bARCa bIsBetiCa con cIURmA fAmEliCA: quotidianità di famiglie a vele spiegate. Il diario dei nostri "sogni in mezzo al mare"... tra letteratura di bassa lega, geografia pelosa, visioni mistiche, cheek to cheek, uccellini che cinguettano, cibo, musica e poesia.
sabato 15 dicembre 2007
siti di barche
http://www.associazionevelarossa.net/forum/topic.asp?TOPIC_ID=412&SearchTerms=,jonmeri
venerdì 14 dicembre 2007
notte agitata in grecia
Aprile 1995 siamo sull'areo per Atene, torniamo dopo un anno dalla nostra barca Angela.Siamo in cinque: io, mia moglie, Federica di tre anni e Beatrice che ha solo 9 mesi, ed è la ragione per cui l'anno prima in estate la ns barca è rimasta a dondolare nel porto di Lefkada nelle isole greche dello Ionio, la quinta è Mary la nostra babysitter tuttofare, che per la prima volta è su un aereo e per la prima volta metterà piede su una barca.Abbiamo dieci giorni per trasferire il ns Grand Soleil 41 dallo Ionio in Turchia a Kusadasi.L'equipaggio non è proprio quello che vi immaginereste per un trasferimento, ma, come vedremo poi, non farà una piega.Arrivati a Lefkada troviamo la ns barca pulita ed in ordine che ci aspetta, sistemate le varie incombenze, saldati i conti del porto e delle manutenzioni effettuate, il secondo giorno partiamo nel primo pomeriggio in direzione sud.Un bel maestralino ci fa navigare velocemente, mentre mia moglie sta al timone, io passo un pò in rassegna tutte le attrezzature, sembra che sia tutto a posto, decidiamo quindi di proseguire per la notte, sfuttando il vento favorevole. Ci facciamo tutto il golfo di Corinto sempre con vento al gran lasco. All'alba siamo all'imboccatura del canale di Corinto, ci danno subito via libera e entriamo.Non è la prima volta che lo passiamo, ma è sempre un emozione passare fra queste due muraglie di roccia per poi ritrovarsi finalmente nel mare Egeo, il mio mare preferito, culla della cultura greca, il sole ormai alzatosi sull'orizzonte ci porta un pò di caldo dopo la notte di navigazione, siamo tutti e tre in coperta, le bambine dormono tranquille nelle loro cuccette attrezzate con teli anti rollio.La prima tappa terminerà ad Egina, seguiranno altre tappe gionaliere e ci ritroviamo a Mikonos verso mezzogiono a visitare il paese.Ci accorgiamo che il tempo stà cambiano, barometro in discesa, nubi all'orizzonte verso sud, niente brezza; controlliamo il meteo, è in arrivo scirocco forza 4/5 tendente a 6/7 nella notte, per l'indomani 7/8 localmente 9/10 (in mezzo all'egeo dove siamo noi)L'ultimo posto dove voglio prendermi una tale buriana è nel porto di Mikonos, notoriamente con fondo cattivo tenitore e dove avrei dovuto ormeggiarmi traversato al vento, con incroci di catene.Fra l'altro il braccio di mare fra Mikonos e l'isola seguente: Ikaria è il più ampio di tutta la traversata e sicuramente dopo una simile sciroccata non sarà una passeggiata.Non c'è che una cosa da fare, partire subito ed arrivare ad Ikaria ridossandoci sulla costa nord.Ikaria è un isola montagnosa, brulla, scoscesa, inospitale, allungata in direzione est ovest, un isola dimenticata in cui raramente gli yachts fanno scalo, io stesso nei mie precedenti giri in Egeo non ci ero mai stato.Consulto la guida dell'Anglais che mi dice che più o meno a metà dell'isola sul lato Nord c'è il potro di Eudilos, c'è un bel pianetto che mostra un ormeggio consigliato, per venti da sud, in testa al molo di sottoflutto che esce in direzione nord dalla costa , fondale 2,5 mt.. perfetto, dai che si parte, sono circa 35 miglia, ma a 7 nodi di media arriviamo prima del tramonto, usciamo dal porto che è l'una con uno scirocchetto che comincia a montare.splendida traversata inizialmente vela e motore, ridossati da Mikonos poi solo vela bolina larga/traverso, cosa chiedere di meglio.Infatti arriviamo in porto prima delle sei e ci cerchiamo un posto dove ormeggiare.E qui iniziano le sorprese, i fondali sono molto più scarsi di quanto riportato sul pianetto praticamente ovunque, l'ormeggio in testa al molo sud? Tocchiamo con il bulbo in retomarcia ( molto piano l'avevamo visto) e siamo acora a quasi 10 mt dal molo. Che facciamo? continuare fino a Samos nella notte con Scirocco che sta rinforzando non ci sembra il caso.Fuori dal porto, oltre il molo sud, c'è