bARCa bIsBetiCa con cIURmA fAmEliCA: quotidianità di famiglie a vele spiegate. Il diario dei nostri "sogni in mezzo al mare"... tra letteratura di bassa lega, geografia pelosa, visioni mistiche, cheek to cheek, uccellini che cinguettano, cibo, musica e poesia.
"Come faccio a spiegare a mia moglie che quando guardo fuori dalla finestra sto lavorando?" (Joseph Conrad)
martedì 10 ottobre 2006
STREGA(to) dalla mia prima Barcolana
Quando leggo in lista l'invito di tale Sergio Chiostri mi si annebbia un attimo la vista.. ho sempre guardato alla Barcolana con grande attenzione, ma con un misto di rispetto reverenziale verso una manifestazione di per sè grandiosa eppure una gran voglia di poter dire che "io c'ero".. è famosa per l'alternarsi di quiete bonacciose e forti raffiche della "siora Bora", ed averla gustata sempre solo per tv un pò di timore lo mette sempre, a chi la siora non l'ha mai sentita soffiare sulle orecchie.. eppure la voglia era tanta.. mi son preso qualche giorno per esser certo di avere una giornata di ferie dal lavoro poi con un gran ritardo ho dato per email la mia disponibilità all'armatore: non potete immaginare quale emozione a ricevere la conferma della mia possibilità d'imbarco, e di più leggere i "numeri" della barca che mi porterà in giro nel golfo di Trieste, per non parlare del suo nome.. la "Strega di Endor": tanto evocativo da contenere una grande promessa, poi mantenuta! ..la mia esperienza sui maxi è pochina, solo quest'estate ho incrociato alle Eolie con un 54' ma di recente concezione con la sua moschetteria di stopper sulla tuga e quattro soli winch, quindi non nascondo che al mio arrivo al Porto di S.Rocco -nonostante l'ora tarda, la stanchezza del viaggio in auto da trento ed il buio- la batteria di verricelli che fa da contorno al pozzetto della "Strega" per protrarsi sino al piede dell'albero mi fa un pò paura.. vedo volanti che scendono ai bozzelloni di poppa ed una coperta in teak bassa e larga che fa volare l'occhio fino alla slanciata prua, e la sensazione di "veliero" fa il suo effetto nel mio cuoricino abituato alle emozione dei 21 piedi di vetroresina che coprono lo scafo della mia Galathea.. meno male che arriva l'armatore a darmi una scossa, venendomi incontro per la più gradita e cordiale delle presentazioni! ..la sera da li in poi proseguirà nel modo più piacevole, e dopo i convenevoli di contorno si procede verso la trattoria Risorta in un clima veramente di grande sintonia: Sergio si rivela una persona stupenda, simpatica e davvero a modo.. mi mette a mio agio e parliamo del più e del meno, condendo l'inevitabile argomento vela con i temi più disparati.. dalle nostre vite all'ultima manovra Finanziaria! ..ottimo per distrarsi dalla Strega e dalle sue manovre a lei ripenserò con la luce del sole: in cuccetta dormirò sereno come un ghiro.. non prima di aver accolto in barca gli altri due occupanti però: Yuri e Chiara arrivano quando sto per infilarmi nel sacco a pelo e scendo a dar loro una mano per caricare le cibarie (per la cambusa, come qualcuno farà notare all'indomani i nostri due cari bancari pare abbiano acceso un mutuo.. eppure dopo la due giorni di vela non rimarrà quasi nulla! eh eh) La mattina del sabato c'è solo il tempo di accogliere gli altri dell'equipaggio -i toscanissimi Renzo ed Alberto che hanno anche ritirato il buon Vito in stazione proveniente da una milletrecentokilometrinotturna in treno, le due "vedette lombarde" Francesca e Marianna che alloggiavano invece presso amici triestini- che si parte, non prima di una grossa "scossa" proveniente dalle batterie inopinatamente scariche.. il motore decide infine di trovare da sè l'alimentazione elettrica e si prende il largo per la giornata di prove: equipaggio nuovo, barca grande.. è in