"Come faccio a spiegare a mia moglie che quando guardo fuori dalla finestra sto lavorando?" (Joseph Conrad)

sabato 27 febbraio 2010

Vancouver 2010 & "The Ripple Rock Blast"

(piccolo consiglio per la migliore "usabilità" del post: anziché clickare sui numerosi link inseriti nel post per raggiungere l'indirizzo su questa stessa finestra, consiglio "tasto destro del mouse>apri in una nuova FinestraOPPUREScheda" , di modo di tener aperta la finestra del post e poter proseguire nella lettura senza dover ricaricarla.. OPPURE: Click sul link con il tasto centrale del mouse, o rotellina, per chi lo ha..
........ il Viaggio se ne gioverà, il Sogno pure!)







"Se vuoi qualcosa nella vita, datti da fare e prendila!"






Inverno, freddo, neve, ghiaccio e quest'anno anche Olimpiadi. Ed oggi proviamo con l'aiuto della grafica e molta fantasia, a fare una visita (virtuale) agli atleti impegnati ancora per un paio di giorni ai Giochi Olimpici invernali 2010 in fase conclusiva in quel di Vancouver, Canada.
(e scopriremo poi che non andiamo affatto off topic al tema velico del blog!!!)








Vancouver sede dei giochi è una città canadese dello stato (costiero: primo indizio), della Columbia Britannica (British Columbia), ed oltre ad essere attualmente investita dal ciclone mediatico delle Olimpiadi invernali, è anche uno dei più importanti PORTI dell'oceano Pacifico; oltre a rappresentare una metropoli che conta quasi 3 milioni di abitanti, tutti letteralmente ammassati tra le rive del Stretto di Georgia su cui si affaccia, e le retrostanti Montagne Costiere, teatro appunto di Slalom Giganti e salto dal trampolino olimpico.

E dovendo ammettere mio malgrado una buona fetta di ignoranza su un tema, quello della geografia, sempre a me caro, mi sono dovuto arrendere alla sorpresa nel momento di scoprire la posizione di Vancouver, un puntino sulla sterminata superficie amministrativa del Canada, non soltanto posto sulla costa occidentale, ma per di più a sud.
A due passi dai boschi infestati di Grizzly e dalle montagne che percorrono questa terra ancora selvaggiamente integra, ininterrottamente per migliaia di kilometri, eppure *sul mare*, costituendo un avamposto di civiltà occidentale a pochi chilometri dal confine con gli States, essendo prossimi al confine Nord-Ovest degli Usa, verso lo stato americano di Washington e non lontani dunque dalla leggendaria Seattle.
La prima propaggine di territorio canadese è, quindi, proprio la British Columbia di cui Vancouver è la città maggiore, con l'omonima gigantesca isola sull'altra sponda dello stretto di Georgia.

L'accoppiata, mare-boschi, e di conseguenza vela-luoghi selvaggi, mi ha acceso quindi la miccia, e spinto ad erudirmi sulla geografia della zona, per immaginare perciò -e rimanendo come promesso nel tema di codesto blog- quanto potrebbe esser suggestivo arrivare al Villaggio Olimpico dei giochi invernali... in barca a vela!
Se la curiosità del lettore è stata già sufficientemente stimolata, e vogliamo chiederci davvero cosa andare a farci in questo posto, arrivandoci in barca a vela, allora.. salpiamo!

occhio al sondaggio!

direttamente sul frame laterale.. sarebbe "in evidenza"...

buone risposte. e Grazie!

giovedì 25 febbraio 2010

da trentenne mi rovinò quasi la vita..





..dite che sarà il caso di rischiare nuovamente andando al cinema, 10 anni dopo ed alla soglia dei 40, a vederne adesso il sequel?

martedì 23 febbraio 2010

60.000 MIGLIA A VELA





Francoise Moitessier
60.000 MIGLIA A VELA - IO, BERNARD E IL MARE

Editore: Mursia
Collana:
BIBLIOTECA DEL MARE
Pubblicazione:
07/2009
Numero di pagine:
140
PREZZO: € 16,00

"Il 12 ottobre del 1963 una barca a vela lascia il porto di Marsiglia.
A bordo ci sono un uomo e una donna. Il nome della barca è Joshua, il comandante è Bernard Moitessier, l'unico membro dell'equipaggio è Francoise, una donna minuta - pesa solo 45 chili, meno dell'ancora - e innamorata, che ha lasciato a terra tre figli per andare in contro a un avventura che entrerà nella leggenda."

Ed il resto lo leggerete da voi.. se ne avrete voglia e tempo: io ci ho provato a cimentarmi ma invero, senza grande piacere!



Il giudizio generale sul libro è estremamente negativo.. Leggendolo ben presto si viene sopraffatti dalla voglia di finirlo presto per archiviarlo definitivamente nella memoria più che per brama di conoscere la fine.. E già questo basterebbe.
Sconclusionato nella struttura letteraria, banale e sempliciotto nei contenuti, scorrevole all'inverosimile ma solo perché sembra scritto da una dodicenne... delusione massima.
Non una riflessione appena appena più profonda, descrizioni incomplete, noioso, ripetitivo, e puntini di sospensione dappertutto.

Non conosco il contrario di "interessante" ma cercatelo sul Dizionario e tutto sarà più chiaro. Ecco! Una grande delusione infine, un libro mediocre.

lunedì 22 febbraio 2010

Velisti veri e con le OO quadrate (e RiL..)

Beth & Evans




Porto all'attenzione questo link.. semi-dimenticato in blogroll, e ripescato per caso, cercando in rete per pura curiosità una qualche analisi della celebre depressione in rapida intensificazione (RiL) denominata Queen's Birthday Storm (1994), e nemmeno a dirlo presentata sempre sul loro sito, tra l'enorme mole di dati, documenti, articoli autografi e non, ivi raccolti. La loro lista di pubblicazioni in tema è peraltro veramente ponderosa (si capisce bene come a bordo in navigazione abbiano veramente moltomolto tempo per scrivere!).

