive, l’elica è distante dal timone e le turbolenze da questa create non interferiscono con l’azione del mezzo di governo.


Una barca con trasmissione in linea d’asse,
in fase di ormeggio di poppa deve
posizionarsi con un angolo sull’asse del
proprio ormeggio tale da annullare
l’effetto dell’elica che spingerà la
poppa a destra o sinistra a
seconda del senso di rotazione









Una barca con
trasmissione in S-Drive si
limiterà a posizionarsi
sull’asse del proprio
posto barca e venire in
retromarcia











Ormeggio di poppa con vento per una
barca in linea d’asse. E’ importante
filare l’ancora sull’asse
dell’ormeggio e procedere
avanti per trovare una
posizione che prenda in
considerazione l’effetto
del vento.









Con vento, una barca con il
piedino filerà l’ancora sull’asse
dell’ormeggio e procederà
a posizionarsi leggermente
dissasata. Quindi retrocederà
in linea retta sfruttando
lo scarroccio

lunedì 20 giugno 2011

il rito della Partenza

"In quel attimo, la partenza , si dilata nel suo immenso divenire e svolgersi. In quel attimo, la vita e' sospesa tra quello che e' e quello che sara' o potrebbe essere. Il rito della partenza e' come un istante alla deriva , sospeso allora in una terra di nessuno, in un territorio di frontiera dove non si e' piu' cittadini della terra e non ancora passeggeri del mare. [...]
Partire per mare, prendere il largo e andare incontro all'improvvisa spaventosa vacuità dell'orizzonte, quale che sia la destinazione finale, è sempre un momento di sollenità, di necessità, di solitudine, di ebbrezza, di gravità, d'irragionevolezza e di speranza."

[Valeria Serra "Le parole del mare"]

sabato 18 giugno 2011

Prendendola unicamente come una barzelletta ben congeniata........... (essendo -come sembra- solo una leggenda metropol-informatica quella secondo cui questa conversazione sarebbe stata realmente registrata sulla frequenza di emergenza marittima sul canale 106 al largo della costa di Finisterra/Galicia, fra galiziani e americani, il 16 ottobre 1997, ecc ecc bla bla..)





Spagnoli: (rumore di fondo)...vi parla l'A-853, per favore, virate di 15 gradi sud per evitare di enttrare in collisione con noi. Vistate dirigendo esattamente contro di noi, distanza 25 miglia nautiche.

Americani:(rumore di fondo)...Vi suggeriamo di virare di 15 gradi nord per evitare la collisione.

Spagnoli: Negativo, ripetiamo, virate di 15 gradi sud per evitare la collisione!

Americani:(un'altra voce) Vi parla il Capitano di una nave degli Stati Uniti d'America. Vi intimiamo di virare di 15 gradi nord per evitare la collisione.

Spagnoli: Non lo consideriamo fattibile, nè conveniente, vi suggeriamo di virare di 15 gradi per evitare di scontrarvi con noi.

Americani:(tono accalorato) VI PARLA IL CAPITANO RICHARD JAMES HOWARD, AL COMANDO DELLA PORTAEREI USS LINCOLN, DELLA MARINA DEGLI STATI UNITI D'AMERICA, LA SECONDA NAVE DA GUERRA PIù GRANDE DELLA FLOTTA AMERICANA, CI SCORTANO 2 CORAZZATE, 6 DISTRUTTORI, 5 INCROCIATORI, 4 SOTTOMARINI E NUMEROSE ALTRE NAVI D'APPOGGIO. NON VI "SUGGERISCO" VI "ORDINO" DI CAMBIARE ROTTA DI 15 GRADI NORD IN CASO CONTRARIO CI VEDREMO COSTRETTI A PRENDERE LE MISURE NECESSARIE PER GARANTIRE LA SICUREZZA DI QUESTA NAVE. PER FAVORE OBBEDITE IMMEDIATAMENTE E TOGLIETEVI DALLA NOSTRA ROTTA!!!!

Spagnoli: Vi parla juan Manuel Salas Alcantara. Siamo 2 persone. Ci scortano il nostro cane, il cibo, 2 birre, e un canarino che adesso sta dormendo. abbiamo l'appoggio della stazione radio "Cadena Dial de la Coruna e il canale 106 di emergenza marittima. non ci dirigiamo da nessuna parte, visto che siamo sulla terraferma, siamo nel faro A-853 di Finisterra sulla Costa Galliziana. Non abbiamo la più pallida idea di che posto abbiamo nella classifica dei fari Spagnoli. Potete prendere le misure che considerate opportune e fare quel c...o che vi pare per garantire la sicurezza della vostra nave di me..a che si sfracellerà sulla roccia. Pertanto insistiamo di nuovo e vi suggeriamo di fare la cosa più sensata e di cambiare rotta di 15 gradi sud per evitare la collisione.

Americani: Bene, ricevuto, grazie.

Dicesi relax

15 nodi da bolina larga,mare piatto,pilota al lavoro. E ne facciamo quasi 8. Addio.

martedì 14 giugno 2011

...

 

Il Mare non dorme...
nella veglia del Mare trovano conforto le anime insonni. 

 
° Khalil Gibran °

martedì 7 giugno 2011

reduci dal ponte lungo del 2 giugno.. presi all'amo!



