5/7 - GIORNO DICIOTTO - Prvic - Skradin (14mgl, 2,5h. motore)
Trascorriamo la mattina tranquillamente, tra un giretto a terra per approfittare della bella bancarella di frutta in testa al molo ed un bagnetto alla spiaggetta prospiciente il "Mareta", dove prendo anche un buon caffè espresso; facciamo l'ennesimo bucato, pressoché sempre composto da camicine del piccolo, poi attacco bottoni con i vicini di ormeggio appena arrivati e si scambia quattro chiacchere piacevoli in banchina; la barca è un bel Nauticat 38, non recente e molto vissuto (meravigliosi i panni stesi sui fili predisposti ad hoc tra le sartie, ed i vasi di terracotta con le piante sparsi in pozzetto), chiamato "FARO 3" proveniente da S.Benedetto del Tronto, e loro sono veramente simpaticissimi: lui che assomiglia al comico televisivo Masciarelli, sia in viso che nel carattere gioviale, ma diciamo pure nella stazza... distinto ma nella misura "allentata" che l'ambiente di banchina portuale e la fatica del comando di un'unità a vela richiedono (zoccoli e camicione con i segni del sudore sulla pancia); la moglie invece del tutto diversa, non più giovane ma perfettamente in tiro, se ne sta seduta all'ombra del tendalino elegantissima nel suo abitino yachting-style di colore bianco e blu sfilato in vita, e con trucco ed acconciatura ossigenatissima degni di una diva degli anni '60, un incrocio tra Sandra Milo e Sylva Koscina. Entrambi sono veramente comici, insomma! :-))
Resta il fatto che finito di stendere tutti i panni alle 14 usciamo dal porto ed iniziamo una navigazione alla volta di Scardona pressoché senza storia, tutta a motore sotto un sole cocente, e rimane soltanto il ricordo dei panorami spettacolari offerti dalle pareti di roccia lateralmente al corso di fiume Cherca, almeno fino a Zaton, perché poi, oltre il lago mi viene la sensazione d'esser stato nuovamente catapultato in Trentino, con tanto di abeti e larici lungo le coste montuose. Per inciso, un jumpista pronto a lanciarsi sul primo ponte incontrato, subito oltre Sebenico, ha atteso proprio il passaggio della nostra imbarcazione prima di fiondarsi a testa in giù.
Arrivati a Scardona non ho esitazioni nel prendermi un ancoraggio subito prima del paese, anzi poco prima che inizi il divieto di ancoraggio, lungo la sponda nord del fiume, dove polleggiano già numerose imbarcazioni; mi scelgo un bel pino sotto cui stare e una volta filati 40 metri di calumo porto anche una cima a terra non senza qualche difficoltà per la minaccia di un temporale di cui giungono le prime raffichette. Per fortuna poi girerà al largo e dopo poche goccioloni spunta pure un bell'arcobaleno, evento tutt'altro che raro da queste parti: lo scenario è da laghetto alpino, solo che ci troviamo a bordo della nostra barca.. strana sensazione veramente!
Cena grandiosa a bordo, anche i cuccioli si sono sfondati di cibo (le ultime bistecche di quelle comperate a Murter, patate lesse e tegoline), ma si sa che l'aria di montagna mette fame!
Ma non è ancora finita, perché Simone non ha affatto sonno ed allora decido di portarlo in tender in paese, se non altro per verificare orari e programma dell'escursione alle cascate; il tourist information ha già chiuso ma i negozi tirano aperti fino alla mezzanotte, al che possiamo fare una bella passeggiata scoprendo una splendida cittadina, molto vivace e luminosa nel suo bel lastricato in pietra chiara e percorriamo la strada principale fino in cima arrivando verso l'uscita del paese alla nota konoba "Toni", dove decidiamo di fare una sosta. Con la scusa delle informazioni relative agli imbarchi dei traghettini turistici attacco bottoni con il titolare e già che ci sono mi prenoto per una peka da consumare il giorno a venire a cena, e congedandomi hanno anche la gentilezza di offrirmi un bicchierino di amaro pelincovac.