L'analisi della Ril in esame per esempio è stata predisposta da Steve Dashew di SetSail, peraltro la raccolta dei loro articoli originali pubblicati su Cruising World, Yachting Monthly e Blue Water Sailing andrebbe messa come argomento di studio in tutte le scuole dell'obbligo... (bastano quelli di metereologia applicata alla nautica per far impallidire Corazzon e far passare tutti i tic al buon Giuliacci!)

Beth è autrice tra l'altro di uno dei testi sacri della navigazione on blue waters, quel "Voyager's Handbook" del quale è stato scritto lapidariamente su SAIL: “If you are serious about that extended voyage, read it.”, a parte altri libri a tema.
Evans invece mi risulta bazzichi anche sui forums di Sailing Anarchy, ovviamente in lingua inglese, dispensando non poche perle di saggezza con grande gentilezza e disponibilità!





Per il resto.... il loro log di 75mila miglia negli ultimi 10 anni, di cui 9000 non-stop per gli oceani meridionali, più altre 40mila nel precedente biennio sul loro vecchio 37' ....... PARLA CHIARO.


..altro che Ellison&Bertarelli.. NOI vogliamo velisti così: uomini con gli attributi, poveri e mortali; non ricchi sfondati che s'atteggiano a finti superuomini tutti carbonio ad alto modulo ed acciaio inossidabile!








NB.
e già che si rimane in tema: qui il link ad una bella presentazione online, anche scaricabile, sempre a tema di ciclogenesi e cicloni extra-tropicali!

il Cul de Zac

Ne parliamo? si, ma solo un breve accenno, perché come ha detto lo stesso Mister "3 vittorie in fila non bastano a far uscire una squadra dalla sua convalescenza" nè aver miracolosamente già riacciuffato il quarto posto in classifica, assicura di mantenerlo fino alla fine!

Pur non modificando il mio giudizio verso la dirigenza, dilettanti allo sbaraglio , mi ricredo in parte sui dubbi che la scelta di questo mister come sostituto di Ferrara mi aveva sul momento suscitato, scelta ovviamente dettata più da ordini economici che da altro, e tutto questo al di là dei risultati ottenuti (del resto l'esordio di Zac sono stati due pareggi di fila, con Lazio e Livorno, con le solite evidenti crepe in difesa, benché con la capacità contro i "labronici" per lo meno di reagire all'iniziale svantaggio!)


domenica 21 febbraio 2010

i luoghi di Alvah



il continente d'acqua, l'oceano Artico, teatro delle gesta di Alvah Simon di cui appena abbiamo letto e riportato (linko!), in uno splendido ritratto d'autore ad altissima risoluzione (satellite ESA)

via geomedia.it

venerdì 19 febbraio 2010

dedica sanremese al mio Topkapi..

..che posto in vendita mi turba il sonno, per quel che è stato ed è -con lei-, e quel che sarà o potrebbe esser mai, con o senza di lei..



È notte alta e sono sveglio

sei sempre tu il mio chiodo fisso
insieme a te ci stavo meglio
e più ti penso e più ti voglio.
......
anche se incontrassi un angelo direi
non mi fai volare in alto quanto lei.




link x fb

giovedì 18 febbraio 2010

le ferie di Charlie2

ULTIMO GIORNO!!!!!!!!!

GIORNO 41 - 28/7 - Cittanova-Caorle, solite 33 miglia a motore nelle solite 6 ore di traversata ca.

Oggi è la giornata dell'ultimo trasferimento, si torna in Italia: a parte un refolo di vento da sud che ha soffiato mentre staccavo la passerella dalla banchina, ben poco di segnalare.
E' bastato quello a farmi ben sperare, e smontare ottimisticamente pure il bimini artigianale in un eccesso di zelo misto a prudenza, ma poi ogni aspettativa è naufragata e la traversata è stata quanto di più noioso si sia mai visto. Zero vento e mare piatto come il petrolio; pure la canna ha taciuto, quindi veramente nulla di significativo da raccontare.


mercoledì 17 febbraio 2010

martedì 16 febbraio 2010

l'AC in 2 regate

tutto qui sotto nella sintesi già in linea su youtube entro i canonici 10 minuti primi (davvero ammirevole la concisione di Oracle!):

link per fb

lunedì 15 febbraio 2010

Coppa America agli Americani

.. e su questo non ci troverei nulla di strano !
(certo che se poi il tri timonato da Giacomino Spithill s'è rivelato più veloce a tutte le andature correndo a tre volte la velocità del vento, e pure migliore in manovra e specialmente con il pozzetto più competitivo sempre... chapeau!)

Ernestino porello si sarà sentito di non stare manco in regata, autoinfliggendosi in pratica una penalità ancor prima di entrare nel box di prepartenza, lui italo(poco)-svizzero che pareva avere il cronografo sballato!
(con un pensiero alla mia amica Etherea..) ..da far tenerezza, quasi. Ma anche no, ed in fondo un pochino ho anche goduto.
Che da peccatore -a mia volta- giuro che non amo mai peccar di presunzione, ed almeno a bordo faccio di tutto per metterla via perché so quanto possa risultar deleteria! ..ed il cocco svizzero fago-tuto-mi l'ha pagata cara ed a sue spese, e ben gli sta, a lui e tutto il circus manageriale che aveva creduto di gestire, appropriandosi di un evento che è del popolo dei velisti, non del singolo.
Manifesta incapacità, amen. (avesse esposto la bandiera rossa a poppa, ieri sull'ultimo lato, più per attirare l'attenzione delle telecamere ed ingraziarsi un pò i suoi sponsor, ché per presentare un reclamo, avendola poi ritirata prima della linea?)

Fine del contro-commento, ed onore ai vincitori. Superiori in tutto, e pure troppo ai fini dello spettacolo e della scelta degli aggettivi da dedicar loro! (la mano santa di Russel sebbene invisibile s'è sentita forte sulla competizione!).