programma un gran rodaggio ma il vento concede giusto il tempo di due strambate con il gennaker sotto al faro di Barcola poi giù tutto, e si può solo dare fondo alla pancia.. si lasciano le manovre e l'equipaggio si divide tra chi taglia il pane e chi stappa il vino, e qualcuno decide anche per un bagno di fine stagione! ..la sera corre via tra il rientro a terra ed una cena in un agritur a due passi dalla frontiera slovena, solo qualcunA deciderà di sondare la pressione della movida triestina, i più solo la pressione della cuccetta: personalmente sento un pò di stanchezza, e decido di andare a nanna con la mente già proiettata alla regata dell'indomani! ..le ultime immagini che mi porto dietro sono il nostro molo F tutto pieno di masserizie (noi si è scaricato solo la passerella ma giusto per non tenercela attaccata a pennello, i più scaricavano di tutto: dai tender alle vele di ricambio, dalle pentole a pressione ai servizi di piatti!), le bandiere di classe già tutte in mostra sui paterazzi, ed il fischio del vento tra le sartie e la canala dell'avvolgiranda sul nostro albero.. promette bene: la "siora" arriva di notte, e mi fa dormire anche meglio.. Quello che si ritrova puntuale alle 7.50 è un bell'equipaggio: teso come si deve di fronte ad un appuntamento così importante, tonico e motivato! ..la giornata poi è semplicemente ideale: soleggiata, e con un cielo limpido e pieno di vento.. si arriva sulla linea già con tutta la vela a riva e si è persino in anticipo: i supermaxi incrociano anche loro in anticipo rispetto alla partenza e tutti si sta a capire cosa vorrà fare la bora.. è moderata ma si capisce subito che non è tanto stabile, si parte al lasco di sicuro ma non si prevede una sventata come quella del 2005. Per me i momenti che precedono la partenza sono stati tra quelli più emozionanti, sto in pozzetto con il compito di randista e l'orecchio alla radio che scandisce i tempi di partenza ed il cronometro al polso, ed indiscutibilmente il battito aumenta di frequenza.. nelle regatine di circolo si è in due, io ed il fido Tom e ci si confronta quasi tete-a-tete, non riesco a mantenere il becco chiuso ed il ruolo di tattico mi viene sul campo revocato, giustamente anche! ..ma la tensione che 38 anni di Barcolana riesce a far levitare non è cosa da poco, e "provo" a cucirmi la bocca concentrandomi solo sulla scotta randa, ma ammetto che non mi riuscirà tanto in seguito e sarò il disturbatore ufficiale di pozzetto per gran parte della regata.. :) ..sul resto -vento che saltava di qua e di là in primis- altri hanno già relazionato: resta da aggiungere poco altro.. - noi si parte a centro linea con molta acqua libera, barchini mosconi e si saprà dopo anche Alfa&co. sono tutti sotto costa, perciò gran partenza scorrendo lungo la linea e tagliandola sicuri allo sparo del famoso cannone.. - l'indecisione generale sul primo lato: non si capiva se dar gennaker o no.. ci si guardava a vicenda tra le barche e tutti s'era li con la drizza in mano indecisi.. monta o scade? bho.. i più piccoli che guarda caso sono quasi sempre anche i più agguerriti lo tirano su svelti e su tutto il campo li vedevi straorzare a destra ed a manca, un 25.7 (m pare) con lo spi blu ci tallona e quando entrava nei nostri rifiuti due volte almeno l'ho visto partire.. noi si aspetta un pò ma quando il Moro di Venezia ci sfila a sinistra e mette la sesta marcia quando issa il suo appartamentone bianco arriva anche da noi il comando di dare vela, e da li in poi si va benone anche perché la bora non deciderà più di aumentare di pressione.. - grande la decisione di ammainare a 4-5 lunghezze almeno dalla boa: molti competitors decidono per l'ammainata in boa e succede il solito marasma di barche che si vede in tv.. certo che stavolta