 è stata una battaglia lunga ed anche dolorosa........ e non sempre vince il pescatore!
(e per esempio stavolta il pescatore ha vinto un viaggio al Pronto Soccorso di Cittanova..... con un GRAZIE speciale all'amico Sergio, "il nostro uomo all'Havana", stavolta più che mai prezioso)

alla fine tutto è bene quel che finisce bene, ed abbiamo messo in "carniere" 4 giorni di beltempo tra Novigrad, Umago e Pirano, mai preso pioggia, equipaggio affiatato e divertente, cambusa ricca ed ottimi ristoranti.. l'espressione gongolante del Com.te nella foto seguente è quanto mai emblematica....

lunedì 6 giugno 2011

ma poi insomma... chi è Santippe?

anzi, per esser precisi: chi era?

La figura di Santippe è diventata, nell’immaginario collettivo, un’ icona: la donna bisbetica per antonomasia.
Socrate sposa Santippe nel 421. Mettono al mondo 3 figli: Lampsco, Sofronisco e Menesseno.

In un periodo in cui la donna era completamente sottomessa all’uomo, la figura di Santippe spicca notevolmente per la sua irascibilità e irriverenza nei confronti del marito. Santippe è stata considerata non solo nell’antichità, ma anche nelle epoche successive, come un esempio paradigmatico della donna non solo fastidiosa, ma addirittura insopportabile.

Si dice che Socrate sia riuscito a far ragionare tutti, tranne che la moglie. O che abbia intrapreso la filosofia , proprio perché aveva accanto una donna insopportabile.
Esagerazione (sembra che Santippe fosse antipatica ad alcuni allievi di Socrate) o leggenda, questo rapporto rende ancora più mitica la figura di Socrate.

E' rimasto proverbiale il suo rapporto con la moglie Santippe: 
"Alla moglie che gli disse: 'Tu muori innocente', 
ribattè: 'E tu volevi che io morissi colpevole?' "




Un altro giorno, si racconta che Socrate stava dialogando con un suo seguace nel cortile di casa.
Santippe, appena arrivata, cominciò ad inveire contro di lui. Quindi, si affacciò alla finestra e gli rovesciò una brocca d’acqua sulla testa.
E allora Socrate con la sua imperturbabilità: ”Di cosa vi meravigliate: dopo che Santippe aveva tanto tuonato, era inevitabile che piovesse.”

domenica 29 maggio 2011

Sergio Cammariere, Canzone di Priamo



Uno che gia' conosceva il mare
Conosceva le isole
I gabbiani e le scogliere
Sognava un giorno di partire
E lo presero le navi
Col vento caldo all'imbrunire
Salutavano l'Oriente
Gli avori e le comete
Si riparavano nei porti
E conoscevano la gente
Tanta gente e ancora gente
E tu li rivedrai...
Negli occhi suoi rivedrai quel vento
Vento che parla di un altro mare
Poche ombre nel mattino
Su una terra sconosciuta
Dove il sole ti accarezza
E gentile e' la natura
E vide laghi e poi montagne e fiumi da inseguire
Che parlavano di un tempo che era da venire
Di un solo Dio che univa i cuori in tutto l'universo
Amore senza fine e senza tempo
Forse anche tu sei quel marinaio
Su questo oceano di giorni ed ore
Ma se ascolterai il tuo cuore
E la voce di quel vento
Ti dira' senza parole
Di un amore senza tempo
E sulla strada troverai segnali da seguire
Una leggenda antica che ti dice di partire
Verso quel sogno che da qui e' soltanto un abbagliare
Di luci ora sepolte sul fondale

mercoledì 25 maggio 2011

"Il marinaio"

"La sera, all'imbrunire, filavo seduta al davanzale della mia finestra.
Era una finestra che dava sul mare, a volte c'era un'isola in lontananza ...
Spesso non filavo; guardavo il mare e dimenticavo di vivere.
Non so se ero felice.
Mai piu' tornero' ad essere cio' che forse non sono mai stata ...
Non avevo mai visto il mare prima d'ora. Li' da quella finestra, l'unica da cui si possa vedere il mare, lo si vede cosi' poco1 ... E' bello il mare degli altri paesi?
Solo il mare degli altri paesi e' bello. Il mare che vediamo ci da' sempre nostalgia di quello che non vedremo mai"
(Fernando Pessoa, Il marinaio)

domenica 15 maggio 2011

...

 

I pensieri sono come le onde del mare, vanno, vengono, si increspano, spumeggiano si infrangono, svaniscono.
 

° Romano Battaglia °

mercoledì 11 maggio 2011

aforisma di oggi


La vita è un'isola in un oceano di solitudine:
le sue scogliere sono le speranze, i suoi alberi sono i sogni,
i suoi fiori sono la vita solitaria, i suoi ruscelli sono la sete.
La vostra vita, uomini, miei simili, è un'isola,
distaccata da ogni altra isola e regione.
Non importa quante siano le navi
che lasciano le vostre spiagge per altri climi,
non importa quante siano le flotte
che toccano le vostre coste: rimanete isole,
ognuna per proprio conto, a soffrire le trafitture della solitudine
e sospirare la felicità.
Siete sconosciuti agli altri uomini
e lontani dalla loro comprensione
e partecipazione. 

 
° Khalil Gibran°


giovedì 5 maggio 2011

...

 

Sempre camminerò per queste spiagge tra la sabbia e la schiuma dell'onda.
L'alta marea cancellerà l'impronta e al vento svanirà la schiuma.
Ma sempre spiaggia e mare rimarranno. 