Aspettiamo per oggi le decisioni di Oracle sul futuro dell'America's Cup e della formula e dei tempi della prossima edizione, che si mormora già "Mascalzone" come prossimo Challenger of Record ma le regole di regata saranno tutte da scrivere... insomma se ne vedranno ancora delle belle, e speriamo per il futuro più sull'acqua (ovunque ed in qualunque emisfero, ma non nella straziante Valencia please!!!), che in aula.

domenica 14 febbraio 2010

E' il compleanno del Comandante

L'equipaggio gli fa un bel regalo (sebbene su "ordinazione"), e la barca lo ospiterà volentieri a bordo. Direttamente nella libreria del carteggio.







CROAZIA
Porti approdi e coste di Slovenia, Montenegro, Albania

Trevor & Dinah Thompson
pp. 388 a colori - Formato A4, brossura
487 porti e ancoraggi - 320 piani - 318 foto
Edizioni il Frangente 2° ed. 2009


sabato 13 febbraio 2010

STRATOS 12 - CANTIERI DEL SERCHIO

Questa settimana torniamo sul versante rarità, ma con la dovuta precisazione che non tutto quel che è raro è necessariamente anche prezioso.
Lo STRATOS 12 è raro semplicemente perchè vi sono pochi pochissimi esemplari in giro ancora naviganti, e perché proviene da un cantiere esso stesso di dimensioni minime e di produzione ridotta; la fama del cantiere non è certamente delle migliori, eppure qualche interesse questa barca lo mantiene ugualmente, per il suo layout da macina-miglia, e per il suo valore che nel mercato attuale risulta assai contenuto, a tal punto da risultare un'opzione valida per chi richiede una barca da viaggio comoda e marina e senza molte pretese di carattere estetico, pratica e senza fronzoli, ben motorizzata (di solito monta 50cv Perkins o Nanni o Mercedes) e semplice da condurre anche per equipaggi inesperti, essendo ampiamente sottoinvelata; una barca oltretutto, per le ragioni su esposte, specialmente, anche dal budget d'acquisto estremamente contenuto. (Discorso a parte ovviamente andrebbe fatto riguardo alla realtà portuale italiana, quanto alle spese di gestione e mantenimento, che per un 12 metri come questo diventano nella norma quasi insostenibili, e per una barca del genere quasi inopportune immaginando quanto incidano percentualmente rispetto al valore del bene in sè! Però ci sono anche piccole realtà fortunate e felici, circoli, darsenette semiprivate, polisportive ecc.. e quindi anche codesta imbarcazione merita d'esser dignitosamente approfondita!)




giovedì 11 febbraio 2010

Alvah Simon - A nord, verso la lunga notte

"Finchè vi è titubanza e la convinzione vacilla non si innescherà mai quella cascata di eventi che farà in modo di moltiplicare le nostre energie per raggiugere la nostra meta."





Il libro è semplicemente splendido, ma se ne parlassimo relativamente all'ambito dei romanzi a tema e sfondo nautico, direi -più ancora- proprio unico nel suo genere.

E' fondamentale superare il breve prologo, che nell'atmosfera letteralmente claustrofobica potrebbe scoraggiare nel proseguimento della lettura gli animi appena appena più impressionabili: poi il testo, scritto benissimo, diventa gradevole e avvincente, e ben presto lo scafo a vela diventa solo un sottilissimo improbabile guscio incapace a isolare l'animo del protagonista da una Natura più che mai esuberante: leggendolo mi sta ricordando molto Krakauer nelle sue pagine migliori, vuoi per l'aria sottile che spira anche tra le sartie del Roger Henry, ma anche per la rarefazione del contesto umano quasi annullato di fronte alle più immense manifestazioni di quello naturale, eppure con la presenza -in primo piano e sempre fortissima- della voglia di vivere del protagonista, mai domo e che mai perde di vista il proprio fine ultimo, l'obbiettivo, la voglia di testimonianza ed il sogno.

Un sogno hippie vissuto sul pack artico piuttosto che Sulla Strada, ma ugualmente animato dalla stessa voglia di percorrerlo, vivendolo, fino alla fine: « Dobbiamo andare e non fermarci finché non siamo arrivati» «Dove andiamo?» «Non lo so, ma dobbiamo andare » (Jack Kerouac - On the road)


Di seguito ricopio anche una bella (vera e propria!) recensione reperita online (via infolibro), perché personalmente non mi sento all'altezza di recensirlo in maniera puntuale, senza la certezza che sprecherei i superlativi, nè voglio correre il rischio di non fornire i giusti stimoli a cercarlo e leggerlo tutto d'un fiato.

(per inciso: il libro è introvabile in acquisto se non in versione originale in inglese, visto che le due edizioni in lingua italiana di Sonzogno sono entrambe esauritissime e fuori catalogo, compresa l'ultima del 2000 benché tutto sommato recente! Apposta che non indico isbn nè altro, però molte biblioteche ce l'hanno per fortuna disponibile al prestito: e così ho fatto a mia volta per goderne in pieno..)



A bordo del Roger Henry, una piccola imbarcazione d'acciaio, Alvah Simon e la moglie Diana decidono di affrontare un intero anno nell'artico canadese. Li accoglierà una piccola baia di fronte all'Isola di Baffin, e nell'attesa che il ghiaccio intrappoli la barca, si preparano a vivere un'avventura estrema, immersi nella natura selvaggia, lontani 150 chilometri dal più vicino villaggio Inuit.


