29/6 - GIORNO DODICI - Lavdara, baia Sud - Bizikovica, isola di Zut (3 mgl, 1h vela)
Mattinata balneare per mamme e pargoli che scendono a terra ed esplorando la zona scoprono una bella ed accessibile baietta di ciottoli sul lato opposto alla rada del nostro ancoraggio; babbi invece a bordo, io in compagnia di Francesco che dopo la delizia di un lungo bagno nel secchio se la dorme beatamente in pozzetto. Restiamo in zona fin dopo pranzo, con dell'ottima ed estiva insalata verde croata, quindi decidiamo di spostarci di qualche miglio per pernottare a Zut; dopo una cilecca in partenza da parte del motore del Tellina (un fusibile partito sul quadro generale aveva lasciato tutta la barca "al buio") anche il motore del Topkapi fa lo stesso scherzetto, come entrambi volessero ribellarsi alla decisione di partire e lasciare questa splendida baia! Mi intrufolo però in sala macchine e facendo ponte con due cacciavite sul motorino di avviamento lo rimetto in sesto ed in riga.. probabilmente in fase di spegimento il pignone del motorino era uscito dalla sua sede e lo stesso adesso non partiva più. Avaria risolta e specialmente superata..
Diamo vela appena fuori dalla baia ed al gran lasco si scende fino a Zut sul filo dei 4 nodi; ci saremo dati appuntamento presso Luka Zut, dove conosco un recesso seminascosto molto riparato ed accogliente, ma quando vedo sparire dalla mia prua il Tellina mi volto verso terra e constato che Miran ha già dato ancora dentro Bizikovica, la prima baia di Zut sul suo fianco orientale, molto ampia e che offre riparo su due lati, di cui Miran ha scelto quello settendrionale meglio ridossato. Senza esitazione orzo ed entro in baia a vela raggiungendolo alla fonda con un paio di virate, e dando motore durante l'ammainata contro vento solo per sicurezza di manovra. Una volta accostate e legate le barche, Miran preferisce aggiungere anche l'ancora del Topkapi per questa sera, e mi diletto a caricarla sul tender stendendo infine la Bruce e 20 metri di catena su un bel fondo di sabbia bianca in non più di 4 metri di acqua leggermente degradante; mi tuffo infine ad assicurare l'ancora in apnea a forza di cazzotti, per un ancoraggio a prova di cannone. Dove la protezione è poca, viceversa, è verso il moto ondoso provocato dalle imbarcazioni in transito, tanto che una serie di onde più infide, provocate da un grosso motor-yacht, investe violentemente e di lato le due barche affiancate facendole sbattere a lungo all'altezza delle falchette, per fortuna ben protette dai numerosi parabordi predisposti (uno dei quali però, il più vecchio tra i miei, s'immola alla causa e persino esplode!); Miran mi insegna allora come predisporre un ammortizzatore d'ormeggio, appendendo alle due cime di poppa e di prua i nostri secchi di bordo semipieni, ad un altezza che sfiora l'acqua: sistema per me del tutto nuovo ma che funzionerà a perfezione.
Decidiamo quindi il programma del pomeriggio: oggi faremo alpinismo scalando la montagna che sovrasta la baia, il "Tverdo Mesniak" di 163 metri, secondo quando riportano le carte.
E mai scelta si rivelò più deleteria! ..in effetti Miran che conosce il croato avrebbe dovuto dirmi subito che Tverdo in lingua locale significa "duro", dunque il nome ci avrebbe da solo lasciato desistere all'impresa: dislivello tutto sommato contenuto, ma quel che è risultato spaventosamente faticoso è stato invece il fondo, molto accidentato tra sterpi, erbacce secche, rovi spinosi e specialmente roccette taglienti come rasoi. Mamma Daria resta a bordo con Francesco, grazie al cielo, mentre tutti gli altri al ritorno in barca dall'escursione sfoggeranno graffi e segni in abbondanza, e solo un lunghissimo bagno in mare all'ora del tramonto potrà disinfettare per bene tutte le ferite e rinfrancare le membra stanche.
Ceniamo tardissimo e poi dopo ci mettiamo a chiaccherare in pozzetto nell'ora del crepuscolo, su progetti di navigazione future e racconti di quelle passate: questa è l'ultima sera che trascorreremo insieme, dopo una settimana intera di crociera fianco a fianco, e c'è una certa amarezza negli adulti consapevoli della realtà che i programmi impongono: il Tellina prevede purtroppo di fare solo 3 settimane di crociera, e più avanti anzi -risentendoci per telefono- scopriremo che sono state alla fine pure ulteriormente ridotte con un affrettato rientro imprevisto.
Speriamo semmai che i bimbi non si rattristino troppo all'indomani, nel separarsi al momento dei saluti, dopo questi splendidi giorni trascorsi insieme, e piuttosto ci auguriamo e ci promettiamo di rivederci presto, anche "a terra".
Arrivederci TELLINA!
Miglia percorse 3 (totali 187)
bARCa bIsBetiCa con cIURmA fAmEliCA: quotidianità di famiglie a vele spiegate. Il diario dei nostri "sogni in mezzo al mare"... tra letteratura di bassa lega, geografia pelosa, visioni mistiche, cheek to cheek, uccellini che cinguettano, cibo, musica e poesia.
"Come faccio a spiegare a mia moglie che quando guardo fuori dalla finestra sto lavorando?" (Joseph Conrad)
mercoledì 12 agosto 2009
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però ne è valsa la pena di arrivare fin lassù!! tra parentesi: ho notato i classici temporali che incombono all'orizzonte! :-)
RispondiEliminaora che controllo...che per caso sotto quella nuvola c'è Sebenico?!! Mi sa che è quello che ci siamo presi noi a Scardona!!
RispondiEliminaconfermissimo!
RispondiEliminaerano i giorni che ci scambiavamo sms e mi dicevi del brutto tempo, e noi vedevamo tutte le sere nuvoloni e sentivamo tuoni verso la terraferma.. :(