ad essere li presente, e sentire le urla e le voci delle barche a fianco ed ancora più in là il pathos non trova confronto: ci entrano interni in boa non so in quanti, saranno più d'una dozzina e tutti belli grossini, e ci spingono fuori a noi ed un altro maxi dallo scafo blu ma è ottimo perché abbiamo acqua libera e si lascia correre la barca come desiderabile.. noi e l'altro maxi prendiamo un gran passo li ed iniziamo il lato di bolina a meraviglia, si prendono i 9 nodi e la barca è felice d'essere condotta così, la senti fremere finalmente portata sul suo terreno preferito, e facendo valere le nostre linee d'acqua ci lasciamo dietro facile facile tanti "piccoli" 30-40'.. - ci affianca Soldini con il suo ketch bianco "matti per la vela" ma lo scambio di saluti tra le due barche non porta bene, perché il vento prima da scarso poi cade di brutto.. siamo sulla layline di sinistra mure a dritta e già si vede un guazzabuglio di vele rosse laggiù in boa, alcuni virano verso il centro del campo ma significa andarsi a prendere un sacco di incroci senza favore di rotta.. si vede il maxi dallo scafo blu che ci vira davanti ma poi ci ripensa e torna mure a dritta un pò sopravento a noialtri, si continua così ma si finisce nella "patana" (per dirla alla Renzo, il nostro simpatico tattico urlatore) ..c'è anche una petroliera nei paraggi, quando ci si libera il tempo perduto è parecchio! - cancello di Miramare e boa di bolina alle spalle, inizia il nostro recupero: sull'ultimo bordo si prende il centro del campo di regata e tornano belle raffiche di boa che ci fanno riguadagnare parecchio, anche molta acqua sopravento.. si prendono di mira due altri bestioni pariclasse (bandiera Blu!) e se ne lascia dietro uno (un Class 53 scafo blu) ma l'altro ("La Fenice", credo fosse uno Swan60) ci sopranvanzerà di un paio di posizioni all'arrivo complici un paio di virate di troppo e pure un pò lente (ma va bene per un equipaggio come il nostro, a dir poco raccogliticcio!) - si taglia l'arrivo strafelici: abbiamo portato a termine la nostra Barcolana, la prima per me e la prima per la "Strega", che sotto la mano del suo timoniere Sergio è stata fantastica.. docile e veloce, e con una bella scia alla sua poppa.. Stappiamo un bianco per il brindisi di rito, urliamo forte la nostra gioia e mentre guardiamo alle nostre spalle la lunga riga di vele bianche ancora impegnate al cancello di Miramare ci scappa anche un brindisi all'anno venturo: è stata un'esperienza fantastica.. vento, barca, equipaggio: tutti vogliono già rifarla!
mercoledì 20 settembre 2006
Pre-regata con Tuffo
(si comincia da dove si finisce)
una breve testimonanza reportage riferita alla vecchia barchina, la bella "Galathea"
unico riferimento a lei, poi si cambia registro.. promesso.
Usciamo dal nostro ormeggio con solo il fiocco su per andare a presentarci al circolo, che era previsto un briefing preregata..Tralascio il fatto che uscendo ci siamo presi un corpo morto sotto la pinna e siamo rimasti un po’ bloccati, poi c’era poco vento ed abbiamo acceso il motore raggiungendo il circolo non più di 2’ dopo! ..ma non volevo che arrivassimo in ritardo, eravamo pur sempre i nuovi e dovevamno ancora “presentarci ufficialmente”!!!Entriamo nel porticciolo turistico del circolo con l’intenzione che io scenda a terra per sentire stò briefing, l’iscrizione di Galathea alla regata l’avevo formalizzata già sabato mattina..Notare che essendo che pioveva da giorni, e ieri era il primo pomeriggio nuvoloso ma almeno asciutto, la barca era mizza.. figurarsi il pozzetto dove avremo deposto le nostre preziose chiappe da schipper.. al che salendo in barca mi ero cambiato subito in cabina indossando i panta salopett della cerata (per la cronaca, colore giallo Agip) per non bagnarmi