 
° Khalil Gibran°

sabato 30 aprile 2011

Isole

 
"Le isole sono posti particolari.
Alle isole sono attribuiti connotati e disposizioni umane: e così diventano solitarie, silenziose, assetate, nude, sconosciute, incantate, talvolta fortunate o beate...e diventano sovente luoghi di raccoglimento o quiete, pentimento o espiazione, esilio o incarceramento"

"La peculiarità comune alla maggior parte di esse consiste nell'attesa di ciò che accadrà"

da "Mediterraneo" di Pedrag Matvejevic


lunedì 25 aprile 2011

6' di poesia a base di metallo

NOTHING ELSE MATTERS - Metallica -

So close no matter how far
Couldn't be much more from the heart
Forever trust in who we are
And nothing else matters
Never opened myself this way
Life is ours, we live it our way
All these words I don't just say
And nothing else matters
Trust I seek and I find in you
Every day for us something new
Open mind for a different view
And nothing else matters
Never care for what they do
Never care for what they know
But I know
So close no matter how far
Couldn't be much more from the heart
Forever trust in who we are
And nothing else matters
Never care for what they do
Never care for what they know
But I know
(Music)
Never opened myself this way
Life is ours, we live it our way
All these words I don't just say
And nothing else matters
Trust I seek and I find in you
Every day for us something new
Open mind for a different view
And nothing else matters
Never care for what they say
Never care for games they play
Never care for what they do
Never care for what they know
And I know
So close no matter how far
Couldn't be much more from the heart
Forever trust in who we are
No, nothing else matters



NIENT'ALTRO HA IMPORTANZA
Così vicino non importa quanto lontano
Non può essere troppo lontano dal cuore
Abbi sempre fiducia in chi siamo
E nient'altro ha importanza

Non mi sono mai aperto così
La vita è nostra, e la viviamo a modo nostro
Tutte queste parole che non dico
E nient'altro ha importanza

Cerco fiducia e la trovo in te
Ogni giorno per noi qualcosa di nuovo
Apri la mente ad un nuovo punto di vista
E nient'altro ha importanza

Fregatene di ciò che fanno
Fregatene di ciò che sanno
Ma io lo so

Così vicino non importa quanto lontano
Non può essere troppo lontano dal cuore
Abbi sempre fiducia in chi siamo
E nient'altro ha importanza

Fregatene di ciò che fanno
Fregatene di ciò che sanno
Ma io lo so

(Musica)
Non mi sono mai aperto così
La vita è nostra, e la viviamo a modo nostro
Tutte queste parole che non dico
E nient'altro ha importanza

Cerco fiducia e la trovo in te
Ogni giorno per noi qualcosa di nuovo
Apri la mente ad un nuovo punto di vista
E nient'altro ha importanza

Fregatene di ciò che dicono
Fregatene dei loro giochetti
Fregatene di ciò che fanno
Fregatene di ciò che sanno
E io lo so

venerdì 15 aprile 2011

...

 
L'amore è come l'onda del mare che può imfrangersi prima del tempo, ma anche se il vento disperderà la sua schiuma non sarà perduta perchè dentro di sè avrà una una onda che raggiungerà la riva.
 

Romano Battaglia

mercoledì 13 aprile 2011

venerdì 8 aprile 2011

Vela & Vela

 ......salone velico a Trieste, aggratisse!!!
(locandina qui)

domenica 3 aprile 2011

Uomini e Donne di mare

Si può essere uomini (o donne) di mare anche restando una vita intera sulla terra, poiché l'esperienza reale è a volte più debole e meno avventurosa di un anelito interiore e di tutto ciò che esso può determinare nella vita solo pensata e immaginata.

 Chi sono dunque gli uomini di mare? Ne ho incontrato qualcuno nel corso degli anni, più sui libri o nei sogni, a dire il vero, che sulle banchine di un porto; ma mettendo insieme i pezzi degli uni e i frammenti degli altri, mi sono fatta un'idea di cosa intendo quando penso ad un uomo di mare.

Penso ad un essere che nel volto esprime bellezza e tormento; penso ad una voce capace di note profonde come di smisurati silenzi; penso ad una disposizione del vivere che, come direbbe Benedetto Croce, sia "l'unione del tumulto e della calma, dell'impulso passionale e della mente". Penso, tuttavia, ad un essere in qualche modo eletto, la cui anima sia solcata dalla scia di un'eterna ribellione, da un moto di vitale tensione.

E immagino anche che un uomo di mare navighi tra i suoi giorni e le sue notti cercando approdo nell'arcipelago dei sentimenti estremi e contrapposti, e sfugga sempre agli ancoraggi definitivi e irrevocabili.

Gli uomini di mare a cui penso hanno dentro di sé cieli azzurri e tersi sopra mari in burrasca; cercano lagune radiose tra le scogliere battute dal vento, riescono a costruire castelli di sabbia su una riva saccheggiata dalle onde dell'oceano. Vivono insomma in quella selvaggia sponda della vita dove l'istinto e la ragione si combattono in un abbraccio inestricabile. Gli uomini di mare che vorrei incontrare hanno nei pensieri il respiro degli spazi sterminati, la perturbabilità delle emozioni, l'impeto di un'onda e la sua stessa resa.