Un cutter di undici metri dallo scafo d'acciaio, bloccato dal ghiaccio, giace all'interno di Tay Bay, un'insenatura dell'isola di Bylot, nordest canadese, oltre il circolo polare artico. L'ultima luce di ottobre avvolge lo scafo, prima di lasciare il passo alla lunga notte artica; all'interno, un uomo che ha deciso di trascorrere da solo l'intera stagione invernale a bordo, in completa autosufficienza, deciso a capire cosa significhi vivere a quelle latitudini, sotto la continua minaccia dell'attacco degli orsi, motivato a comprendere, fin dove gli è possibile e fino a quando glielo consentiranno la natura dei luoghi e le proprie risorse, lo spirito che anima il popolo Inuit.
L'avventura di Alvah Simon e di sua moglie Diana era cominciata un anno prima, quando il sogno di affrontare insieme la permanenza nell'artico era diventato una strada percorribile nella realtà. Da allora tutti i loro sforzi si erano rivolti alla complessa organizzazione necessaria per la riuscita del progetto, uno sforzo tanto più complesso perché "viziato" da una decisione controcorrente, quella di non affidarsi ad alcuna sponsorizzazione. Saranno gli amici, la rete di conoscenze maturate da Alvah Simon nel corso degli anni durante le sue lunghe navigazioni in barca a vela intorno al mondo, ad aiutare la crescita del progetto e ad evitare qualunque marchio sull'impresa.
L'intestazione dei capitoli del libro scandisce il ritmo della narrazione, insieme ai ritmi della natura: Camden, Maine, giugno 1994, tredici ore di luce…Baia di Melville, agosto 1994, venti ore di luce…Tay Bay, novembre 1994, zero ore di luce. La baia, a nord della grande Isola di Baffin, accoglie Alvah e Diana con il suo abbraccio gelato, e fissa nel tempo e nello spazio le ansie e le speranze dello scarno equipaggio, del quale fa parte anche una gatta, Halifax, raccolta in un porto, lungo la rotta di avvicinamento. Un evento imprevisto fa però cambiare di segno all'impresa: Diana è costretta a rinunciarvi subito, ma Alvah decide di rimanere. Il 12 ottobre, nel momento in cui l'elicottero che trasporta la moglie scompare dietro l'orizzonte, l'uomo si rende conto che una scelta definitiva è stata compiuta, una scelta che non consente ripensamenti: quella che doveva essere già un'impresa difficile, diventa proibitiva, al limite della pazzia.
Inizia così il racconto della lunga lotta contro le forze dell'Artico, ma anche l'inizio di un conflitto continuo della mente: il pensiero non riconosce più le coordinate del vivere precedente, disorientato, alla continua ricerca di un equilibrio, sottoposto alle sollecitazioni delle incombenze quotidiane fatte di piccoli gesti che non ammettono errori, perché nella notte artica un'azione maldestra, dal sapore per noi insignificante, può voler dire morire.
Nonostante il libro presenti un tratto mistico comune ad altri resoconti avventurosi di scrittori americani, la convinzione di essere guidati da una mano misteriosa che protegge e guida ogni passo, e che nella parte finale porta Simon ad affermare di aver scoperto la vera essenza del saper umano, nientemeno che "la rivelazione", A nord, verso la lunga notte rimane comunque una testimonianza importante sulle immense capacità di adattamento dell'essere umano in condizioni estreme, sulle strategie che la mente umana mette in atto per fronteggiare le difficoltà. Le pagine di Alvah Simon, uomo del ventunesimo secolo, ci avvicinano allo spirito dei grandi esploratori del passato, alle paure, alle speranze, ai fallimenti di coloro che furono affascinati dalle immense distese artiche, ma ci fanno conoscere anche i semplici accorgimenti escogitati dal popolo Inuit per poter vivere in quelle distese gelide.

l'amico Sergio sui programmi di gestione "Boat Ownership"

lettura segnalata e consigliata ...

[Premessa] Un programma di Boat Ownership è un meccanismo in cui tu acquisti una barca e la lasci in gestione ad una società di noleggio, che ne paga tutte le spese di mantenimento e ti garantisce una rendita periodica. Sembra la formula magica per potersi permettere di possedere una barca senza rimetterci o senza potersela in realtà permettere. Ma… [Fine premessa]


........il resto di là su Velablog ("i conti in tasca al Boat Ownership" ), con il punto della situazione a proposito dei programmi d'acquisto "a rendita assicurata" ultimamente proposti dalla Moorings, e già pubblicizzati anche sul Giornale della Vela

martedì 9 febbraio 2010

Aggiornamento sullo stock dell'usato nautico

O per meglio dire, in maniera molto meno seriosa: un breve seguito del famoso succoso (esilarante) articolo pubblicato qualche anno fà su queste pagine, circa lo spaccato della socialità dei venditori di barche usate!





Siamo al momento a nostra volta "on the market", proposti come venditori, ma lo saremo anche -se non lo siamo già, inavvertitamente- come prossimi acquirenti, da risultare quindi osservatori particolarmente avvantaggiati nel contesto jungla del mercato nautico, ma comunque lo saremmo ugualmente in virtù della spinta sensibilità circa il tema spinoso ma da sempre tanto caro a questa paginette d'opinione, spassionatamente quanto ad interesse ma sempre con tanta passione quanto a volontà nello stenderle!
Dunque si parte..

Nessuna rivoluzione copernicana. Mettiamo le mani avanti.
Nel senso che lo spaccato tragicomico che ne veniva fuori da quel fortunato (ispirato?!) articoletto non è cambiato più di tanto, salvo piccoli elementi evolutivi emersi prima di tutto nell'immenso stock di usato vomitato dal popolo degli armatori italiani nel mercato della vela usata, fatto quasi emblematico degli ultimi mesi dell'anno 2009, e primo scorcio del 2010.
Rispetto agli anni precedenti, la tradizionale "buttata" di fine estate (pare si parli di funghi, ma invece no..) ha avuto proporzioni decisamente più spesse, con dati sia di tipo empirico (osservazione diretta) che tramite testimonianze ricevute da operatori del mercato (che riportano gli ultimi 2 mesi del 2009 come i migliori per ammontare delle vendite, negli ultimi 2 anni), ma anche di opinion-leader; complici, prima di tutto, un trend dei prezzi dell'usato letteralmente in caduta libera nell'anno scorso (ma non parleremo dell'andamento dei prezzi, per adesso), insieme alla crisi economica generalizzata, con i risparmi delle famiglie sempre più contratti, per non dire del mercato del nuovo piombato nella crisi più nera (i numeri delle vendite dei cantieri sono quelli degli insuccessi delle "fiere d'autunno", con tanti bei segni meno davanti), il che ha incentivato nel complesso la domanda d'usato e spinto molti indecisi a "scendere in campo", con lo stimolo o anche semplicemente il solo incoraggiamento per farlo, ponendo in vendita la propria "bella", anche possibilmente con prospettive di successo.