le mutande, le scarpette con l’antiscivolo per non volare in acqua e sopra la mia calda felpa hallyhansen color rosso gabibbo..Adocchiamo con il mio socio Tom un pontile galleggiante che al centro del porto si propende semi libero, dove sono sistemati solo i gommoni del circolo e ordino al timoniere di portarci in quella direzione, sistemandomi a cavallo del pulpito di prua con l’intenzione di fare un bel salto in prossimità del pontile, con la classica manovra manosulpulpito-salta-girati-spingi la barca via prima che sbatta..Eseguo la manovra alla perfezione, il balzo è felino (un po’ meno l’atterraggio a pieni uniti sull’accrocco galleggiante, inevitabilmente rumoroso che pareva una frana!), la rotazione del corpo nella fase aerea perfetta idem, meno la fiducia riposta da parte del timoniere che non mi da il tempo di atterrare che già da tutta barra del timone e spinge il prezioso fianco di Galathea lontano dal rischio di subire il minimo sfioramento.. ma portandosi dietro il sottoscritto ancora incollato con entrambe le mani al pulpito.. la fase di “ponte” (mani sul pulpito-piedi sul pontile) dura solo un attimo, poi mi trovo salpato fuori bordo come un tonno, appeso al pulpito e la fredda acqua del lago già intorno la vita ma ben al di sotto dell’ombelico (e- last but not least- entrava da sotto e non trapanava, a conferma della perfetta tenuta all’acqua della mia cerata giallo Stabilo)Faccio un tentativo di issarmi a bordo con la sola forza delle braccia, poi un secondo.. ma tutto è vano: 100kg di tonno d’acqua dolce per di più intirizziti dalle gelide acque non sono facili da movimentare, anche Tom mi corre un aiuto, una volta messa la barca in sicurezza dopo avermi fatto girare mezzo porticciolo nelle condizioni su esposte, ma gli sforzi sono vani.. gli passo una mano (che poi mi slocherà insieme all’intero braccio, e stanotte urlavo come avessi fatto la coppa davis con il gomito del velis.. tennista!) ma poi anche lui desiste.. in effetti per l’operazione servirebbe un salpaancore da un migliaio di watt di cui non disponiamo a bordo, non ancora almeno!..mi abbandono all’idea di un bagno fuori stagione e per nulla desiderato e mi lascio andare nell’oblio del lago, che mi accoglie bagnandomi per intero anzi fino al midollo!Guadagno a nuoto con sicure bracciate la terra ferma (anzi no, galleggiante!), e issandomi su alla 007 per una cima d’ormeggio di un imbarcazione mi auto-salpo sul pontile.. poi mi dirigo con un incedere fiero e sicuro -anche se barcollante perché tremavo dal freddo- a seguire il briefing (che poi non ci sarà nemmeno perché gli altri equipaggi l’hanno molto garbatamento disertato!): mi viene offerto un angolo caldo e riparato dall’aria e pure un whiski per superare lo shock ma orgogliosamente rifiuto entrambe le offerte.. non rifiuto invece la possibilità di torgliere la felpa che bagnata mi pesava addosso 25kili più del mio sovrappeso e rimango a conversare con i super schiccosi avventori del circolo velico solo con la mia meravigliosa salopetta gialla, anzichenò aperta sul petto a rivelarne la villosità (pure quella bagnata)Ho fatto un po’ di pozzanghera sotto la sedia dove mi hanno fatto accomodare finché ho resistito ad ascoltare delle loro discussioni e rispondere sulle loro domande circa la nostra creatura Galathea, ma poi spazientito di fare salotto e senza batter ciglio da vero schiopper competitivo ho chiesto: “insomma.. iniziamo a regatare o no?”(ovviamente tornando in barca mi sono rimessi gli abiti civili, quelli almeno asciutti.. ma gli stessi poi si sono bagnati durante le due regate effettuate, tutto come previsto..)
una breve testimonanza reportage riferita alla vecchia barchina, la bella "Galathea"
unico riferimento a lei, poi si cambia registro.. promesso.