Agli uomini di mare vorrei che il mare stesso avesse detto che quella solare superficie non è che l'altra faccia della sua profondità e che la calma di vento segue alla tempesta. Vorrei che dicesse loro, di come ogni ombra disegni l'esatto profilo del sole, così come ogni bagliore di felicità sia l'emersione dal sottofondo di un dolore.

Negli uomini di mare, le rare volte che li incontri, incroci quello sguardo impenetrabile di chi negli occhi riflette sempre un punto di fuga più lontano; è uno sguardo benevolo e fuggente; in quegli occhi, a guardar bene, vibra la luce di una cieca infatuazione per la libertà.

Gli uomini di mare che ho letto e visto hanno sempre qualcosa di tutto ciò che ho scritto: li attraversa una corrente, li lambisce un'illusione, li tiene in vita un orizzonte. Nessuno di essi ha l'animo legato ad un ormeggio, il cuore fermo in porto e una rotta già scritta sulla carta. Per tutti loro il mare, mi è sembrato di capire, è la terra di una vita promessa, è il ricordo di una libertà negata, il risveglio di una libertà sognata. O, più semplicemente, l'aspirazione ad una vita che viva sopra le righe, sopra le onde, sopra le ore e i giorni.

[di Valeria Serra  - "Le parole del mare"] 

lunedì 28 marzo 2011

“dimmi su che barca vai e ti dirò chi sei”

 “Anche le barche parlano (...) A saperlo comprendere, quel linguaggio dichiara l’età, la provenienza, la destinazione, il carattere, la maneggevolezza, l’indole, l’affidabilità della barca; e rivela anche i connotati caratteriali e sociali del proprietario. Come mai un appassionato di barche, non appena può farlo, va a passeggiare lungo i moli di un porticciolo, va a guardare a una a una le barche ormeggiate, provocando la noia di chi lo accompagna? L’appassionato, mentre avanza passo passo, sta leggendo un libro, osserva il dipanarsi di una storia, anzi di tante storie diverse.”

Piero Ottone  - "Piccola filosofia di un grande amore: la vela" -  Longanesi & C. - 2001

domenica 20 marzo 2011

Tipi da Rada

letta su un forum online..... a proposito delle migliori performance in rada!



3) sul gradino più basso del podio il RISPARMIATORE ENERGETICO E' quello che in baia non accende la luce di fonda manco se lo pagano, manco se è proprio in mezzo al canale d'accesso.
E' talmente integralista che disdegna anche quei bei funghetti solari da giardino (in vendita a 4 euro e 30 la coppia presso tutti i Brico) effetto "lumino da morto".


2) piazza d'onore per il BISOGNOSO D'AFFETTO La baia è anche piuttosto ampia, per il momento ci sei solo tu alla ruota ma lo vedi arrivare da lontano.
Ti punta deciso e viene a dare la sua ancora esattamente parallelo a te a mezza lunghezza di distanza, però è gentile e previdente.
Infatti, appena spento il motore, provvede a mettetere i parabordi (normalmente facendoli ruzzolare oltre la falchetta con un calcio).


1) al primo posto, con netto distacco il NEGATORE DELL'EVIDENZA E' una variante del bisognoso d'affetto, solo che lui arriva in baia quando ci sono già una ventina di nodi e ti si piazza dritto in bocca.
Quando spegne il motore la sua poppa è una decina di metri davanti la tua prua.
Naturalmente non si è degnato di verificare se la sua ancora ha preso e altrettanto naturalmente alla prima raffica seria ara riducendo la distanza a cinque metri.
A questo punto gli fai "gentilmente" notare la cosa e la sua risposta immediata è: NON E' VERO, SEI TU CHE VIENI AVANTI!!!



buona estate.. in rada!

venerdì 18 marzo 2011

Tonno "alla Carlofortina"

TONNO ALLA CARLOFORTINA
 
Ingredienti: tonno per arrosto, olio extravergine d'oliva, alloro, vino bianco secco, pomodori freschi, sale, acqua.
Tempo totale: 40 min circa 


Importante: non devi mai pungere il tonno con la forchetta o con il coltello e devi girarlo sempre con la massima delicatezza usando mestoli di legno.

Preparazione
Pulisci il tonno, privandolo della pelle e delle ossa, e taglialo a grossi tocchi (7-10 cm).
Rosola il tonno in olio caldo senza alcun sapore. Usa una padella: devi rosolarlo bene, ogni tocco, su tutti i lati.Prendi un tegame ampio e a pareti alte, mettici dentro l'olio di rosolatura, e disponi all'interno i tocchi di tonno, ben distanziati l'uno dall'altro. Metti dentro anche qualche foglia d'alloro.
Fai ripartire la cottura e, appena raggiungi una buona temperatura, aggiungi il vino bianco. Fai sfumare, lasciando il tegame scoperto. A parte avrai preparato i pomodori freschi tagliati a tocchetti. Una volta sfumata la parte alcolica del vino bianco, aggiungi i pomodori  e il sale.
Fai addensare il sughetto prodotti dai pomodori e, a questo punto, aggiungi un po' d'acqua, giusto per evitare che si attacchi: non devi in alcun modo ricoprire il tonno !!
Da questo momento fai andare la cottura per circa venti minuti, tenendo il fuoco basso: i primi dieci a tegame coperto, i restanti a tegame scoperto.
Durante la cottura, ogni tanto, agita con delicatezza il tegame. 



(magari preparato dagli chef del TonnoDiCorsa..)

martedì 15 marzo 2011

...