un insenatura con una spiaggia in ghiaia sovrastata da una parete di roccia che la ridossa molto meglio del porto davanti al paese che è in una valletta.Certo era meglio stare in porto per le due piccole, ma l'ancoraggio nell'insenature è più sicuro.Ancoraggio fatto come si deve, fondo sabbioso buon tenitore, trenta metri di catena da 10 mmm, su 5/6 mt di fondale, la provo a motore e decido che basta l'ancora principale. Mi studio bene i dintorni, mi creo dei riferimenti, caso mai fossi costretto a manovrare di notte, prima di andare a dormire controllo che tutto sia pronto per una eventuale partenza. Lo faccio sempre quando mi ormeggio in baia, sopratutto con brutto tempo.In realtà il posto e molto ridossato, il vento aumenta, ma noi dormiamo tranquilli...fino alle tre, quando ci sveglia una sirena che ci sembra quasi in barca, salto subito in pozzetto e mi ritrovo la prua di un traghetto a pochi metri, un faro che mi abbaglia e un marinaio che urla e gesticola in greco in maniera inequivocabile: dobbiamo andarcene.Che è successo, i traghetti normalmente ormeggiano al molo di sopraflutto orientato Ovest-Est, l'avevo controllato, c'era anche sul pianetto, ma il vento era troppo forte e non era riuscito, voleva dire essere al traverso del vento contro il molo, e adesso voleva virare nell'unica zona ridossata per poi presentarsi perpendicolare alla costa, poppa al vento, per fare marcia indietro e ormeggiarsi al famoso molo sud, quello di sottoflutto.Decisione da prendere in tutta fretta: io l'ancora, che avevo data con tanta cura non la tiro sù! è una notte buissima, non si vede niente, a parte il traghetto. Attacchiamo il ns faro alogeno, mia moglie va al timone e mette la marcia avanti, puntiamo verso l'ancora, verso costa, io intanto mollo gli altri trenta metri di catena e torno in pozzetto, grazie ai riferimenti presi e al faro che illumina molto bene riusciamo a capire dove andiamo, attenti a non spedare l'ancora rimaniamo in posizione, ben oltre l'ancora verso costa, intanto il traghetto vira appena dietro a noi.E'andata, recupero la catena, ci facciamo riportare dal vento in posizione, riproviamo l'amcora, o.k. tiene come prima, torniamo a dormire, le figlie fortunatamente non si sono svegliate, noi invece non riusciamo più a dormire con quella sirena che ci rimbomba nelle orecchie.Ormai albeggia, vado in pozzetto, con la luce del giorno mi sento più tranquillo, più ottimista, quasi quasi mi sembra che il vento fuori non sia fortissimo, forse possiamo provare a passara lo stretto fra Ikaria e Samos per andare a Karlovassi sulla costa nord un porto grande e ben ridossato.Detto- fatto, tiriamo su l'ancora e bardati di tutto punto con le tre incoscienti che dormono tranquillamente sotto partiamo.Appena fuori siamo investiti dal vento, che non era affatto calato, proviamo, quasi senza randa e qualche metro quadro del genoa pesante srotolato ci mettiamo in rotta lungo costa di bolina larga, nonostante la distanza dalla costa sia di meno di un miglio siamo letteralmente sommersi dagli spruzzi portati dal vento e dalle creste frangenti delle onde corte e ripide, e si che abbiamo un ampio spayhood. L'anemometro segna cinquanta fissi più raffiche... a piacere.Io e mia moglie ci guardiamo in faccia, se qui è così come sarà nel canale con il mare enon più protetti, mi sà che abbiamo fatto una c...ta.Virata e si torna indietro al traverso, otto nodi abbondanti con quasi niente vele, riormeggiamo ed è finita, questa baia protetta dallo strapiombo è proprio una meraviglia.Il tutto è durato si e nò un ora, ...a noi veramente è sembrato molto di più.E le bambine? niente han dormito tutto il tempo, non si sono neanche accorte ci dice Mary, e anche Lei non sembra preoccupata.Il giorno dopo traverseremo su Samos Vathy, quasi senza vento con un pò di mare residuo nel canale, tutta quella buriana sembra non sia mai esistita, cos'era? un incubo notturno, con traghetto e tutto?La barca sarà la ns base a Kusadasi per due estati, poi a Marmaris per altri tre anni. Sarà la nostra casa al mare in Turchia che gireremo in lungo e in largo con le ns bambine che intanto crescono. Beatrice imparerà a camminare l'estate successiva proprio durante la crociera come aveva già fatto Federica tre anni prima.