Tornando in barca poi capita anche che Simone noti al negozio in piazzetta dei berretti da marinaio in vendita e mi tocca accontentarlo, ma già che ci sono presso lo stesso negozietto acquisisco un'altra preziosa informazione: i posti barca sulla banchina prospiciente la piazza, lungo la quale stanno in fila tutta una serie di super-top-yachts, non appartengono all'Aci marina -che avevo già deciso accuratamente di evitare-, bensì sono di competenza comunale! E con colonnine di acqua e luce.. Pago il berretto e mi precipito sul posto, verificando all'istante sia la presenza di numerosi posti liberi che quella delle relative tirelle, che dopo la tragica esperienza di Murter non mi fregano più: constatando che tutto è perfettamente in ordine decido su due piedi un cambio di programma e domattina anziché venire a terra in tender ci sposteremo in barca in questi posti, tanto più a pochi metri dall'imbarco dei traghetti turistici per le cascate e pure del centro cittadino, anzi per non dire direttamente alla piazza principale prospicienti! Mentalmente mi annoto anche che questa informazione sarà da indicare agli editori del 777, dato che nel pianetto portuale sul portolano non v'è traccia di questa possibilità di ormeggio, ma viene solo indicato l'Aci marina. E a proposito di Aci marina... accendo il walkie-talkie per sentire che aria tira a bordo del Topkapi ed intercetto proprio le comunicazioni degli ormeggiatori intenti a richiamare una barca che entra nel porto alle loro banchine, in luogo di quella comunale posta di fronte ai moli del marina. E prendo nota anche di questo.
Finito il traffico radio sento infine Daria e la sento insolitamente allarmata, la comunicazione è disturbatissima ma mi precipito subito a bordo dove deve essere successo qualcosa di strano... Faccio il tragitto a tutto gas, o per lo meno spremo a fondo il fuoribordo elettrico ma più di tanto lui non mi asseconda, e trovo in effetti Daria in coperta con la luce ponte accesa, ed una volta a bordo mi racconta tutto l'accaduto un pò perplessa dei fatti ma visibilmente agitata: aveva appena finito di sparecchiare il tavolo dalla cena, gettando gli avanzi di pane e di carne fuori bordo, poi era scesa per andare al bagno quando è stata improvvisamente richiamata fuori dall'allarme dell'ecoscandaglio, che accendo sempre quando sto all'ormeggio molto prossimi alla costa.. mi racconta quindi di essersi precipitata in pozzetto e li di aver vissuto attimi di autentico terrore vedendo l'eco segnare prima 5 metri e rotti, poi diminuire a 4 ed ancora meno, sempre in diminuzione fino a circa 3 metri, al che temendo che l'ancora avesse già mollato mi ha riferito di aver acceso il motore, vedendosi quasi spacciata e sugli scogli.
Poi a motore acceso, ha visto l'eco smettere di strillare e segnare nuovamente 6.0/6.1, come era in principio...
Mi sono guardato intorno per capire se la barca si fosse mai mossa poi sospirando le ho chiesto se avesse anche lei "fatto il punto" prima di dare motore, infine le ho fatto notare che siamo fermissimi dove eravamo, e che molto probabilmente.. i pesci del fiume Cherca avranno sin troppo gradito gli avanzi della nostra cena! ;-)
E svelato il mistero con il sorriso sulle labbra, l'equipaggio è potuto andare in cuccetta sereno e rilassato. Simone ovviamente con il suo berretto da marinaio accanto al cuscino.
Miglia percorse 14 (totali 247)
bARCa bIsBetiCa con cIURmA fAmEliCA: quotidianità di famiglie a vele spiegate. Il diario dei nostri "sogni in mezzo al mare"... tra letteratura di bassa lega, geografia pelosa, visioni mistiche, cheek to cheek, uccellini che cinguettano, cibo, musica e poesia.
"Come faccio a spiegare a mia moglie che quando guardo fuori dalla finestra sto lavorando?" (Joseph Conrad)
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento
stramba, vira, rimettiti in rotta e poi commenta...