 
Ci vogliono tante lezioni per imparare a cavalcare le onde.
Succede la stessa cosa nella vita: devi aspettare parecchio tempo per raggiungere i tuoi scopi o per realizzare che le cose migliori nella vita sono gratuite. 

 
° S.Bambaren - Il vento dell'Oceano °

sabato 12 marzo 2011

Nodi

Scordarsi di conoscerli tutti, ma per lo meno i 5 basic seguenti, sarebbe il caso di impararli "a menadito"........

  1. Gassa d'amante: nodo jolly per tutte le evenienze
  2. Una volta e due mezzi colli: di solito si usa per bloccare una cima d'ormeggio ad un palo terra
  3. Nodo alla bitta: no comment..
  4. Nodo piano: per congiungere due cime di ugual diametro (ma anche matafioni, gerli, ecc ecc)
  5. Nodo parlato: fondamentale per legare i parabordi alla draglia, ma non solo..
  6. (optional) Nodo Savoia: nodo di chiusura per eccellenza
Molti altri, non solo per uso marinaro, sul sito Animated Knots, anche in versione iPod!

venerdì 11 marzo 2011

Abbordi ravvicinati del Terzo Tipo

quando il terrore non viene nè da dritta nè da sinistra..



e considerando che gli "occhi" di questi bestioni sono i sonar che captano ogni rumore in mare.. direi che non si è mai da star tranquilli quando a bordo regna il silenzio, salvo il lieve fruscìo del vento sulle vele......



meglio cantarci su và..!

mercoledì 9 marzo 2011

"Una questione di ordine"

"Ordine e precisione, sia sul piano culturale che materiale, sono condizioni indispensabili per l’efficienza di una nave e per la vita dell’equipaggio, e diventano addirittura condizioni vitali nei momenti di difficoltà.

Il limitato spazio disponibile a bordo, impone di mantenere una nave e un comportamento ordinati.

Un brano di Senofonte (Economico, VII, 11-17) risulta molto esplicito a questo proposito, presentandoci uno scrupoloso quanto saggio aiutante del "pilota", quello che, dice Senofonte, chiamano proreta,
intento a controllare l’attrezzatura della sua nave:

< Mi sembra che io vidi una volta l’ordine più bello e più preciso, Socrate,
quando salii su un grosso battello fenicio per visitarlo. Notai
moltissimi attrezzi distribuiti in pochissimo spazio, perché ci
vogliono moltissimi attrezzi di legno e cordame per far ormeggiare
e salpare una nave, e per navigare ha bisogno di molte delle
cosiddette attrezzature sospese, è armato con macchine belliche
contro le navi nemiche, trasporta molte armi per l’equipaggio e,
per ogni mensa, contiene tutte le suppellettili di cui gli uomini
si servono in casa. Oltre a tutto ciò, contiene le mercanzie che
il proprietario della nave trasporta per trarne guadagno. Tutto
ciò di cui parlo – disse – stava in uno spazio non più grande di
una stanza capace di contenere dieci letti. Mi resi conto che ogni
cosa stava disposta in modo che non fosse di impaccio all’altra.
Né la si dovesse cercare o fosse difficile da spostare, in modo da
non far perdere tempo quando c’era urgente bisogno di essa. Mi
accorsi che l’aiutante del pilota, quello che chiamano uomo di
prua della nave, conosceva così bene il posto dove stava ogni cosa
che, anche stando fuori, era capace di dire dov’era, e quanti
esemplari ce n’erano, non meno di chi conoscendo le lettere
dell’alfabeto, sappia dire quante lettere ha il nome di Socrate e
come sono disposte. Vidi anche, disse Iscomaco, che in un momento
di riposo ispezionava tutto ciò di cui si può avere bisogno in una
nave. Mi meraviglia, egli disse, di quest’ispezione, e gli chiesi
che cosa facesse. E quello rispose così: “Straniero, controllo,
nel caso dovesse succedere qualcosa, come sono conservate le cose
nella nave, se qualcosa manca o se è difficile da usare. Quando il
dio scatena la tempesta sul mare, disse, non è possibile andare in
cerca di quello che serve né si può impiegare un attrezzo
difficile da usare. Il dio è ostile ai pigri e li punisce. Ci si
deve accontentare se soltanto evita di distruggere quelli che non
fanno errori, e, se salva coloro che lo servono nel modo migliore,
si devono rivolgere molte grazie agli dei”. Io dunque, vista tutta
questa accuratezza nel mettere a posto le cose, dissi alla moglie
“Noi saremmo proprio trascurati se coloro che stanno sulle navi,
per quanto piccole, trovano il posto, mantengono l’ordine e la
disposizione delle cose, anche sballottati dal mare, e sono
capaci, anche in preda al panico, di trovare subito quello che gli serve.>
".


tratto da: Stefano Medas  - “Gli uomini e il mare: l’arte di navigare nel mondo antico” - Rivista ARCHEO agosto 2004 – De Agostini Rizzoli

domenica 6 marzo 2011

...

 
Il mare non ha paese nemmeno lui, 

ed è di tutti quelli che lo stanno ad ascoltare,
di qua e di là dove nasce e muore il sole. 