venerdì 16 novembre 2007
materiale informativo sulla barca - CAIPIRINHA GILARDONI
la scheda di Bolina, recita testualmente:
Il Caipirinha a dispetto dei suoi 22 anni d’età continua a rimanere una barca con una forte presenza nel mercato dell’usato. Costruita dal cantiere Gilardoni su progetto e supervisione di Davide Castiglioni (collaboratore del progettista Olin Stephens) è realizzato in vetroresina e sandwich di balsa con interni controstampati. Ideata secondo le specifiche Rorc, ha spiccate caratteristiche da regata: venne portata dallo skipper Angelo Preden, nel 1976, nella transatlantica “Ostar” in solitario dall’Inghilterra agli Stati Uniti. Il Caipirinha ha una buona velocità e capacità di stringere il vento. Tuttavia, come per molte imbarcazioni costruite negli Anni ’70, la buona manovrabilità e gli interni confortevoli l’hanno imposta soprattutto per un utilizzo crocieristico. All’interno domina il legno e le buone finiture, la cucina è a murata sinistra, il carteggio spazioso; sono disponibili sei posti letto.
giovedì 25 ottobre 2007
come la Sidney Hobart..
lunedì 8 ottobre 2007
sabato 22 settembre 2007
ARRIVA TOPKAPI
(ciao e Grazie Stefano.. buon vento a te ed al tuo -nuovo- MOJITO!)
lunedì 10 settembre 2007
report isole Jonie
REPORT
a bordo di KAIRIA..
riassumo al volo l'itinerario di seguito: 30/7 volo vr-ct 31/7 armo dello strallo volante e prova della trinchetta mai issata (infatti era bella che ripiegata al contrario nella sacca, con bugna e penna in fondo, e priva di scotte..), pieno di gasolio, salpati dal porto di ct alle 17.30, saluto all'Etna, via.. 1/8 traversata per 82° puntati su Cefalonia, mare e vento i peggiori che potevamo prendere: il maestrale come è arrivato nel we se ne è andato prima del tempo lasciando il posto ad un pessimo grecale per noi, con lo strascico di un mare rotto ed incrociato che ci ha fatto ballare maledettamente.. ore e ore di motore, con un pò di genoa srollato, vento mai sotto i 25 nodi e mare 4-5; oltre al mal di mare che colpisce tutti in barca tranne il comandante ed il mio pargoletto, da rilevare un bel tonno di 14 kili che si allama durante il mio turno di guardia all'alba del primo giorno (lo seguiranno poi altri due pescioni simili che messi assieme ci hanno fornito con i loro preziosi 30 kili di polpa la pappa per una settimana intera..) 2/8 il maestrale arriva alle 2 del mattino durante il mio turno di guardia, che lo sento arrivare tiepido sulla pelle e l'apprezzo e gli do il benvenuto come fosse un desiderio, decido che è ora di fare filare la barca e do tutto genoa (non la randa perché sono da solo insalamato con la cintura di sicurezza, giù dormono tutti ed il mare adesso ci colpisce diretto sul fianco); la barca prende un bel passo sugli 8 nodi e sotto credo stiano tutti avendo l'incubo d'essere stati passati in lavatrice; al mio secondo turno di guardia al mattino, avvisto Cefalonia intorno alle 8; si cerca un posto a Lixouri poi anche ad Argostoli: i famosi nuovi marina in costruzione sono sempre in costruzione, e si va in banchina per la notte. pomeriggio gita a Fiskardo ma in taxi, 255 miglia tutte d'un fiato hanno dato a tutti overdose da mare 3/8 si punta su Itaca costeggiando la costa est di Cefalonia; si trova una baia per la notte strepitosa sul lato sud di Itaca (Ayios Andreas), l'unico fastidio è andare a mettere le cime a terra sugli scogli tutti tempestati dagli escrementi delle capre selvatiche (proprietarie della baia); mio figlio si sveglia dalla ninna x i belati mentre il sottoscritto si incarica del servizio di ormeggio 4/8 via verso Vathi, capoluogo dell'isola per sosta tecnica (meteo, passeggiata, pappa) poi quando ci liberiamo dalle ancore sul nostro calumo proseguiamo nel pomeriggio verso nord prendendoci una bella bolina larga in direzione Meganisi (prima timonata goduriosa della crociera), fondo a Ormos Kapali: chi la conosce so di che incanto sto parlando (cime a terra senza capre) 5/8 scopriamo le tracce del clandestino, la rotta sarebbe sul canale di Levkas ma servono contromisure convenzionali, perciò fermata a Nidri (di fronte "Baia tranquilla" affatto tranquilla che ci saranno state dentro 150 barche!!!): mi incarico di debellare l'invasore e vado in armeria (=shipchandler George's, una botteguccia piena di roba all'inverosimile) ..procuro le colle ma specialmente i famosi dischi per le cime di ormeggio a