"Come faccio a spiegare a mia moglie che quando guardo fuori dalla finestra sto lavorando?" (Joseph Conrad)

sabato 12 febbraio 2011

Vademecum di Bordo per gli Ospiti

Nota redazionale:
questo Vademecum è stato composto molto tempo fà in "open source" su un forum di discussione on line ormai non più attivo, ed a cui ebbi modo di prender parte; l'ho ripescato per caso nei meandri del mio hard-disk e mi è parso carino -ancorché ambizioso!- riesumarlo su queste pagine, con la speranza e pure la preghiera, che sebbene alcune voci siano state dichiaratamente composte dal sottoscritto quale contributo al lavoro di gruppo, i lettori non lo adoperino a prova d'accusa di dispotismo nei miei confronti !!!
 


Vademecum di Bordo per gli Ospiti di -da personalizzare e stampare ciascuno per la propria barca>
(Il ducetto di questa barca giura di non aver invitato gli amici al solo scopo di imporre loro delle regole. Non è così che intende appagare le proprie frustrazioni - tante che una portaerei con 5000 persone di equipaggio sarebbe insufficiente. Le regole che siete pregati di leggere ed applicare hanno la sola ragione di poterci godere questi giorni assieme senza che incidenti o frizioni possano turbarci. Queste regole non sono un delirio personale ma sono una sintesi condivisa da un gruppo abbastanza esteso di persone con un discreto bagaglio di crociere piacevoli e di esperienze negative)

Acqua: di salata ce n’è sempre troppa, di dolce troppo poca. La prima deve stare fuori dalla barca (vedi anche “prese a mare”). La seconda, possibilmente, dentro. In altre parole: chiudi sempre i rubinetti dell’acqua dolce anche tra una passata di spazzolino da denti e l’altra e pensa che in fondo è lei l’artefice della tua pessima tintarella.
Albero: per farlo venire giù basta molto meno di una motosega (vedi voce Stralli)
Ancora, con l’accento sulla A: pesa sempre troppo, soprattutto se ti finisce su un piede. Se ti immergi a guardarla, lasciala stare dov’è. Altrimenti, quando risali, rischi di scoprire che la “tua” barca ha stabilito di andarsene. L’àncora non è un aratro ma ugualmente ara (vedi Arare)
Arare: succede all’ancora quando decide di non tenere più. Di solito capita di notte. La cosa normalmente sconvolge il Comandante (vedi) ma non coinvolge l’ospite. Se lo coinvolge, vuol dire che è troppo tardi.
Assicurare: vuol dire “legare”. Te lo assicuro.
Autoclave: è la pompa (vedi) dell’acqua (vedi) dolce. Con il suo ronzio ti segnala che ne stai usando troppa.

Babordo: con “tribordo” solo nei film dei pirati. Da noi si dice dritta (vedi) e sinistra (vedi).
Bagni: quelli in mare sono magnifici. Quelli della barca devono restarlo.
Banchina: andare in banchina è desiderabile quando si è ancorati fuori. Ma è un disastro se si va in banchina quando si è già ormeggiati, o quasi (attento alla frase: “Occhio che stiamo andando in banchina”. Anche l’ospite, se capita, è invitato a usarla in tempo utile).
Bandiera: controlla sempre che il Comandante (vedi) non abbia issato a rovescio quella italiana. Si capisce dallo stemma.
Barca: la mia barca significa per me più di quanto la tua casa voglia dire per te. Anche se non è vero, credici.
Battagliola = Pulpiti+Draglie+Candelieri (vedi tutte le voci per scomporre l’espressione aritmetica)
Beccheggio: deleterio con il Rollio (vedi).
Bitta: troppo lungo da spiegare per iscritto, ma in tempo per il primo ormeggio (vedi) promesso che a tutti a bordo verrà spiegato il nodo alla bitta.
Bolina: l’andatura che si usa per risalire il vento (vedi). È due volte la strada, tre volte il tempo, quattro volte la rogna.
Boma: è la trave di metallo che tiene tesa la randa (vedi). Pericolosissimo se si vira (vedi) o se si stramba (vedi, anzi vedi subito che è importante!!!).
Bugliolo = secchio. (l’avresti mai detto?)