Non ho tempo per una dissertazione seria, beninteso, quindi glisso sul vantaggio che una situazione del genere possa aver prodotto a coloro che con risparmi anche minuscoli tergiversavano in attesa di compiere il "grande passo", con l'acquisto della tanto agognata prima barca, mai come adesso veramente in "best first price", e ritornando al nostro solito originario campione di 10 "venditori di barche", a suo tempo costruito ad arte (eppure con buona approssimazione alla realtà, ed attuale), e proviamo soltanto a capire come questo si è evoluto, quanto a spaccato sociale, nel momento della crisi economica al tempo di Obama for Presidente e del divorzio del Cavaliere.

Il campione originariamente elaborato era il seguente, ripercorrendo l'analisi di allora "per immagini":
  • 5 venditori "che non vogliono vendere"
  • 5 venditori "decisi a vendere", dei quali:
- 3 erano gli "armatori inconsapevoli"
- 1 era "l'armatore in bolletta"
- 1 l'ultimo era "l'armatore tecnologo e superinformato"


Quel che è cambiato, a distanza di 15 mesi circa.

- una piccola quota di venditori indecisi ha cambiato idea... nel senso che ha fatto dù conti e capito che tenere la barca al pontile per il piacere di moglie e figli, ma per usarla poi in navigazione solo 15 giorni all'anno in agosto e non di più, ha assunto un costo quasi improponibile! ..e vabbè il discorso dello status-symbol, ma poccamiseria non siamo più negli anni '80, gli yuppies sono tutti morti, ed il porello si sbatte e rischia la pelle 14 ore al giorno su e giù per l'A4 con gli abbaglianti sempre accesi, per raschiare alla fine quei (n)eurini in più che poi la barcozza regolarmente gli divorerà, e tocca pure a lui fare i conti della serva, come a tutti i livelli: la cena con gli amici del giovedì sera non la sacrifica, il bridge al mercoledì nemmeno, alla moglie regalerà un colierino di consolazione in più, i figli invece se li porta a Gardaland (ma rigorosamente di domenica, perché di settimana è sempre di servizio sull'A4 assieme a camionisti e casellanti..), anche perché tanto poi per quei famosi 15 giorni in agosto si può prendere un charter che più comodone e chiattone non si può, e fa felice nuovamente la moglie che può anche farsi la manicure e lo smalto alle unghie in pozzetto senza far danni permanenti, ma in compenso con quel che incassa della vendita della barca, e che risparmia specialmente nella sua gestione, magari ci scappa pure che si cambia l' icsfaiv, che ha 35mila km ed iniziano ad esser tanti... (e che per lo meno lo porta a spasso sull'A4, mica la barca..).
Per farla breve: non parliamo proprio di un armatore al verde, ma piuttosto un bravo papi di famiglia, possibilmente nato e cresciuto nel solito Nord-Est che lavora, ed alla cui barca finora non ha fatto proprio mancar nulla, ma che per manifesto inutilizzo del mezzo ha capito che forse è meglio disfarsene, e dedicarsi ad altro, nel tempo libero essenzialmente, anziché correr dietro a velai e motoristi, anche perché, tanto, nell'ambiente è già abbastanza noto e qualche "imbarco" lo reperirà senza fatica, che al massimo farà peso in falchetta durante qualche regata d'invernale, mentre all'estate navigherà comunque quel tanto che basta: è stata presa, perciò, la classica decisione di "mettere fine alla propria carriera d'armatore, ma non a quella di velista (almeno per un pò..)". Insomma.. il corredino North-Sail viene riposto da qualche parte dentro un armadio realizzato all'uopo, da lasciare una porticina nel suo cuore mezza aperta, che nella vita non si sa mai!
(per chi compra: affari in vista! ..al di là dell'aspetto economico, giacché si parla di barche spesso nuove o seminuove, e trattandosi di armatori che il più delle volte non si sono mai privati di nulla, comunque si ragiona su mezzi ben tenuti, regolarmente ed il più delle volte da mani di professionisti manutenute, molto spesso attrezzate di tutto punto vista l'atavica attrazione di questa ctg d'armatori verso i gadget, anche inutili; tocca ragionare solo sul prezzo, giacché la barca solitamente merita: certamente la motivazione alla vendita adesso c'è, reale, il ché da luogo se non altro all'impostazione di una qualche possibile trattativa!)

A questa ctg, per esempio, si può anche ricondurre un nuovo elemento d'attenzione emerso negli ultimi mesi: il caso dell'armatore che decide di "scendere di misura", contravvenendo al più classico dei proverbi marinari secondo cui la barca migliore sarebbe invece quella (sempre) un metro più lunga! Non è raro infatti notare sulle inserzioni più recenti, spesso la possibilità concessa alla permuta, e talora persino con una barca di lunghezza inferiore, nell'ottica sicuramente di un contenimento dei costi, ma spesso anche in quello di un più coerente utilizzo del mezzo (e mettiamoci i figli grandi che non hanno più voglia di venire in barca, ma anche un impiego più consono, e se vogliamo più umanizzato della barca stessa, dunque più prossimo alle reali esigenze familiari che non a mere esigenze d'immagine).
Anche molte offerte di vendita per quote di metà o più, e condivisione quindi della barca, in questo periodo molto più diffuse del solito (l'italiano si sa che è generalmente individualista!), vanno lette nello stesso senso.