 
Giovanni Verga

giovedì 3 marzo 2011

inviti di gala.......

 ricevo (gradito) e (fieramente) pubblico.......

mercoledì 2 marzo 2011

RAPALA Pro fishing (per Xbox360..)

che bisogna fare in vista della prossima crociera estiva, e visti i risultati INFIMI dell'anno scorso... facciamo al più finta che sia -imbambolati davanti alla televisione con il gampad in mano- più TRAINING AUTOGENO !!


lunedì 28 febbraio 2011

anche Nietzsche

"Se in me è quella voglia di cercare che spinge le vele verso terre non ancora scoperte, se nel piacere è un piacere di navigante, se mai gridai giubilante: 'la costa scomparve' - ecco anche la mia ultima catena è caduta - il senza-fine mucchia intorno a me, laggiù lontano splende per me lo spazio e il tempo, orsù! Coraggio! Vecchio cuore!".     (F. Nietzsche)

(grazie Sonia!)

mercoledì 23 febbraio 2011

"Quale è il giusto prezzo di un'imbarcazione usata?"

Chiunque si avvicini al mondo dell’usato, sia esso venditore o compratore, si pone subito la prima drammatica domanda: “ma qual è il prezzo giusto?”. 

A che prezzo devo mettere in vendita la mia barca? 

Quale offerta devo fare per non esagerare al ribasso ma neanche farmi prendere per un fesso?






 

"Qual'è il giusto prezzo di un'imbarcazione usata?"

 

 

 

Condividiamo per direttissima un bell'articolo firmato dall'amico Stefano Goria di  Sailing2b.it , blogger ma non solo.. 

martedì 22 febbraio 2011

Bolina gioie e dolori (di Giancarlo Basile)

un vecchio illuminante articolo del Com.te Basile !



«Due volte il percorso,tre volte il tempo,quattro volte la rogna»

Raggiungere dal punto di partenza il punto di arrivo nel più breve tempo possibile: è questo, naturalmente, il criterio basilare nella scelta della rotta di ogni tipo di imbarcazione che si accinge ad intraprendere una navigazione.
Nella navigazione a motore è in genere una scelta relativamente semplice: si traccia la rotta di minor percorso, normalmente costituita da una spezzata di lossodromie, e si cerca di seguirla accuratamente alla velocità consentita dalla potenza del motore e dallo stato del mare. Si è così ragionevolmente sicuri di arrivare a destinazione nel minor tempo possibile. Si può dire quindi che nella navigazione a motore la rotta di minor tempo normalmente coincide con quella di minor percorso.
Quest’affermazione è tutt’altro che vera nella navigazione a vela, indissolubilmente legata alla direzione e forza del vento, e più influenzata dalle correnti marine, considerato il fatto che la velocità media del veliero è inferiore a quella dell’imbarcazione a motore. Per cominciare, esiste un settore dei 360° dell’orizzonte, a cavallo della direzione di provenienza del vento, assolutamente vietato al veliero. L’ampiezza di questo settore è determinata dalle due rotte che il veliero riesce a seguire stringendo al massimo il vento sui due bordi, e varia in maniera molto considerevole in funzione delle caratteristiche del veliero oltre che delle condizioni del vento e del mare. Mentre per la Vespucci, per fare un esempio, il settore vietato è dell’ordine dei 150° nelle migliori condizioni, per una moderna imbarcazione da regata può ridursi ad una settantina di gradi. Tralasciando i casi limite, si può dire che per una imbarcazione da diporto “onesta” il settore vietato è di un centinaio di gradi, ossia più di un quarto dell’arco dell’orizzonte.




Se il punto di arrivo è compreso in questo settore, occorre fare buon viso a cattiva sorte e assumere l’andatura di bolina stretta, scegliendo il bordo che si avvicina di più alla rotta di minor percorso (Fig. 1).

fig.1

E intanto ci si comincerà ad adattare all’idea di un bordeggio, che spesso comporta una navigazione alquanto disagiata (Due volte il percorso, tre volte il tempo, quattro volte la rogna: così veniva definito il bordeggio dai marinai delle passate generazioni!). Mentre naviga di bolina, l’accorto timoniere comincerà a fare alcune osservazioni, e a porsi dei problemi. Se segue una andatura molto stretta, con le scotte cazzate al massimo, è vero sì che vedrà la prua più vicina a quella che lui vorrebbe, ma è anche vero che difficilmente sarà soddisfatto della velocità che riesce ad ottenere. Puggiando di 5° e filando un tantino le scotte la velocità migliora decisamente. Puggiando altri 5° la velocità continua a migliorare, ma la prua si scosta ancora dalla mèta e il percorso di conseguenza di allunga (Fig. 2).
fig.2
Quale sarà allora il compromesso migliore tra prua e velocità? Anche il timoniere esperto che conosce bene la sua barca e la sa portare al meglio avrà continuamente in mente questo dilemma. Il suo “campo di incertezza” sarà però molto più ristretto di quello del principiante, il quale tuttavia farebbe bene a studiare attentamente questa faccenda, se desidera salire di qualità più rapidamente.

