...chiamato "3 ACCIUGHE"
... molto probabilmente trattasi di "Franco di Roma" , la barca è praticamente dimenticata da un anno in S.Marina Salina..
pensate un pò la direzione del porto non sa chi sia questa persona, se non che è arrivato, lasciato la barca senza registrare i documenti, partito di fretta..
quest'inverno aveva anche rotto le due scottine lasciate come cime d'ormeggio, poi sostituite da due cordazze dagli ormeggiatori.. adesso sperano che la persona torni a farsi vivo per l'estate (ovviamente che non si creda di trovare la barca pronta per farci le vacanze! )ah dimenticavo..
per chi pensasse di consigliare una ricerca in Capitaneria: trattasi di 39 piedi misteriosamente non immatricolato, niente targa sulle murate! (forse francese? bhooooooo.. mistero)
Davide
Striscia di ADV
Salina
bARCa bIsBetiCa con cIURmA fAmEliCA: quotidianità di famiglie a vele spiegate. Il diario dei nostri "sogni in mezzo al mare"... tra letteratura di bassa lega, geografia pelosa, visioni mistiche, cheek to cheek, uccellini che cinguettano, cibo, musica e poesia.
"Come faccio a spiegare a mia moglie che quando guardo fuori dalla finestra sto lavorando?" (Joseph Conrad)
martedì 27 maggio 2008
mercoledì 21 maggio 2008
sabato 17 maggio 2008
quanto dura un 12m. Stazza Internazionale
anzi.. quanto è "duro"?
http://ekstrabladet.tv/verdenpaavrangen/article969653.ece
la barca è Thea, uno stupendo 12m. S.I. del 1918, 26 tons di solidità, dato che è già stata sistemate dei pochi danni subiti e naviga nuovamente, ancora..
http://ekstrabladet.tv/verdenpaavrangen/article969653.ece
la barca è Thea, uno stupendo 12m. S.I. del 1918, 26 tons di solidità, dato che è già stata sistemate dei pochi danni subiti e naviga nuovamente, ancora..
giovedì 15 maggio 2008
domenica 11 maggio 2008
ammortizzatore di strambata
"accrocco" by Barontini.. COPIATO!!!
ingredienti:
- un discensore da alpinismo a 8 (della Kong)
- un tocco di cima vecchia da recuperare all'uso, possibilmente consumata meglio grossina
- due bozzelli di rinvio inseriti in cima alle rotaie del genoa (anche rotti, come quelli trovati già!)
et voilà.. le vostre abbattatute non saranno più strambe! :)
(aggiunta) NOTE METODOLOGICHE:
io l'ho provato solo con vento debole, il we che ero in laguna a venezia.. ed ha funzionato
l'amico l'ha provato anche in condizioni più severe, funziona.. solo, ripeto, vanno provate un paio di strambe "volute" per stabilire il giusto diametro della cime ed imparare a regolare bene la tensione da darle
per il resto non da nessun problema a stare su sempre, sebbene questo possa cambiare da barca a barca (nel Topkapi è perfetta, specialmente per quei due rinvii che hai lasciato tu in fondo alle rotaie del genoa); poi ancora.. in base alla misura e lunghezza delle rotaie può anche essere che la posizione non è ideale.. ricordati che il punto di rinvio DEVE ESSERE A PRORAVIA DEL DISCENSORE, più è rinviata a prua la manovra e PRIMA entra in funzione!!! per assurdo puoi anche non usare le rotaie del genoa ma semplicemente mettere due rinvii semplici attaccando i bozzelli alle lande delle sartie basse, o se hai la falchetta in metallo traforato anche a quella. funziona lo stesso, solo la manovra può essere più d'intralcio quando è a riposo..
quanto al discensore, questo lo attacchi direttamente al boma sfruttando un aggancio solido, possibilmente lo stesso golfare del vang (io ho fatto così e ci ho messo un fiat), sfrutta un semplice moschettone d'arrampicata, di quelli con la sicura; se non hai agganci basta anche uno stroppo a fettuccia intorno al boma, per realizzare l'aggancio del tuo moschettone, l'importante è che non scorra via verso la trozza, ovviamente...
ricordarsi anche che una volta armato è un sistema che aiuta direttamente il vang, e tiene fermo il boma e gli impedisce di sollevarsi: anche in boline con vento forte puoi metterlo in funzione per tenere il boma basso
se rimangono dubbi sono qui!
ingredienti:
- un discensore da alpinismo a 8 (della Kong)
- un tocco di cima vecchia da recuperare all'uso, possibilmente consumata meglio grossina
- due bozzelli di rinvio inseriti in cima alle rotaie del genoa (anche rotti, come quelli trovati già!)