Senz'altro, infine, una certa percentuale della ctg che ha deciso di punto in bianco di vendere finalmente in maniera seria, lo ha fatto per una reale difficoltà economica: trattandosi ovviamente più della coppia di anziani che vivono di pensione, "a fine vita di velista", in luogo dell'agente di commercio in carriera di cui sopra, o comunque di soggetti tra i più disparati, ivi compreso "il sognatore ex hippie", il "giovane velista appassionato ma pure squattrinato" o quello classico che nutre "velleità d'Oceano e navigazioni caraibiche" poco suffragate dai reali mezzi di sostentamento, alla fin fine non è raro osservare -di recente specialmente- il caso dell'armatore che prenda l'effettiva decisione di vendere la propria "bella" a causa di un reale dissesto economico e finanziario, però transitando stavolta per direttissima nella ctg degli "armatori in bolletta": ho visto con il miei occhi annunci di vendita con scritto testualmente "si vende con urgenza al migliore offerente per gravi problemi finanziari", parlando comunque di una barca veramente ben messa con numerosi recenti e significativi interventi di migliorie; piuttosto che di 2 casi di -belle, ed importanti- barche "protestate" per morosità nel pagamento delle quote e canoni di ormeggio..


Ergo: primo bilancio... aggiorniamo il campione su base 10, in ordine agli insiemi della nostra casistica:
  • i venditori "che non vogliono vendere" sono rimasti 4, a beneficio -vedi che beneficio... di cui tutti ne avremo anche fatto a meno!- dello stock effettivo di offerte
  • 6 sono adesso venditori "motivati a vendere", dei quali:
- 3,5 sono diventati gli "armatori inconsapevoli" (sarebbero 38 o 39 su base 100.. via..)
- 1,5 gli "armatori in bolletta", di cui il nuovo "mezzo armatore" (o giù di lì, visto che ragioniamo su base 10..) è quello veramente prossimo al tracollo..
- 1 rimane sempre "l'armatore tecnologo e superinformato", inossidabile più che mai (Aisi 316, ovviamente)


Con una piccola, se vogliamo persino curiosa e graziosissima e pure meritevole d'attenzione, fenomenologia, circa uno dei 4 armatori "indecisi". Vediamo di che si tratta, anche perché fa sorridere, un pò...
Dato che due indizi costituiscono generalmente una prova, l'aver incidentalmente avuto contatto e nello stesso giorno, con 2 armatori -di cui non rivelerò mai l'identità nemmeno sotto tortura, se non altro per bieca solidarietà tra maschi- con barca regolarmente collocata in vendita, ma con la stessa surreale motivazione quanto a questa scelta, non poteva che spingermi a livello d'analisi statistica, nella produzione di questo nuovo sottoinsieme: "armatori affatto motivati a vendere, ma con barca in vendita quale giustificazione morale nei confronti della moglie, alias quieto/vivere". Sul serio (ed è anche più chiaro adesso il discorso fatto circa il mio silenzio, per mero cameratismo maschilista): entrambi i soggetti intervistati non hanno minimamente esitato a nascondere codesto aspetto, sottolineando che la propria barca è in vendita ma senza la benché minima reale intenzione a darla via a nessuno, bensì a costituire piuttosto un contentino alla moglie -evidentemente tanto terricola e poco piede marino- dunque con la barca collocata su mercatini ben scelti quanto a bassa visibilità, a prezzo possibilmente poco allettante (tanto la moglie non solo non capirà di mercato nautico, ma men che mai si passerà lo sfizio di leggersi blog online con elucubrazioni a tema, come quelle di queste pagine!), ed ancor meno trattabile, fermo restando che se mai dovesse arrivare l'interessato tanto non ci sarà molta difficoltà a farlo desistere dall'acquisto!
Considerazioni in merito a questo caso, quanto a incidenza sul prezzo medio di stock, o favore o meno per il compratore di incapparci, non vanno fatte trattandosi evidentemente di un sottoinsieme della casistica dell'armatore "indeciso", per il quale profilo psicologico si rimanda alla lettura del solito post originale del 2008, e altrettanto valga ancora quanto a conseguenze di carattere economico.


Aggiorniamo infine il campione, e l'appuntamento è a rileggersi presto con nuovi aggiornamenti, visto che con il Topkapi sul mercato, siamo certi novità arriveranno presto ben alimentate da nuovi e succosi dati!
Sempre su base 10 barche "in vendita", i relativi venditori saranno:
  • 6 "motivati a vendere", dei quali:
- 3,5 gli "armatori inconsapevoli"
- 1,5 gli "armatori con problemi economici"
- 1 l'onnipresente "armatore tecnologo"

  • 4 i soliti venditori senza alcuna reale motivazione alla vendita, il vero inguaribile tarlo del nostro mercato nautico, e di cui 1..... "causa moglie"

lunedì 8 febbraio 2010

lasciar perdere La7..... via su Oracle website!

meglio il livestream di Oracle!!!! (e già per il fatto stesso che l'abbiano fornito replicabile su blog e socialnetwork si sono già meritati il mio TIEPIDO supporto! eh eh)

bmworacleracing - Link alla DIRETTA!!!

Oggi è AMERICA's CUP

... la nostra passione per le regate è arci nota... poi questa ultima AC ci ha proprio particolarmente **appassionato** nelle fasi preparatorie e di avvicinamento (leggasi: ci ha triturato i cabbasisi), ad assistere agli epici scontri consumati in tribunale tra due ricconi annoiati spendaccioni perditempo fancazzisti, e relativi studi legali schierati al gran completo.. (anzi: a tal punto che una parte di me spera che adesso che finalmente si va in acqua, due bestioni scuffino entrambi e finisca 0-0)



comunque...... appuntamento stamattina in diretta tv su La7 dalle 09.25 (e diretta da Valencia anche via web su La7 online) per la prima di tre -previdibilmente NOIOSISSIME- regate!
..poi di nuovo al mercoledì 10 per la seconda, e se fanno pari, ci toccherà subire anche la "bella" al venerdì 12 febbraio, sempre stesso orario di programmazione.

e, sempre con le dovute precauzioni e che non si faccia male nessuno:
Buone Scuffie

sabato 6 febbraio 2010

L'IVA SUI POSTI BARCA VÀ PAGATA

Fine delle discussioni: non eravamo mai entrati nel merito della querelle in attesa di chiarimenti più sicuri, che adesso sono finalmente arrivati:


L’Agenzia delle Entrate con una risoluzione del 19 gennaio 2010 precisa che la locazione degli ormeggi è soggetta a Iva del 20 per cento. Questa attività infatti è assimilabile a quella delle aree destinate a parcheggio dei veicoli.