Cabine: dove si dorme e per favore non chiamarle stanze o camere, visto che questa barca non è un albergo!
Cambusa: preziosa dispensa di bordo. Per la combinazione della cassaforte rivolgersi al Comandante (vedi).
Canale 16: se non lo vedi scritto sul visore del VHF (vedi) avvisa il Comandante (vedi) che qualcuno ha messo le mani dove non doveva pensando di poter scroccare una telefonata ai parenti..
Calzature: vietate se non di pelle di piede umano.
Candelieri: non si accendono e non sono d’argento, ma sono sottili e si piegano sotto il peso di una persona (meglio no perché costano); vedi anche voci “battagliola”, “draglie” e “pulpiti”.
Capelli: non servono né al pavimento del bagno, né allo scarico del gabinetto, e più lunghi sono, peggio è. Quindi pettinateli in coperta se possibile, e pulite le spazzole fuori.
Cargo: tipo di nave da evitare, come tutte le altre del resto..
Cazzare: nella pratica significa “tirare” ma si dice solo cazzare. Contrario= “Lascare” (vedi)
Cerata: indumento PERSONALE, non dotazione di bordo. Chi non ce l’ha si bagna.
Cesso: vedi voci “gabinetto” e/o “wc”. Sinonimo: Bugliolo (vedi)
Cime: nel mondo terrestre si chiamano corde. A bordo di corde ci sarebbe solo quella della campana, se ci fosse la campana. E quella d’ormeggio (vedi) quando vi verrà chiesto di lanciarla a terra è bene che da un’estremità sia assicurata alla barca, meglio a una bitta (vedi).
Cinture di sicurezza: non protestare quando ti si chiede di indossarle. Per essere utili, però, vanno fissate alla barca.
Ciurma: lettori del presente regolamento. Sinonimo: SUDDITI.
Comandante: 1) Il comandante ha ragione. 2) Il comandante ha sempre ragione. 3) Nell'improbabile caso il comandante non avesse ragione, si applicano i punti 1 e 2.
Corpo morto: al di là di tutte le assicurazioni possibili prima della fine del tuo soggiorno a bordo le circostanze ti richiederanno una prova di coraggio per prenderlo in mano. Auguri. (vedi anche voce “trappa”).
Creme: ungi te stesso, la barca non ne ha proprio bisogno (vedi anche voce “Olio solare”).

Doccia: quella di poppa è una goduria ma sono già pentito di avervi reso partecipi della vicenda.. (vedi alla voce “acqua”).
Draglie: i parapetti di filo d’acciaio lungo i fianchi della barca, non è filo spinato ma è come se lo fosse ai fini della possibilità di appoggiarcisi sopra. A prua e poppa si chiamano “pulpiti” (vedi).
Dritta = destra. Vedi anche voce “sinistra”.

Ecoscandaglio: lo strumento che ti dice quanta acqua c’è sotto la chiglia (ma non se stai per prendere uno scoglio sotto la prua).
Elettricità: a bordo è scarsa quanto l’acqua dolce. Impara ad apprezzare il buio e la luce delle stelle e le batterie apprezzeranno il tuo romanticismo.
Elica: evita di finirci dentro. Ma evita anche di farci finire dentro una cima o una lenza da pesca.

Filare: lasciar scorrere una cima (vedi) o una catena. Senza però perderla a mare. Prima di filarla la cima va assicurata (vedi).
Fiocco: è la vela triangolare che sta a prua (vedi) e non c’entra niente con quelli per i capelli (vedi) o dei pacchi regalo. Vedi anche voce “Genoa”.
Frigorifero: non protestare se ti viene detto di lasciarlo spento. Meglio la birra tiepida che il motore (vedi) che non va in moto.
Fumare: vietato categoricamente all’interno, all’esterno se proprio ma se proprio non se ne può fare a meno ed il nervosismo aleggia, sottovento almeno. Grazie!
Fuoribordo: non fidartene mai. Porta con te sempre un paio di remi e l’ancorotto. Ma anche se lo odi non farlo finire in acqua.

