"Come faccio a spiegare a mia moglie che quando guardo fuori dalla finestra sto lavorando?" (Joseph Conrad)

venerdì 14 dicembre 2007

notte agitata in grecia

scrive Paolo D.

Aprile 1995 siamo sull'areo per Atene, torniamo dopo un anno dalla nostra barca Angela.Siamo in cinque: io, mia moglie, Federica di tre anni e Beatrice che ha solo 9 mesi, ed è la ragione per cui l'anno prima in estate la ns barca è rimasta a dondolare nel porto di Lefkada nelle isole greche dello Ionio, la quinta è Mary la nostra babysitter tuttofare, che per la prima volta è su un aereo e per la prima volta metterà piede su una barca.Abbiamo dieci giorni per trasferire il ns Grand Soleil 41 dallo Ionio in Turchia a Kusadasi.L'equipaggio non è proprio quello che vi immaginereste per un trasferimento, ma, come vedremo poi, non farà una piega.Arrivati a Lefkada troviamo la ns barca pulita ed in ordine che ci aspetta, sistemate le varie incombenze, saldati i conti del porto e delle manutenzioni effettuate, il secondo giorno partiamo nel primo pomeriggio in direzione sud.Un bel maestralino ci fa navigare velocemente, mentre mia moglie sta al timone, io passo un pò in rassegna tutte le attrezzature, sembra che sia tutto a posto, decidiamo quindi di proseguire per la notte, sfuttando il vento favorevole. Ci facciamo tutto il golfo di Corinto sempre con vento al gran lasco. All'alba siamo all'imboccatura del canale di Corinto, ci danno subito via libera e entriamo.Non è la prima volta che lo passiamo, ma è sempre un emozione passare fra queste due muraglie di roccia per poi ritrovarsi finalmente nel mare Egeo, il mio mare preferito, culla della cultura greca, il sole ormai alzatosi sull'orizzonte ci porta un pò di caldo dopo la notte di navigazione, siamo tutti e tre in coperta, le bambine dormono tranquille nelle loro cuccette attrezzate con teli anti rollio.La prima tappa terminerà ad Egina, seguiranno altre tappe gionaliere e ci ritroviamo a Mikonos verso mezzogiono a visitare il paese.Ci accorgiamo che il tempo stà cambiano, barometro in discesa, nubi all'orizzonte verso sud, niente brezza; controlliamo il meteo, è in arrivo scirocco forza 4/5 tendente a 6/7 nella notte, per l'indomani 7/8 localmente 9/10 (in mezzo all'egeo dove siamo noi)L'ultimo posto dove voglio prendermi una tale buriana è nel porto di Mikonos, notoriamente con fondo cattivo tenitore e dove avrei dovuto ormeggiarmi traversato al vento, con incroci di catene.Fra l'altro il braccio di mare fra Mikonos e l'isola seguente: Ikaria è il più ampio di tutta la traversata e sicuramente dopo una simile sciroccata non sarà una passeggiata.Non c'è che una cosa da fare, partire subito ed arrivare ad Ikaria ridossandoci sulla costa nord.Ikaria è un isola montagnosa, brulla, scoscesa, inospitale, allungata in direzione est ovest, un isola dimenticata in cui raramente gli yachts fanno scalo, io stesso nei mie precedenti giri in Egeo non ci ero mai stato.Consulto la guida dell'Anglais che mi dice che più o meno a metà dell'isola sul lato Nord c'è il potro di Eudilos, c'è un bel pianetto che mostra un ormeggio consigliato, per venti da sud, in testa al molo di sottoflutto che esce in direzione nord dalla costa , fondale 2,5 mt.. perfetto, dai che si parte, sono circa 35 miglia, ma a 7 nodi di media arriviamo prima del tramonto, usciamo dal porto che è l'una con uno scirocchetto che comincia a montare.splendida traversata inizialmente vela e motore, ridossati da Mikonos poi solo vela bolina larga/traverso, cosa chiedere di meglio.Infatti arriviamo in porto prima delle sei e ci cerchiamo un posto dove ormeggiare.E qui iniziano le sorprese, i fondali sono molto più scarsi di quanto riportato sul pianetto praticamente ovunque, l'ormeggio in testa al molo sud? Tocchiamo con il bulbo in retomarcia ( molto piano l'avevamo visto) e siamo acora a quasi 10 mt dal molo. Che facciamo? continuare fino a Samos nella notte con Scirocco che sta rinforzando non ci sembra il caso.Fuori dal porto, oltre il molo sud, c'è un insenatura con una spiaggia in ghiaia sovrastata da una parete di roccia che la ridossa molto meglio del porto davanti al