La VMG
VMG in inglese sta per “Velocity Made Good”, che tradotto alla lettera sarebbe “velocità fatta buona”. VMG è un termine ormai entrato stabilmente nel mondo della vela, come tanti altri di origine anglosassone, e bisogna tenerselo, anche perché il termine corrispettivo italiano pare che non sia mai esistito. La si potrebbe chiamare “Velocità utile” o “Velocità di avvicinamento”, in quanto la VMG altro non è che la componente utile della velocità. Se si fa rotta diretta da A a B, la VMG coincide con la velocità dell’imbarcazione. Se invece la rotta si discosta di un certo angolo dalla congiungente AB, la VMG risulta minore della velocità istantanea: tanto minore quanto maggiore è l’angolo di scostamento dalla congiungente AB, fino ad annullarsi quando quest’angolo è di 90°. Graficamente la VMG si trova facilmente (Fig. 3).

fig.3

Basta tracciare la congiungente tra il punto nave A e il punto di arrivo B, la rotta effettivamente tenuta e la velocità istantanea, misurata con una scala a piacere. Proiettando la velocità sulla congiungente AB, si ottiene la VMG, che si misura con la stessa scala scelta prima. Nel caso di Fig. 3 la velocità dell’imbarcazione è di 4 nodi. La VMG risulta di 3,6 nodi. Ciò significa che in quel momento la velocità di avvicinamento a B è di 3,6 nodi. Navigando a vela è questa la velocità che conta, e la scelta della rotta più breve va fatta con lo scopo primario di fare in modo che la VMG sia in ogni momento la massima possibile. Per chi ricorda i rudimenti della trigonometria, la VMG non è che il coseno dell’angolo di scostamento dalla rotta diretta, moltiplicato per la velocità istantanea. Con i calcolatori digitali è facilissimo trovarla. Nel caso di Fig. 3, l’angolo di scostamento è di 26° e la velocità di 4 nodi. La VMG risulta, col calcolatorino, di 3,59 ... nodi, contro i 3,6 trovati graficamente. Disponendo del calcolatore, quindi, non è necessario fare operazioni grafiche. Basta sapere la rotta che si dovrebbe tenere, quella che invece si sta mantenendo, e farne la differenza, che è l’angolo di scostamento. Il coseno di quest’angolo per la velocità istantanea dell’imbarcazione è la VMG. I tasti da spingere sul calcolatorino sono in successione: 26°, cos, X, 4, = Tornando alla Fig. 2, sapendo ora cos’è e come si trova la VMG, si fa presto a stabilire che, nel caso particolare, la rotta più conveniente è quella a 45° dal vento, alla quale corrisponde la maggiore VMG (Fig. 4).

fig.4


In pratica, quando si va di bolina, tutto questo lavoro non si fa: lo fa cioè istintivamente il timoniere, con la sensibilità che ha acquistato con la pratica. Egli cioè “sentirà” qual è il compromesso migliore fra la prua e la velocità; e cercherà di mantenere sempre al meglio questo compromesso. In altri termini, manterrà la VMG intorno al massimo valore, compatibilmente con le condizioni del momento. Procedendo sul bordo con le mure a sinistra per andare da A a B, ad un tratto si dovrà virare di bordo. Quando? Per rispondere a questa domanda è bene considerare che la VMG, man mano che si procede con le mure a sinistra, va sempre più diminuendo. Ciò a causa del fatto che ’angolo fra la rotta effettiva, che supponiamo costante, e la congiungente punto nave -punto di arrivo va gradatamente aumentando (Fig. 5).

fig.5

Quando questa congiungente (A’B nel disegno) sarà orientata esattamente controvento, la VMG sui due bordi sarà uguale. Da quel momento in poi comincerà ad essere più favorevole l’altro bordo. Per mantenere al massimo la VMG sarebbe quindi necessario virare in continuazione. Ma ogni viramento fa perdere velocità, che bisogna poi accortamente riacquistare, per cui si andrà avanti per un po’. Una buona regola è quella di virare quando la congiungente A’B è ruotata di 5°, dopo aver oltrepassato la direzione del vento (Fig. 6).

fig.6

Ciò porta alla tecnica del bordeggio entro un settore di 10°, col vertice sul punto di arrivo B e con la bisettrice coincidente con la direzione di provenienza del vento (Fig. 7).

fig.7

Con questa tecnica ci si garantisce dagli effetti di un salto di vento, sempre possibile, se non addirittura probabile. Effetti che talvolta possono essere benefici, talvolta invece nefasti. In realtà, se si fosse sicuri che il vento si mantenesse costante in direzione e intensità in tutta l’area interessata dal bordeggio, non varrebbe la pena di effettuare tanti viramenti di bordo; basterebbe tirare un lungo bordo con le mure a sinistra o a dritta indifferentemente, e virare quando si è in posizione tale da arrivare a B con un altro lungo bordo. Ma ciò accade raramente, perfino nelle regate a triangolo, dove i percorsi sono relativamente brevi e i tempi di qualche ora soltanto. In pratica il vento a volte scarseggia, a volte dà buono. Per fare un esempio, se, dopo aver effettuato un ipotetico lungo bordo con le mure a sinistra (Fig. 8) il vento girasse di una quarantina di gradi in senso antiorario, al momento di virare risulterebbe proveniente dritto dalla mèta e si dovrebbe ricominciare a bordeggiare.
Se invece si fosse rimasti a bordeggiare nel settore dei 10°, al girare del vento si sarebbe potuto raggiungere B con un solo bordo.