Gabinetto: buttaci dentro solo cose preventivamente digerite. Tutto il resto va nei cestini. Quando usi il g. assicurati sempre che le prese a mare siano aperte. Per il resto, istruzioni modalità d’uso e quant’altro vedi voce “pipì” o chiedi al Comandante (vedi) in caso di dubbi. (e se hai dubbi, prima di fare qualsiasi cosa anche *urgente*, chiedi.. ti prego!!!). Sinonimo: Bugliolo (vedi)
Gassa: quella “d’amante” è un nodo che tenterò di insegnarti ma che tu non imparerai mai. Si comincia con un serpente…
Gavone: sta per “ripostiglio”. In genere si apre dall’alto. Spesso bisogna sollevare molti cuscini e di solito dentro non c’è mai quello che si cerca.
Gennaker: non ti preoccupare, non lo useremo.
Genoa: grande Fiocco (vedi) inventato in Liguria ed indovina dove..
Giubbotti salvagente: vale più o meno quello che ti ho detto per le cinture di sicurezza (ma non si assicurano e mi raccomando.. a ciascuno il suo, piano piano e senza spingere!)
Gommino: gli anglofili lo chiamano tender. Non, ripeto non, è un canotto con cui giocare. E, anche se scoccia tirarlo a bordo, non si traina mai dietro alla barca.
Gps: ti dice dove sei ma tu dovresti saperlo lo stesso (e anch’io).

Incattivito/a: una di quelle parole che non senti mai, ma quando la senti sono guai. Significa “che non si riesce a liberare, a sciogliere”.
Lascare: È il contrario di “cazzare” (vedi).
Log: Lo strumento che ti dice quanto lento stai andando a vela, e non lamentarti che più veloci di così non si può.
Luci: per quelle interne vedi alla voce “elettricità”. Quelle di navigazione dicono agli altri dove stai andando e a te che quel cargo (vedi) ti sta venendo proprio addosso.

Mal di mare: prima o poi ne hanno sofferto tutti. Poi tutti hanno capito che in realtà non esiste (ma se ti capita, tu avverti “prima” e -promessa di Comandante- la murata sottovento è tutta tua).
Mani: Prima regola: una per te e una per la barca (traduzione: qualsiasi cosa stai facendo, tieniti). Seconda regola: non usare mai le mani per allontanare la banchina (vedi) o un’altra barca dalla mia. Usa il mezzo marinaio (vedi).
Maniglia: per l’uso vedi “Winch” (e occhio che stia sempre nel suo alloggiamento, che non mi va di andarla a recuperare in fondo al mare nuovamente..)
Mayday: non è affatto un bel giorno di primavera.. (vedi voce VHF).
Medicine: quelle di bordo sono appunto di bordo: non siamo una farmacia!!!
Mezzo marinaio: o “gaffa”. Serve per scostare (o avvicinare) la barca a qualcosa. Ma, scoprirai, è molto difficile usarlo per pescare gli infradito che ti sono caduti nell’acqua puzzolente del porto.
Motore: sei fortunato che non devi preoccupartene tu. Ma non (non) si spegne girando la chiavetta. Quella si gira solo “dopo” che il motore si è spento.
Mugugno: è un tuo diritto (l’unico che hai, del resto), esercitalo!!! (a bassa voce)
Murata: è il lato della barca, che ne ha due uno sopravento (vedi) e l’altro sottovento (vedi).