paese che è in una valletta.Certo era meglio stare in porto per le due piccole, ma l'ancoraggio nell'insenature è più sicuro.Ancoraggio fatto come si deve, fondo sabbioso buon tenitore, trenta metri di catena da 10 mmm, su 5/6 mt di fondale, la provo a motore e decido che basta l'ancora principale. Mi studio bene i dintorni, mi creo dei riferimenti, caso mai fossi costretto a manovrare di notte, prima di andare a dormire controllo che tutto sia pronto per una eventuale partenza. Lo faccio sempre quando mi ormeggio in baia, sopratutto con brutto tempo.In realtà il posto e molto ridossato, il vento aumenta, ma noi dormiamo tranquilli...fino alle tre, quando ci sveglia una sirena che ci sembra quasi in barca, salto subito in pozzetto e mi ritrovo la prua di un traghetto a pochi metri, un faro che mi abbaglia e un marinaio che urla e gesticola in greco in maniera inequivocabile: dobbiamo andarcene.Che è successo, i traghetti normalmente ormeggiano al molo di sopraflutto orientato Ovest-Est, l'avevo controllato, c'era anche sul pianetto, ma il vento era troppo forte e non era riuscito, voleva dire essere al traverso del vento contro il molo, e adesso voleva virare nell'unica zona ridossata per poi presentarsi perpendicolare alla costa, poppa al vento, per fare marcia indietro e ormeggiarsi al famoso molo sud, quello di sottoflutto.Decisione da prendere in tutta fretta: io l'ancora, che avevo data con tanta cura non la tiro sù! è una notte buissima, non si vede niente, a parte il traghetto. Attacchiamo il ns faro alogeno, mia moglie va al timone e mette la marcia avanti, puntiamo verso l'ancora, verso costa, io intanto mollo gli altri trenta metri di catena e torno in pozzetto, grazie ai riferimenti presi e al faro che illumina molto bene riusciamo a capire dove andiamo, attenti a non spedare l'ancora rimaniamo in posizione, ben oltre l'ancora verso costa, intanto il traghetto vira appena dietro a noi.E'andata, recupero la catena, ci facciamo riportare dal vento in posizione, riproviamo l'amcora, o.k. tiene come prima, torniamo a dormire, le figlie fortunatamente non si sono svegliate, noi invece non riusciamo più a dormire con quella sirena che ci rimbomba nelle orecchie.Ormai albeggia, vado in pozzetto, con la luce del giorno mi sento più tranquillo, più ottimista, quasi quasi mi sembra che il vento fuori non sia fortissimo, forse possiamo provare a passara lo stretto fra Ikaria e Samos per andare a Karlovassi sulla costa nord un porto grande e ben ridossato.Detto- fatto, tiriamo su l'ancora e bardati di tutto punto con le tre incoscienti che dormono tranquillamente sotto partiamo.Appena fuori siamo investiti dal vento, che non era affatto calato, proviamo, quasi senza randa e qualche metro quadro del genoa pesante srotolato ci mettiamo in rotta lungo costa di bolina larga, nonostante la distanza dalla costa sia di meno di un miglio siamo letteralmente sommersi dagli spruzzi portati dal vento e dalle creste frangenti delle onde corte e ripide, e si che abbiamo un ampio spayhood. L'anemometro segna cinquanta fissi più raffiche... a piacere.Io e mia moglie ci guardiamo in faccia, se qui è così come sarà nel canale con il mare enon più protetti, mi sà che abbiamo fatto una c...ta.Virata e si torna indietro al traverso, otto nodi abbondanti con quasi niente vele, riormeggiamo ed è finita, questa baia protetta dallo strapiombo è proprio una meraviglia.Il tutto è durato si e nò un ora, ...a noi veramente è sembrato molto di più.E le bambine? niente han dormito tutto il tempo, non si sono neanche accorte ci dice Mary, e anche Lei non sembra preoccupata.Il giorno dopo traverseremo su Samos Vathy, quasi senza vento con un pò di mare residuo nel canale, tutta quella buriana sembra non sia mai esistita, cos'era? un incubo notturno, con traghetto e tutto?La barca sarà la ns base a Kusadasi per due estati, poi a Marmaris per altri tre anni. Sarà la nostra casa al mare in Turchia che gireremo in lungo e in largo con le ns bambine che intanto crescono. Beatrice imparerà a camminare l'estate successiva proprio durante la crociera come aveva già fatto Federica tre anni prima.