et voilà.. le vostre abbattatute non saranno più strambe! :)
(aggiunta) NOTE METODOLOGICHE:
funzionamento:
durante un bordo -possibilmente lungo- in poppa o al giardinetto, magari pure a farfalla, comunque quando mi sento che ci può scappare la strambata involontaria per una distrazione mia o del pilota autom, su una classica onda un pò più maldestra, lo armo, benché lui sta sempre su pronto..
per armarlo, cioè metterlo in funzione, basta cazzare la manovra, che è unica a circuito: ricordati che il discensore funziona per ATTRITO, cioè dissipa l'energia cinetica (dell'alpinista che cade o scende, piuttosto che del boma che sventola da parte a parte) per semplice attrito: la sua "carica" o meglio riserva di carica, equivalente alla misura dell'energia in grado di dissipare è funzione in primis del diametro della cima (più è grosso meglio va: per assurdo si può anche fare in doppio se una sola cima risulta di diametro eccessivo!), e specialmente dalla sua tensione.. più la manovra è in tiro più è il sistema è carico!!!
io semplicemente uso i winch di scotta.. dal lato sottovento, dove il winch è impegnato con la scotta del genoa, faccio alla manovra una gassa e la incappello sul winch (ma solo perché ho anche lo strozzascotte impegnato, altrimenti userei quello mettiamo se avessi avuto un winch selftailing), dal lato di sopravento che il winch è libero gli faccio su la manovra dell'ammortizzatore e cazzo quanto basta
durante un bordo -possibilmente lungo- in poppa o al giardinetto, magari pure a farfalla, comunque quando mi sento che ci può scappare la strambata involontaria per una distrazione mia o del pilota autom, su una classica onda un pò più maldestra, lo armo, benché lui sta sempre su pronto..
per armarlo, cioè metterlo in funzione, basta cazzare la manovra, che è unica a circuito: ricordati che il discensore funziona per ATTRITO, cioè dissipa l'energia cinetica (dell'alpinista che cade o scende, piuttosto che del boma che sventola da parte a parte) per semplice attrito: la sua "carica" o meglio riserva di carica, equivalente alla misura dell'energia in grado di dissipare è funzione in primis del diametro della cima (più è grosso meglio va: per assurdo si può anche fare in doppio se una sola cima risulta di diametro eccessivo!), e specialmente dalla sua tensione.. più la manovra è in tiro più è il sistema è carico!!!
io semplicemente uso i winch di scotta.. dal lato sottovento, dove il winch è impegnato con la scotta del genoa, faccio alla manovra una gassa e la incappello sul winch (ma solo perché ho anche lo strozzascotte impegnato, altrimenti userei quello mettiamo se avessi avuto un winch selftailing), dal lato di sopravento che il winch è libero gli faccio su la manovra dell'ammortizzatore e cazzo quanto basta
IMPORTANTE: bisogna fare delle prove!!! ....questo perché la dimensione della sezione della manovra è funzione della superficie della randa.. per assurdo, come ti ho detto, potrebbe non bastare una sola cima ed allora la si può fare girare in doppio, piuttosto che usare un discensore "multiplo" come quello della foto che ti allego pure: il sistema l'ha pensato un mio amico che ha un 11 metri ed a lui il discensore semplice a forma di 8 non bastava a frenare, ed è passato all'altro modello
considera che con la doppia cima l'attrito cresce a dismisura perché non solo c'è l'attrito dovuto alla bocca di lupo che deve scorrere dentro il discensore, ma anche l'attrito mutuo tra le due cime! potrebbe persino essere eccessivo come attrito e non andrebbe bene perché, anzi, rischieresti di fare una strambata cinese (stramba la randa e non il boma, e potresti anche far danno alla vela)
melgio in ogni caso che sia una cima usata, già invecchiata e pelosa, io ne ho usata una trovata in fondo al pozzetto del Topkapi.. per la tua randa inizierei con una bella scotta, della misura almeno della scotta randa..
considera che con la doppia cima l'attrito cresce a dismisura perché non solo c'è l'attrito dovuto alla bocca di lupo che deve scorrere dentro il discensore, ma anche l'attrito mutuo tra le due cime! potrebbe persino essere eccessivo come attrito e non andrebbe bene perché, anzi, rischieresti di fare una strambata cinese (stramba la randa e non il boma, e potresti anche far danno alla vela)
melgio in ogni caso che sia una cima usata, già invecchiata e pelosa, io ne ho usata una trovata in fondo al pozzetto del Topkapi.. per la tua randa inizierei con una bella scotta, della misura almeno della scotta randa..
