22/6 GIORNO CINQUE: Veruda - Lussino, baia Artatore (37 mgl, 6h. vela)
Alla sveglia si procede subito con un nuovo sbarco a terra a riprendere il pc a casa dei villeggianti croati, e per ricambiare alla gentilezza ed al disturbo, dato che ci avevano lasciato la porta aperta di casa per entrare liberamente, decidiamo di lasciare al posto del personal computer in ricarica un pacco di penne Barilla da 1 kg., con un messaggio di ringraziamento scritto su un post-it incollato sopra! ..tornati in barca e preparato tutto, ci avvicianiamo agli amici sloveni attendendo che anche loro si preparino (Miran sta ultimando di radersi beatamente seduto sulla plancetta di poppa); lasciamo a motore la baia e constatiamo quindi che appena fuori c'è un vento fresco da NE ma che non supera la dozzina di nodi, tanto che sia il Tellina che noialtri decidiamo di dare tutta tela (noi con qualche impiccio, dato che sul momento avevo dimenticato di liberare le borose dei terzaroli, ancora presi dal giorno prima). Ci dirigiamo insomma verso il faro di Porer in condizioni pressoché ottime, benché il cielo sia coperto e minacci pioggia, al punto che decido già di indossare la cerata.
Al traverso del faro il vento è decisamente cresciuto, ma non è niente di preoccupante (non ancora.. come al solito), viene da bora quindi è un traverso-quasi lasco, ce ne saranno 15/20 nodi e specialmente il mare appare abbastanza maneggevole, al che dopo un rapido conciliabolo per radio sul ch77 decidiamo di traversare per rotta 120° dritti sulla punta SW di Unjie. Rimango solo in pozzetto a gustarmi l'aria fresca, indosso anche una felpa sotto alla cerata e lascio che il pilota Charlie2 si goda queste ore di "veleggiata"; tutto bene se non fosse che il vento, e conseguentemente il mare, inizino a crescere via via che ci inoltriamo per il canale: i 20 nodi di bora diventano presto 25, e già che paiono anche abbondare riduco tutto, prendendo (nuovamente) subito le due mani di terzaroli alla randa e dimezzando il genoa; ma, nuovamente, procedendo verso centro canale le condizioni peggiorano alquanto, con il vento che si stabilizza più intorno ai 30 nodi, che passeranno presto anche a 35 laddove anche il mare inizia a gonfiarsi: verso centro canale soffia che è una meraviglia, polverizzando l'acqua che mi arriva in faccia quando più dolce dal cielo, quando più salata dagli spruzzi, però le onde, che non superano i 2 metri, non arrivano quasi mai a centro barca ma vengono più al giardinetto di sinistra, ed il Topkapi fila veramente liscio sull'acqua fendendo i flutti. Il log segna ormai 7 nodi fissi, e con Charlie2 fermo e deciso alla barra non perdiamo un solo grado, quasi non sembriamo conoscere scaroccio alcuno, e quando prendiamo l'onda più in poppa voliamo in planata a oltre gli 8 nodi. Ad un certo punto vorrei anche ridurre un pò il fiocco, non vedo più il Tellina davanti a noi in mezzo al muro di acqua e di vento che ci precede a prua, ma ci sono molte barche in giro e la cosa mi incoraggia tanto, salvo notare che i più hanno per l'appunto una velatura molto ridotta rispetto alla nostra, in particolare tre Bavaria 40 (presumibilmente in flottiglia) che ci navigano due sopravento e l'altro parecchio sottovento verso il largo, ma tutti soltanto con un fiocchetto da tempesta a prua. Il tentativo di ridurre il genoa peraltro va a vuoto, provo un paio di volte ma la cimetta pare bloccata e di andare a prua con questo tempo proprio non se ne parla, sono già saldamente assicurato con la cintura in pozzetto, e da li non mi smuovo nemmeno per tutte le life-line del mondo! Al che pesco il jolly e decido genialmente di allascare un pelo -o due- la scotta del genoa: la vela di prua del Topkapi ha la bugna bella alta, allora non potendolo ridurre di più, ed agendo anche sul punto di scotta, gli conferisco una bella forma da yankee, alto e panciuto. Scelta azzeccata: con quel profilo la barca mi sviluppa una potenza inaudita a prua, e mentre vedo i tre Bavaria lottare contro i flutti, sballonzolando, ingavonandosi e mettendo spesso la prua in acqua, (immaginandosi con quale confort di navigazione, sopra e sottobordo), apprezzo il Topkapi che invece sta dritto sull'acqua come una spada, anzi direi meglio una sciabola con la punta all'insù, scivolando sull'acqua con la prua asciutta a spaccare l'onda come un coltello che tagliasse il burro: iniziamo a surfare sul filo degli 8 nodi con continuità e con quel passo vedo i tre bavarioni sempre più vicini, al punto che quelli sopravento presto non li vedrò più sulla mia poppa, mentre l'altro che da sottovento si stava impiccando in una bolina strettissima per rientrare sottocosta, lo passerò un attimo dopo di vedere la mia prua tagliare la sua scia, a pochissimi metri, con una facilità davvero strabiliante. Tanto che da bordo mi hanno guardato in maniera un attimino esterrefatta, penso sentendosi più a bordo di uno scoglio doppiato da un incrociatore, che di una barca a vela di 40 piedi. Diciamo.. ;-)
Con qualche strizza sottobordo da parte dell'equipaggio che vedeva trafilare acqua salata negli stipetti, inevitabile con questo mare e con candelieri ultra-trentenni, traversiamo su Unjie a tempo di record, sempre con Charlie2 alla barra ed il Comandante comodamente rizzato ed assicurato in pozzetto, sempre più infreddolito (quasi tremavo dal freddo!!!) rimpiangendo il Murphy&Nye invernale che -nonostante un mio timido diniego- Daria mi aveva ordinato di sbarcare per far spazio nell'armadio, e perciò lasciato colpevolmente a friggersi dentro l'autovettura parcheggiata a Caorle. Mi sarebbe anche piaciuto avere uno spray-hood o meglio ancora un parabrezza stile HR o Najad, e perché no pure uno scafandro per la macchina digitale, per fare qualche filmino di quelli di solito molto gettonati su youtube, ma mi sono solo dovuto accontentare di pregare i Santi protettori dei marinai, che queste 20 e rotte miglia finissero presto. Accontentato infine, ma non più di tanto, perché in meno di tre ore dal faro siamo a Unjie ma li non s'entra, perché risalire contro vento verso il paese o le baie a est è impossibile, quindi tocca allungare strada e strazio, e si decide per radio di allungarci fino a Lussino. Sotto Unjie e le Canidole, peraltro, si gode del ridosso offerto dalle isole e non solo il mare si calma un bel pò, ma pure la mia media va abbassandosi (ed allascando la rotta per seguire la costa, con l'apparente che gira al giardinetto, vedo anche i tre bavarioni rinvenirmi addosso da poppa..).