Oblò: insieme con il tambucio (vedi) e gli osteriggi (vedi) sono le aperture della barca “sopra” il livello del mare. In navigazione vanno chiusi a meno che il Comandante (vedi) dica il contrario. NB: delicatamente.
Olio solare: peggio delle creme!!! (vedi voce “Creme solari”)
Ormeggio: delicata procedura di arrivo –auspicabilmente soffice- in banchina (vedi),  procedura pertanto SILENZIOSA come e più di una preghiera di gruppo. Grazie. (e comunque fai sempre e solo quello che ti dice il Capitano e non quello che stanno urlando da terra!)
Orzare: argomento Lesson 1, quando il Comandante (vedi) deciderà di dare alla ciurma (vedi) i primi rudimenti di vela.
Osteriggi: porte finestra a piano orizzontale (vedi anche Tambucio)

Parabordi: come dice il nome. Sembrano palloni di plastica e se non si è capaci di assicurarli alle draglie (vedi) con un nodo parlato semplice almeno evitare di starci seduti sopra poco prima di un ormeggio (vedi).
Passerella: meno ci stai sopra, più sicura è lei e più asciutto tu.
Paterazzo: strallo (vedi).
Piedi: se sono nudi guarda dove li metti. Se devi correre a bordo mettiti un paio di scarpe (vedi). Altrimenti rischi di scoprire che cos’è la frattura dell’amante.
Pipì: in barca l'uomo normale fa la pipì dal pulpito di poppa. Il macho la fa seduto sulla tazza. Chi ha fatto Capo Horn la può fare controvento, chi ha fatto  Capo Horn controvento la può fare dove e come vuole lui (gli uomini, infine, che la vogliono fare in piedi nella tazza meritano di essere preda del sindaco di Treviso Gentilini).
Panche: vedi “pozzetto”; in barca sono prive di inginocchiatoi ma adesso li aggiungiamo..
Pilota automatico: dispositivo elettronico (quindi per definizione delicato.. costa e si rompe va!!!), che sostituisce il timone (vedi) ed il timoniere (=Comandante), almeno finché nessuno lo disturba o peggio la cazzulìa!!!
Poggiare o Puggiare: argomento Lesson 2, quando il Comandante (vedi) deciderà di dare i secondi rudimenti di vela alla ciurma (vedi).
Pompa: a bordo ce ne sono tante ma l’unica che interessa a te è l’autoclave (vedi), la quale invece interessa a me che funzioni il meno possibile.
Poppa: nessun doppio senso. È il “dietro” della barca (1). Anche andatura con il vento (vedi) che viene da dietro e non fa sbandare la barca, finalmente! (2).
Pozzetto: ci si sta in navigazione possibilmente seduti (sulle “panche”, vedi), che al massimo ci si bagna ma almeno si torna a casa con tutti gli ossicini in ordine.
Prese a mare: sono le aperture della barca “sotto” il livello del mare. Servono principalmente per gabinetti e lavandini, ma anche per raffreddare il motore. Vanno chiuse o aperte in base alle esigenze (v. Comandante).
Prua: sta dalla parte opposta alla poppa (vedi) e ci trovi quasi sempre una vela ligure (vedi Genoa).
Pulpiti: uno a poppa uno a prua, metallici ma *delicati come tutto o quasi* in barca (vedi voce “draglie”).

Quadrato: il salone sottocoperta. Approfitto per dirti che “giù”, se possibile, si entra asciutti e mai con i costumi bagnati (vedi alla voce “sale”)

Randa: la vela più grande, quella con il boma (vedi “boma”.. e svelto che è importante!).
Rinvio: carrucolina entro cui passa una cordicella, nonché il peggior posto dove sedersi: se una Scotta (vedi) scotta alle mani, figuriamoci alle chiappe (vedi anche Rotaia)
Rollio: col beccheggio (vedi) uno dei movimenti che distinguono la barca dall’automobile. Ma ci si abitua in fretta.
Rotaia: altro pessimo posto su dove sedersi..