fig.8


Riassumendo, dovendo bordeggiare da A a B è opportuno: 1. Scegliere il bordo che avvicina di più a B. 2. Proseguire sul bordo fino a quando il rilevamento di B supera di 5° la direzione del vento. 3. Virare di bordo e, se il vento gira, ricominciare dal punto 1. Se invece, resta, costante, continuare a virare come descritto al punto 2. 4. Quando si è abbastanza vicini a B, cioè in vista della mèta e a non più di un quarto di miglio, continuare su un bordo, uscendo fuori dal settore (Fig. 7), virando quando l’angolo tra la prua e il rilevamento di B è il doppio di quello che l’imbarcazione riesce a stringere col vento vero (da non confondere col vento apparente, che è quello mostrato dalla bandierina in testa d’albero o dai nastrini legati alle sartie). Per sapere quanto stringe la barca, basta prendere nota delle prore bussola sui due bordi e dividere per due la differenza. Questo è anche il sistema più pratico per accertare la direzione del vento vero. Una vecchia regola diceva di virare quando la mèta era al traverso, o un po’ a poppavia del traverso. Le imbarcazioni medie di oggi stringono alquanto di più, per cui adottando la vecchia regola può capitare di dover poi puggiare per il punto di arrivo. Ciò non è un gran male, ma i regatanti sanno bene quanto cammino può far perdere!


Il bordeggio in poppa
L’andatura in poppa non è la più veloce. Ciò è tanto più vero quanto più il vento è leggero. Anche il principiante si accorge che la velocità aumenta considerevolmente quando dall’andatura di poppa piena viene all’orza di una ventina di gradi solamente. Il perché sta nel fatto che il vento apparente, al minimo dell’intensità nell’andatura in poppa, aumenta subito orzando e, quel che è più importante, ruota visibilmente di più di quanto si sia orzato. Ciò migliora molto il rendimento aerodinamico delle vele. Dovendo andare da A a B col vento in poppa, non è quindi detto che sia la rotta diretta quella che farà arrivare a B nel più breve tempo possibile. Ciò potrà avvenire solo nel caso che il vento sia sufficientemente forte da far mantenere all’imbarcazione la sua massima velocità. In condizioni di vento medio, e ancor più di vento leggero, conviene sempre orzare per una rotta più al vento, facendo così camminare la barca molto meglio. Anche in questo caso il timoniere sarà assillato dal dubbio: “se orzo vado più veloce, ma debbo poi strambare, e quindi fare un percorso maggiore. Mi conviene? E quanto debbo orzare?” Qui le considerazioni fatte sulla VMG sono più facili da mettere in pratica che non nel bordeggio controvento, dove è la sensibilità del timoniere a giocare il ruolo determinante. Occorre però disporre di un misuratore di velocità oltre che della bussola. Partendo dal vento in poppa basta orzare di 5° in 5°, aspettando ogni volta che la velocità si stabilizzi, e prendendone nota. Durante queste prove è bene governare alla bussola, facendo attenzione a tenere la prua più ferma possibile per il tempo necessario a far stabilizzare la velocità. Un semplice grafico, come quello di Fig. 9, o una ancor più semplice operazione col calcolatorino elettronico, chiarisce subito quale delle quattro o cinque rotte sperimentale consente la maggiore VMG, ed è quindi presto determinata la rotta più veloce, anche se più lunga di quella diretta.

fig.9

Volendo fare le cose “un tanto al chilo”, si orza di una quindicina di gradi con vento medio, e fino ad una trentina di gradi con vento leggero. Se il vento è leggerissimo si potrà orzare anche di 40-45°. A un tratto si presenterà il problema di quando strambare. Il concetto è semplice: si stramba quando, prendendo il vento sulle altre mure, sotto lo stesso angolo, si ha anche la prua su B. In pratica ciò avviene quando l’angolo fra la prua e la direzione di B (che è il rilevamento polare di B) diventa il doppio dell’angolo fra la poppa e la direzione del vento vero (Fig. 10).
fig.10

Questa può essere apprezzata a occhio con discreta approssimazione, osservando le piccole increspature che il vento disegna sulla superficie delle onde. Mentre queste ultime non sempre hanno la stessa direzione di avanzamento del vento, le increspature sono sempre perpendicolari al vento stesso. Anche il rilevamento polare di B può essere apprezzato a occhio. Il rilevatore portatile tuttavia è decisamente più accurato dell’occhio nudo. Per impiegarlo correttamente occorre farsi dare la lettura della bussola nel momento in cui si prende il rilevamento. La differenza tra i due valori è il rilevamento polare. Anche per apprezzare la direzione del vento vero ci si può aiutare col rilevatore portatile, traguardando nella direzione perpendicolare alle increspature. Se il vento non è esattamente in poppa, si sceglierà per primo il bordo che più avvicina a B, e si stramberà seguendo la regoletta esposta prima (Fig. 11).
fig.11

Se infine il vento gira, occorre strambare subito, oppure continuare sulle stesse mure a seconda di come gira, allo scopo di mantenere la VMG sempre al massimo valore possibile. In pratica, si puggia quando il vento dà scarso e si stramba quando dà buono. Tutto quanto detto prescinde dalla presenza di corrente e dalla conoscenza più o meno attendibile dei venti locali: ad esempio, sapendo che c’è una elevata probabilità che il vento a un certo punto giri in una determinata maniera, o che la corrente possa influire, può essere senz’altro conveniente cominciare un bordeggio, sia in prua che in poppa, partendo col bordo sfavorevole. Sono queste le carte che giocano i regatanti. Tuttavia non essendo pratici locali, piuttosto che tentare la sorte conviene certamente attenersi alla regola di cercare di avvicinarsi alla mèta con la migliore VMG.

Giancarlo Basile (ottobre 2007)