io l'ho provato solo con vento debole, il we che ero in laguna a venezia.. ed ha funzionato
l'amico l'ha provato anche in condizioni più severe, funziona.. solo, ripeto, vanno provate un paio di strambe "volute" per stabilire il giusto diametro della cime ed imparare a regolare bene la tensione da darle
per il resto non da nessun problema a stare su sempre, sebbene questo possa cambiare da barca a barca (nel Topkapi è perfetta, specialmente per quei due rinvii che hai lasciato tu in fondo alle rotaie del genoa); poi ancora.. in base alla misura e lunghezza delle rotaie può anche essere che la posizione non è ideale.. ricordati che il punto di rinvio DEVE ESSERE A PRORAVIA DEL DISCENSORE, più è rinviata a prua la manovra e PRIMA entra in funzione!!! per assurdo puoi anche non usare le rotaie del genoa ma semplicemente mettere due rinvii semplici attaccando i bozzelli alle lande delle sartie basse, o se hai la falchetta in metallo traforato anche a quella. funziona lo stesso, solo la manovra può essere più d'intralcio quando è a riposo..
quanto al discensore, questo lo attacchi direttamente al boma sfruttando un aggancio solido, possibilmente lo stesso golfare del vang (io ho fatto così e ci ho messo un fiat), sfrutta un semplice moschettone d'arrampicata, di quelli con la sicura; se non hai agganci basta anche uno stroppo a fettuccia intorno al boma, per realizzare l'aggancio del tuo moschettone, l'importante è che non scorra via verso la trozza, ovviamente...
ricordarsi anche che una volta armato è un sistema che aiuta direttamente il vang, e tiene fermo il boma e gli impedisce di sollevarsi: anche in boline con vento forte puoi metterlo in funzione per tenere il boma basso
se rimangono dubbi sono qui!
sabato 10 maggio 2008
trinchetta autoportante?
problema:aggiungere una trinchetta, ovvero sia disporre di una seconda vela di prua da ventone, in caso di necessità persino una tormentina, piuttosto che affidarsi al comodo ma regolarmente smutandato (oltre che pericoloso: l'ultima cimetta del tamburo si è rotta a Bruno+Camilla+Asdrubale) genoa rollato a metà situazione attuale:armo tradizionale con albero canclini ad un solo ordine di crocette non acquartierate con sartia bassa singola e baby stay a proravia soluzione del problema "classica" (quella canonica, che il tecnicone listaiolo interpellato ha installato sulla sua, giustamente..eheh), ma che vorrei evitare per questione di investimento eccessivo (soldi e tempo) giudicato inopportuno: secondo strallo in acciaio parallelo al principale, drizza indipendente, landa rimandata e tirantata in chiglia, volanti non strutturali e vele tradizionali con garrocci (un classico armo a cutter per intenderci)..francamente su una barca che ha i suoi anni e che non nasce per quell'uso, eviterei... troppe complicazioni, a tal punto da essere superflue almeno per il range di navigazioni che un 9 metri può concedere (la prossima barca a cutter, ndr) soluzione "innovativa", scopiazzata da chi l'ha già realizzata: landa con golfare nel gavone di prua (infazzolettata sulla paratia del pozzo dell'ancora), quindi a diciamo una 50ina di cm dallo strallo principale che rimane con il suo bel tamburo avvolgitore e genoa tradizionale, paranchetto volante a 3-4 vie per tesare bene l' inferitura della vela che andrà fatta con ghinda in spectra -in sostituzione dei garrocci-, drizza di rispetto del genova anch'essa in spectra asservita allo strallo tessile volante (c'è chi ha rimandato tutto in pozzetto delegando la tensione del bordo d'ingresso tutta ai winch, ma non mi piace, secondo me rimane catenaria)..l' uscita è quindi in testa d'albero, una di quelle già esistenti, e gestione del tutto senza volanti di sorta benché il mio armo sia in testa e senza quartiere alle crocette, sforzo scaricato sul paterazzo far tagliare quindi una vela di prua da ventone bella magra, snella, longilinea e con una base alta sulla coperta, che nemmeno prende acqua, e pensando persino alla possibilità di realizzare un taglio della penna "ridotto", cioè con una veletta a lunghezza di bordo "inferito" più corto del corrispondente "strallo" (tutto tra virgolette non avendo nè inferitura nè strallo in caso di vela autoportante) in teoria si potrebbe mandare a riva con lo stesso sistema anche una vera e propria tormentina piuttosto che, paterazzo permettendo, un piccolo yankee con penna tagliata bassa e bugna alta ma un attimo più panciuto leggero della trinchetta, o persino un fiocchetto magro e possibilmente steccato, tipo "olimpico" parafrasando un recente slogan elettorale, ed aggiungedoci un punto interrogativo enorme... SE PO' FA' ??????????
giovedì 1 maggio 2008
1 maggio 2008: gita...
indovinate dove abbiamo portato il Topkapi?
............ pranzo "ai tedeschi" in s.erasmo
gita in bacino di s.marco
notte a lio grando, con cena a bordo di "Euforia" del caro Fausto..
l'indomani escursione a Burano, ma in vaporetto
poi altra notte al lio.. da li in poi un grazie all'equipaggio di "SULA", che mi ha seguito durante il rientro, prima vera navigazione solitaria a bordo del Topkapi
d
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