Alla fine entriamo a Lussino senza fatica, trovando il Tellina già all'ancora ed accostando comodamente alla loro murata destra; Miran mi prende le cime e poi viene a bordo aiutandomi a risolvere il problema all'avvolgifiocco, dopo che avevo arrotolato quel che avevo aperto del genoa in una specie di salsicciotto, lavorando con le due scotte impazzite con le bugne ad altezza di naso. Una volta riaperto il fiocco, quasi senza più vento sotto costa in fondo al fiordo, abbiamo constatato che avevo erroneamente dimenticato di passare la scottina dell'avvolgifiocco nel guidafilo, la sera che a Rovigno l'avevo tutta estratta dal tamburo, e pertanto s'era solo creato un piccolo imbroglio.. insomma: via la scotta nuovamente dal tamburo, ripassata dentro poi correttamente, e con una ennesima ripassatina di Svitol al tamburo ho risolto una volta per tutte questi problemi di srotolamento, mai più avuti nel mese seguente!
Dopo un pranzo veloce rassettiamo la barca ovviamente in condizioni penose dopo una navigazione così, e finalmente ci concediamo un meritato pomeriggio di relax, con i quattro bimbi che con le barche affiancate sono liberi di passare dall'una all'altra e di stare insieme come più aggradava loro (un cartone animato su una barca, la merenda a base di budino al cioccolato sull'altra, poi di nuovo sulla prima a saltellare sul tender rizzato sottosopra in coperta), e specialmente con i genitori finalmente liberi di parlottare per conoscerci un pò meglio, piuttosto che leggiucchiare, scrivere, mangiare crepes alla Nutella (sottratte alla prole) e persino dormire (mamma Daria con Francesco).
Andremo avanti così fino a sera e non ci sarà occasione migliore per conoscerci tutti meglio, e capire d'aver costituito, peraltro casualmente, una bellissima mini-flottiglia, e che quest'esperienza di navigare insieme sarà bene portarla avanti il più a lungo possibile: Miran e Veronika sono simpatici ma specialmente molto interessanti, due splendide persone la cui compagnia è piacevole e la conversazione molto stimolante; le loro tre bambine sono bellissime ma specialmente giocano con Simone come si conoscessero tutti e quattro da sempre, eppure non si capiscono nemmeno quanto a linguaggio. I bambini sono favolosi.
Miglia percorse 37 (totali 104)
bARCa bIsBetiCa con cIURmA fAmEliCA: quotidianità di famiglie a vele spiegate. Il diario dei nostri "sogni in mezzo al mare"... tra letteratura di bassa lega, geografia pelosa, visioni mistiche, cheek to cheek, uccellini che cinguettano, cibo, musica e poesia.
"Come faccio a spiegare a mia moglie che quando guardo fuori dalla finestra sto lavorando?" (Joseph Conrad)
giovedì 6 agosto 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
wow! peccato per l'acqua negli stipetti, ma che soddisfazione nei confronti dei bavaria 40!!!!
RispondiEliminain genere barche poco marine con gente poco marinaia a bordo..., ovviamente con le dovute eccezioni.
In primavera ci siamo trovati ormeggiati a Marciana Marina (Isola d'Elba) durante tre giornate di scirocco fortissimo e non ti dico i possessori di due bavaria 45 arrivati accanto a noi (alla nostra destra e alla nostra sinistra) che sembravano tanto ganzi che cosa non hanno combinato! uno si è introppato nelle trappe di ormeggio, l'altro ha dato una bella botta nel nostro musone, che per fortuna ha retto benissimo (anche se sentire il colpo sottocoperta è stato spaventoso), procurandosi un bel buco sull'opera morta.
Per non parlare dei vari gruppi di charteristi tedeschi... uno addirittura ha fatto una specie di ormeggio all'inglese lungo il pontile (che per fortuna era vuoto!!) e poi si è messo di poppa a forza di braccia! cos'e pazz'!!!