Ecco il testo del comunicato stampa dell'Agenzia delle Entrate:
COMUNICATO STAMPA
Posti barca in affitto, lo sconto Iva non va in porto La società che affitta posti barca prende a bordo tutta l’Iva. Niente esenzione da imposta ma aliquota piena perché si tratta di una locazione assimilabile a quella di aree per il
parcheggio auto. Lo chiarisce l’Agenzia delle Entrate con la risoluzione n. 1/E di oggi, che prende le mosse dalla richiesta di una società che gestisce due pontili in un porto turistico ed è interessata a sapere se la sua attività di locazione posti barca può godere del regime di esenzione Iva previsto in caso di affitto di beni immobili. In particolare, i tecnici delle Entrate richiamano una sentenza della Corte di Giustizia in cui si precisa che le locazioni in un porto di posti barca, sia in acqua sia a terra per il rimessaggio invernale delle imbarcazioni, pur riconducendosi all’affitto di beni immobili, rientrano più in particolare tra le locazioni di aree destinate al parcheggio di veicoli, escluse dal regime di esenzione e soggette ad aliquota ordinaria del 20%. Il testo della risoluzione è disponibile sul sito www.agenziaentrate.gov.it.

venerdì 5 febbraio 2010

Internet Security 2010

..ovvero l'ultimo -e più idiota- attacco informatico! Abbiamo beccato ieri l'altro stà dannata infezione informatica uscendone per fortuna indenni, ma solo grazie al fatto che la ns connessione internet, con chiave UMTS, non ne è stata coinvolta e pertanto non inibita: uno sguardo su forum tecnici e riviste informatiche online e tutto è stato risolto... diversamente, senza poter consultare le risorse in linea, ci sarebbero volute molto più delle 3 ore di sonno buttate, quindi meglio "suonare l'allarme"


tutto via "Tentativi" blog

Guida alla disinstallazione ,rimozione, di Internet Security 2010 (remove Internet Security 2010 , Internet Security 2010 removal , uninstall , removing , delete Internet Security 2010 ).

Internet Security 2010 ( InternetSecurity 2010 , Internet Security2010) è un nuovo falso (fake, rogue) antivirus che prima ti infetta il PC o ti fa credere che esista l'infezione e poi ti spinge ad acquistare una versione completa per risolvere le infezioni da virus che risulteranno presenti sul tuo PC.




Internet Security 2010 sfrutta la notorietà di pacchetti come NORTON Internet Security 2010 o BitDefender Internet Security 2010 , F-Secure Internet Security 2010 e Kaspersky Internet Security Software 2010 per ingannare l'utente.

Si tratta di un software estremamente pericoloso da eliminare / disinstallare / cancellare quanto prima.
La sua esecuzione genera un report con un elenco di file dichiarati infetti.
Ma è proprio il falso antivirus ad installare i virus .


Internet Security 2010 viene scaricato sul computer del malcapitato con il falso scopo di eseguire una scansione antivirus.
Una volta scaricato esso viene configurato in modo da partire in esecuzione automatica con Windows. Non appena il sistema riparte, inizia automaticamente una falsa scansione antivirus che , ovviamente , rivela falsi virus.





Nel caso di (false) infezioni ecco quali sono i messaggi mostrati continuamente come popus :

  • "Critical System Error",
  • "Your computer is infected"
  • Malicious applications which can contain trojans found on your PC need to be immediately removed. Click here to remove these potentially harmful items immediately with Internet Security 2010
  • Trojan Detected! A piece of malicious code was found in your system which can replicate itself if no action is taken. Click here to have your system cleaned by Internet Security 2010
  • Security Warning!
    Worm.Win32.NetSky detected on your machine.
e quando si tenta di avviare una qualsiasi appliczione -COMPRESO TASKMANAGER e REGEDIT - ecco il risultato : Application cannot be executed. The file is infected. Please activate your antivirus software.




E' stato verificato che quando questo software è in esecuzione la CPU è impegnata per un 20-30% in più rispetto al normale. Altri indesiderati effetti sono settaggi del browser modificati e non raramente collegamenti internet impediti.

Inutile dire che Internet Security 2010 è un clone di altre varie applicazioni malevole come Advanced Virus Remover e AdvancedVirusRemover. Sfortunatamente fanno tutti la stessa cosa che è tentare di rubare soldi degli utenti innocenti. Internet Security 2010 o InternetSecurity2010, InternetSecurity 2010, Internet Security2010 proverà ogni suo trucco per tentare di convincere che si hanno minacce malevole sulla propria macchina. Una volta che l'utente è spaventato Internet Security 2010 offrirà l'opportunità di comprare la versione completa, la quale promette di rimuovere tutte queste minacce in cambio di una piccola tassa.









Internet Security 2010 è una applicazione fasulla che è stata creata per spaventare ed ottenere soldi. Non si creda a nessuna cosa collegata a Internet Security 2010 poiché è solo una grande frode. Se si il sospetto di avere il malevolo Internet Security 2010 sulla propria macchina, si ha quindi bisogno di rimuoverlo immediatamente con l'uso di un decente ed aggiornato strumento per la rimozione si spyware.

