(si comincia da dove si finisce)
una breve testimonanza reportage riferita alla vecchia barchina, la bella "Galathea"
unico riferimento a lei, poi si cambia registro.. promesso.
Usciamo dal nostro ormeggio con solo il fiocco su per andare a presentarci al circolo, che era previsto un briefing preregata..Tralascio il fatto che uscendo ci siamo presi un corpo morto sotto la pinna e siamo rimasti un po’ bloccati, poi c’era poco vento ed abbiamo acceso il motore raggiungendo il circolo non più di 2’ dopo! ..ma non volevo che arrivassimo in ritardo, eravamo pur sempre i nuovi e dovevamno ancora “presentarci ufficialmente”!!!Entriamo nel porticciolo turistico del circolo con l’intenzione che io scenda a terra per sentire stò briefing, l’iscrizione di Galathea alla regata l’avevo formalizzata già sabato mattina..Notare che essendo che pioveva da giorni, e ieri era il primo pomeriggio nuvoloso ma almeno asciutto, la barca era mizza.. figurarsi il pozzetto dove avremo deposto le nostre preziose chiappe da schipper.. al che salendo in barca mi ero cambiato subito in cabina indossando i panta salopett della cerata (per la cronaca, colore giallo Agip) per non bagnarmi le mutande, le scarpette con l’antiscivolo per non volare in acqua e sopra la mia calda felpa hallyhansen color rosso gabibbo..Adocchiamo con il mio socio Tom un pontile galleggiante che al centro del porto si propende semi libero, dove sono sistemati solo i gommoni del circolo e ordino al timoniere di portarci in quella direzione, sistemandomi a cavallo del pulpito di prua con l’intenzione di fare un bel salto in prossimità del pontile, con la classica manovra manosulpulpito-salta-girati-spingi la barca via prima che sbatta..Eseguo la manovra alla perfezione, il balzo è felino (un po’ meno l’atterraggio a pieni uniti sull’accrocco galleggiante, inevitabilmente rumoroso che pareva una frana!), la rotazione del corpo nella fase aerea perfetta idem, meno la fiducia riposta da parte del timoniere che non mi da il tempo di atterrare che già da tutta barra del timone e spinge il prezioso fianco di Galathea lontano dal rischio di subire il minimo sfioramento.. ma portandosi dietro il sottoscritto ancora incollato con entrambe le mani al pulpito.. la fase di “ponte” (mani sul pulpito-piedi sul pontile) dura solo un attimo, poi mi trovo salpato fuori bordo come un tonno, appeso al pulpito e la fredda acqua del lago già intorno la vita ma ben al di sotto dell’ombelico (e- last but not least- entrava da sotto e non trapanava, a conferma della perfetta tenuta all’acqua della mia cerata giallo Stabilo)Faccio un tentativo di issarmi a bordo con la sola forza delle braccia, poi un secondo.. ma tutto è vano: 100kg di tonno d’acqua dolce per di più intirizziti dalle gelide acque non sono facili da movimentare, anche Tom mi corre un aiuto, una volta messa la barca in sicurezza dopo avermi fatto girare mezzo porticciolo nelle condizioni su esposte, ma gli sforzi sono vani.. gli passo una mano (che poi mi slocherà insieme all’intero braccio, e stanotte urlavo come avessi fatto la coppa davis con il gomito del velis.. tennista!) ma poi anche lui desiste.. in effetti per l’operazione servirebbe un salpaancore da un migliaio di watt di cui non disponiamo a bordo, non ancora almeno!..mi abbandono all’idea di un bagno fuori stagione e per nulla desiderato e mi lascio andare nell’oblio del lago, che mi accoglie bagnandomi per intero anzi fino al midollo!Guadagno a nuoto con sicure bracciate la terra ferma (anzi no, galleggiante!), e issandomi su alla 007 per una cima d’ormeggio di un imbarcazione mi auto-salpo sul pontile.. poi mi dirigo con un incedere fiero e sicuro -anche se barcollante perché tremavo dal freddo- a seguire il briefing (che poi non ci sarà nemmeno perché gli altri equipaggi l’hanno molto garbatamento disertato!): mi viene offerto un angolo caldo e riparato dall’aria e pure un whiski per superare lo shock ma orgogliosamente rifiuto entrambe le offerte.. non rifiuto invece la possibilità di torgliere la felpa che bagnata mi pesava addosso 25kili più del mio sovrappeso e rimango a conversare con i super schiccosi avventori del circolo velico solo con la mia meravigliosa salopetta gialla, anzichenò aperta sul petto a rivelarne la villosità (pure quella bagnata)Ho fatto un po’ di pozzanghera sotto la sedia dove mi hanno fatto accomodare finché ho resistito ad ascoltare delle loro discussioni e rispondere sulle loro domande circa la nostra creatura Galathea, ma poi spazientito di fare salotto e senza batter ciglio da vero schiopper competitivo ho chiesto: “insomma.. iniziamo a regatare o no?”(ovviamente tornando in barca mi sono rimessi gli abiti civili, quelli almeno asciutti.. ma gli stessi poi si sono bagnati durante le due regate effettuate, tutto come previsto..)