Usciamo dal nostro ormeggio con solo il fiocco su per andare a presentarci al circolo, che era previsto un briefing preregata..Tralascio il fatto che uscendo ci siamo presi un corpo morto sotto la pinna e siamo rimasti un po’ bloccati, poi c’era poco vento ed abbiamo acceso il motore raggiungendo il circolo non più di 2’ dopo! ..ma non volevo che arrivassimo in ritardo, eravamo pur sempre i nuovi e dovevamno ancora “presentarci ufficialmente”!!!Entriamo nel porticciolo turistico del circolo con l’intenzione che io scenda a terra per sentire stò briefing, l’iscrizione di Galathea alla regata l’avevo formalizzata già sabato mattina..Notare che essendo che pioveva da giorni, e ieri era il primo pomeriggio nuvoloso ma almeno asciutto, la barca era mizza.. figurarsi il pozzetto dove avremo deposto le nostre preziose chiappe da schipper.. al che salendo in barca mi ero cambiato subito in cabina indossando i panta salopett della cerata (per la cronaca, colore giallo Agip) per non bagnarmi le mutande, le scarpette con l’antiscivolo per non volare in acqua e sopra la mia calda felpa hallyhansen color rosso gabibbo..Adocchiamo con il mio socio Tom un pontile galleggiante che al centro del porto si propende semi libero, dove sono sistemati solo i gommoni del circolo e ordino al timoniere di portarci in quella direzione, sistemandomi a cavallo del pulpito di prua con l’intenzione di fare un bel salto in prossimità del pontile, con la classica manovra manosulpulpito-salta-girati-spingi la barca via prima che sbatta..Eseguo la manovra alla perfezione, il balzo è felino (un po’ meno l’atterraggio a pieni uniti sull’accrocco galleggiante, inevitabilmente rumoroso che pareva una frana!), la rotazione del corpo nella fase aerea perfetta idem, meno la fiducia riposta da parte del timoniere che non mi da il tempo di atterrare che già da tutta barra del timone e spinge il prezioso fianco di Galathea lontano dal rischio di subire il minimo sfioramento.. ma portandosi dietro il sottoscritto ancora incollato con entrambe le mani al pulpito.. la fase di “ponte” (mani sul pulpito-piedi sul pontile) dura solo un attimo, poi mi trovo salpato fuori bordo come un tonno, appeso al pulpito e la fredda acqua del lago già intorno la vita ma ben al di sotto dell’ombelico (e- last but not least- entrava da sotto e non trapanava, a conferma della perfetta tenuta all’acqua della mia cerata giallo Stabilo)Faccio un tentativo di issarmi a bordo con la sola forza delle braccia, poi un secondo.. ma tutto è vano: 100kg di tonno d’acqua dolce per di più intirizziti dalle gelide acque non sono facili da movimentare, anche Tom mi corre un aiuto, una volta messa la barca in sicurezza dopo avermi fatto girare mezzo porticciolo nelle condizioni su esposte, ma gli sforzi sono vani.. gli passo una mano (che poi mi slocherà insieme all’intero braccio, e stanotte urlavo come avessi fatto la coppa davis con il gomito del velis.. tennista!) ma poi anche lui desiste.. in effetti per l’operazione servirebbe un salpaancore da un migliaio di watt di cui non disponiamo a bordo, non ancora almeno!..mi abbandono all’idea di un bagno fuori stagione e per nulla desiderato e mi lascio andare nell’oblio del lago, che mi accoglie bagnandomi per intero anzi fino al midollo!Guadagno a nuoto con sicure bracciate la terra ferma (anzi no, galleggiante!), e issandomi su alla 007 per una cima d’ormeggio di un imbarcazione mi auto-salpo sul pontile.. poi mi dirigo con un incedere fiero e sicuro -anche se barcollante perché tremavo dal freddo- a seguire il briefing (che poi non ci sarà nemmeno perché gli altri equipaggi l’hanno molto garbatamento disertato!): mi viene offerto un angolo caldo e riparato dall’aria e pure un whiski per superare lo shock ma orgogliosamente rifiuto entrambe le offerte.. non rifiuto invece la possibilità di torgliere la felpa che bagnata mi pesava addosso 25kili più del mio sovrappeso e rimango a conversare con i super schiccosi avventori del circolo velico solo con la mia meravigliosa salopetta gialla, anzichenò aperta sul petto a rivelarne la villosità (pure quella bagnata)Ho fatto un po’ di pozzanghera sotto la sedia dove mi hanno fatto accomodare finché ho resistito ad ascoltare delle loro discussioni e rispondere sulle loro domande circa la nostra creatura Galathea, ma poi spazientito di fare salotto e senza batter ciglio da vero schiopper competitivo ho chiesto: “insomma.. iniziamo a regatare o no?”(ovviamente tornando in barca mi sono rimessi gli abiti civili, quelli almeno asciutti.. ma gli stessi poi si sono bagnati durante le due regate effettuate, tutto come previsto..)
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