Ecco come operare una rimozione , disinstallazione , eliminazione manuale :
Guida alla disinstallazione di Internet Security 2010 (How to remove virus Internet Security 2010)
1) Fermare i processi (sulla barra di stato , tasto destro , Task manager ..,processi , termina processo) IS2010.exe .
Se non dovesse funzionare il Task Manager è consigliabile scaricare l'utility rkill.com (rogue killer) che provvederà a bloccare tutti i processi in esecuzione sospetti .
2) Disinstallare Internet Security 2010 :Start > Impostazioni > Pannello di controllo > Aggiungi/rimuovi programmi : Cerca e , nel caso , disinstalla il pacchetto : Internet Security 2010
3) Cercare e rimuovere le chiavi di registro : (Start/esegui/regedit)
HKEY_CURRENT_USER\Software\Microsoft\Windows\CurrentVersion\Run “IS2010.exe” HKEY_LOCAL_MACHINE\SOFTWARE\IS2010
4) Cercare e rimuovere i files e le cartelle: (start /cerca)
c:\Documents and Settings\All Users\Application Data\IS2010 (Tutta la Cartella) %UserProfile%\Application Data\IS2010. (Tutta la Cartella) %UserProfile%\Application Data\Microsoft\Internet Explorer\Quick Launch\IS2010.lnk %UserProfile%\impostazioni locali\temp (Tutta la Cartella)
C:\Windows\Temp Tutta la Cartella
c:\Programmi\Internet Security 2010. - Tutta la Cartella (controlla anche C:\Program Files\Internet Security 2010.... e la cartella Documenti\Internet Security 2010) - non è detto che ci siano tutte.
Da Menu Avvio\Programmi cancella la cartella Internet Security 2010
Cancella IS2010.lnk e/o IS2010 sia dal Desktop che da Menu avvio.
Ed infine svuotare il cestino e la cartella dati recenti (%UserProfile%\Recent)
Si ricordi che %UserProfile% corrisponde a "C:\Documents and Settings\nome utente"
Eventualmente impostare Strumenti/opzioni cartella/visualizzazione - Visualizza cartelle e file nascosti.

In alternativa , trattandosi di uno spyware , consiglio l' installazione di un antispyware free : http://www.superantispyware.com/ oppure
Spybot Search and Destroy
E , per un pronto intervento risolutivo : Malwarebytes’ Anti-Malware

giovedì 4 febbraio 2010

Stretti al Vento

"Stretti al vento – Storie di navigazioni in solitario”
(testualmente dal sito): non è un documentario sulla vela, né tanto meno sulle tecniche di navigazione, ma una raccolta di testimonianze dirette sulla solitudine da parte di coloro che hanno voluto sfidare l’Oceano e soprattutto se stessi

Diretto da Daniele Guarnera e Francesco Del Grosso cerca di affrontare principalmente tutti gli aspetti della navigazione effettuata in solitario, ma solo come punto di partenza per un discorso più vasto e metaforico, il “viaggio” nell’accezione più nobile e filosofica del termine:
 
- viaggio come libertà;
- viaggio come contatto universale Uomo-Natura;
- viaggio come sfida interiore;
- viaggio come ribellione nei confronti della società.


Piccole-grandi odissee umane raccontate dai più importanti velisti in solitario italiani, idee e fini di navigazione differenti; ci sono: Malingri, Meystar, De Gregorio, Pieroni, Miceli, Dell'Accio, Soldini, Manzoli, Dottori, Gancia, Pendibene.




DVD al costo di euro 18,90, nelle migliori librerie o direttamente dal sito.

mercoledì 3 febbraio 2010

Quale verità sui capodogli spiaggiati in Puglia?

Con la premessa che NON siamo "verdi" nè ambientalisti... l'inchiesta-video rivelerebbe comunque verità molto molto pesanti. E' sicuramente triste dover ammettere che alla fin fine ce la raccontano sempre come meglio pare, e se stavolta è toccato a dei poveri cetacei, la prossima volta potrebbero restarne coinvolti i nostri figli!

In tutta onestà quando s'è parlato dei sacchetti di plastica come responsabili della tragedia la motivazione a me personalmente era apparsa quasi surreale: adesso TERRANOSTRA butta fuori questa inchiesta giornalistica, e vedremo come va a finire.

(e nel frattempo noi i sacchetti continuiamo ad adoperarli, come prima insomma)




link per fb

martedì 2 febbraio 2010

le ferie di Charlie2

GIORNO 40 (in lettere: Quaranta !) - 27/7 - fermi a Cittanova

Ieri, giornata del nostro arrivo, era domenica e l'intero borgo celebrava il dì di festa, e tutti i telefoni cellulari erano muti, però stamattina di buon ora proverò nuovamente a ricontattare gli amici del cantiere e veder di collocare il nostro Charlie2 presso il bravo Matteo che l'aveva già una volta rimesso in sesto, e così puntualmente alle 8 lo deporto presso le officine nautiche: il primo responso è che servirà tutto il giorno per una diagnosi ben fatta, dunque decidiamo senza tanta sofferenza per una giornata di sosta, e piuttosto sfrutto come nostro solito lo spazio a terra in diga e la disponibilità di acqua per il rimessaggio del tender, ed iniziare così i lavori di check-out, che puntuali mi aspettano ad ogni fine di crociera.
L'occasione però è ghiotta anche per godere di una nuova giornata di mare, e saranno alla fine indimenticabili i tuffi dalla diga del Simone specialmente (e con la bassa marea sono quasi metri 3 di salto), ma anche le performance di ormeggiatore gentilmente offerte sempre da lui, all'arrivo in mattinata di numerose barche in assenza degli addetti portuali sul molo.
La giornata è anche l'occasione per rivedere l'amico Sergio, alias "il nostro uomo all'Havana", che dopo aver bucato l'appuntamento del giorno precedente per via di una bassa marea eccezionale che l'aveva per modo di dire "trattenuto", ci raggiunge direttamente alla sabbiera in cima al molo, dove il piccoli si rotolano beati e beatamente infangati, come fossero cuccioli di ippopotamo.
Di Charlie2 il pilota, intanto, nessuna notizia: e nonostante le intercessioni del nostro "uomo", solo domattina verrà sciolta la prognosi...

Miglia Zero (e sono sempre 500)