Sale: nella pasta mettine quanto vuoi. Giù in barca portane il meno possibile, perché altrimenti non si asciuga più niente.
Sartie: stralli (vedi)
Sbandamento: una delle conseguenze della bolina. Ma non ci si rovescia, quasi mai.
Scaletta: vedi voce “Passerella”.
Scarpe: benvenute a bordo solo se hanno le suole di gomma chiara. E pulita.
Scotta: non c’entra la pasta. È la cima (vedi) che serve a regolare la randa (vedi) o la vela di prua, e che bruciacchia le mani.
Sigaretta: la cenere, che magari ancora brucia, ha un'abilità diabolica a infilarsi dagli oblò aperti, quindi fumate sempre sottovento e fuori dal pozzetto nelle andature portanti (cioè quando il vento viene da dietro). Il mozzicone, possibilmente, non in mare: se non c'è posacenere una lattina con dentro un po' d'acqua va benissimo.
Sinistra = sinistra (anche radicale). Vedi anche voce “dritta”.
Sole: ricorda che a bordo è facile prenderne più di quanto tu voglia, ma è mio amico perciò non lamentarsi sennò s’offende e se ne va.
Sopravento: il vento viene da una parte, tu sei nel mezzo.. sopravento è dal lato da cui viene il vento!
Sottovento: il vento viene da una parte, tu sei nel mezzo.. sottovento è di là!
Stralli: di prua, di poppa (=paterazzo), sartie alte e basse.. ce ne sono di tutti i gusti e sono quei preziosi cavi d’acciaio che fanno si che l’albero (vedi) stia in piedi anche senza le radici.
Stramba: non vuol dire strana. È l’avvertimento al quale l’ospite deve prestare più attenzione, se non vuole perdere la testa. Significa che la barca sta per “strambare” e che il boma (vedi) sta per passare molto velocemente da una parte all’altra del pozzetto (vedi) e che rischi di prenderlo sul capo (guaaarda!).

Tambucio: l’uscio della barca, senza serratura di sicurezza Mottura (vedi anche voci “Osteriggi” e “Oblò”).
Teak: anche se è poco è troppo. Scotta sotto i piedi e si macchia facilmente.
Tenersi: sempre (sennò ti abbronzi a chiazze color melanzana).
Timone: ..questo si sa che cosa è! Non si sa invece che lo tocca solo il Comandante (vedi).
Trappa: prenderla “è uno sporco lavoro ma qualcuno deve pur farlo” (motto dei Marines); vedi anche voce “corpo morto” e capirai..
Unghie: tenerle corte perché si rompono facilmente, e per farlo seguire le indicazioni date a proposito dei capelli (vedi).
Urlare: solo in caso di emergenza con grave pregiudizio per la barca o peggio ancora l’incolumità personale o la vita umana. Altrimenti vietato.

Vela: serve a catturare il vento. No: non a farti ombra. E le cicche accese le sono indigeste.
VHF: radio ricetrasmittente di bordo, che si utilizza *sempre* a ricevere ed *una volta sola* a trasmettere sul Canale 16 (vedi) in caso di GRAVE pericolo, emergenza, avaria, affondamento, ecc ecc sgratt sgratt (vedi voce Mayday)
Vira: comando di “virare” (*non* e-virare, grazie); ti basti sapere che la tua testa corre gli stessi rischi dello “strambare” (vedi voce: Stramba).
Vento: elemento fluido proveniente rigorosamente da prua.

Wc: vedi “cesso” e/o “gabinetto”, comunque sempre della stessa fissa si tratta!!! Sinonimo: Bugliolo (vedi).
Winch: attrezzi che assomigliano a “rocchetti” sui quali avvolgere le cime, specialmente le scotte (vedi) per cazzarle o lascarle (vedi tutto che capisci meglio). Si trovano ovunque ma specialmente in pozzetto (vedi) e sono allergici alle dita delle mani che cercano sempre di mozzare. Si usa anche una maniglia (vedi) che quando serve su un altro winch non viene mai via e se viene via spesso va ripescata.

Zattera di salvataggio: non conosco nessuno che l’ha usata. E comunque pesa 70 kg e ti sfido a tirarla fuori da quel gavone, dove sta benissimo.




..e adesso che avrete appreso le quattro piccole regolucce che vigono su questa barca, e capito che l’anarchia gode di scarsa considerazione a bordo
tocco legno, gratto un paterazzo, faccio un giro su me stesso, e sputo sottovento
e passo ad augurarvi la più lieta e dolce permanenza a bordo di !
                                    Il Comandante

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