terra, introvabili in italia e qui invece vendutissimi (chissà perchè...........) ..gadget CONSIGLIATISSIMO!!si prosegue per il canale di Levkas ma restiamo fregati: il ponte galleggiante dovrebbe aprirsi ogni ora all'ora intera ma all'una non si apre e nemmeno alle 13, ma neanche alle 14!!! al posto del ponte galleggiante (è una chiatta) hanno messo ritengo provvisoriamente un traghetto e -ritengo sempre- per questa ragione le aperture sono meno frequenti, prendiamo quella delle 15 ma che palle perdere 3 ore così della propria vita. affoghiamo i dispiaceri nell'alcol gettando l'ancora all'inizio del canaletto finale e stappiamo bottiglie di Gewurztraminer sullo speck. passa una barca sensazionale, un 16 metri inglese autocostruito con tanto di oblò stile sommergibile (messi a caso), coffa di avvistamento all'albero e biciclette legate sui paterazzi (!!!) ..fotografata, di diritto nell'archivio delle bestie galleggianti. si passa il canale e si punta a Paxos dove saremo diretti per farci la notte: inizia la "regata" tra noi e la trentina di barche che ci ha preceduto al passaggio nel canale, vento di bolina larga sui 20-25 nodi e uscendo ultimi dal canale ci prendiamo la rotta più sopravvento di tutti (anche perché siamo la barca più grossa del lotto); in 15' ce le mangiamo tutte, sparite in 30' (seconda timonata goduriosa della crociera, ci sono foto che mi ritraggono al timone con la lingua penzoloni); il comandante esce dal carteggio con l'ordine di riparare a terra, vuole essere prudente e non arrivare a Paxos con il buio: poggio e porto la barca nel canale di Preveza, andremo a dormire a Vonitsa a metà circa del golfo di Amvrakia (le donne a bordo mugugnano ma l'ammutinamento è sedato sul nascere) 6/8 partiamo di buon ora per Paxos: nel golfo arrivava un vento di terra freddo e teso, fuori non ce ne è niente. a motore fino a Gaios; porto pieno ci mettiamo alla ruota sul lato sud della rocca (dove stava "Astra" e qualche altro miliardo di euro a galleggiare tipo golette d'epoca e Swan kilometrici); si va a terra a cercare nuove contromisure antiratto: la "bestia" ci ha fatto fessi facendoci trovare le impronte sulla colla e portandosi via il formaggio (in gergo: ci ha mangiato l'esca e c@c@to sull'amo): sentenzio che si tratta di una bestia di dimensioni considerevoli e testimonio allo sguardo di terrore negli occhi del comandante (e armatore), decreto che servono sistemi non convenzionali.cena a terra alla ottima taverna Taki Taki (un must: abbiamo incrociato l'indicazione di un tassista con quelle della Lonely Planet, convergenza assoluta) poi al rientro gita notturna in tender ad ammirare da vicino Astra (che poppa...) mentre le donne a bordo svuotano i gavoni da ogni possibile cibaria; metto le trappole alle 2.30 e vado in cuccia per ultimo. 7/8 alle 3.00 uno scatto metallico mi sveglia e vado al controllo: la bestia è in gabbia! :-)sveglio orgoglioso l'intero equipaggio, immortalando il momento con la macchinetta digitale; l'incarico del boia è doverosamente il mio: alle 3.25 un topone galleggia senza vita nelle placide acque di Gaiosho fatto il mio dovere lasciando un pò di serenità in barca, torno in cuccia per qualche oretta di riposo ed alle 6.30 suona la sveglia: il catamarano per Brindisi salpa alle 7. viaggio tranquillo con scalo a Corfù, arrivo puntuale a Brindisi per mezzodì (nei tre giorni precedenti il catamarano non ha viaggiato fermato una volta da un incendio a bordo e due dal mare mosso!); vado dritto in aereoporto con un taxi e riesco anche ad anticipare il mio volo; rientro a Verona via Fiumicino 4 ore prima del previsto ma senza bagagli: quelli fermi a Roma insieme alle montagne di valige viste al tg, arriveranno per fortuna integri solo all'indomani; un bravo al mio pargolo che in una settimana s'è distinto come esemplare mozzo di bordo, manca poco che diventa marinaio semplice! al solito non rileggo mai, le mie scuse per l'ortografia d
mercoledì 15 agosto 2007
bella questa eh? - GLADIATEUR
Meravigliosa.
info varie qui:
http://wauquiez.gladiateur.free.fr/
http://www.sailriders.com/ventures/
http://homepage.mac.com/ducheneaut/gladiateur.html
http://wauquiez-gladiateur.blogspot.com/
venerdì 27 luglio 2007
ATTENTI A SPINAZZOLO
..questa era la domanda che si poneva sabato pomeriggio il "malcapitato" ma non certo incolpevole -e ricco- armatore (diciamo malcapitato.. ma poi aggiungeremo a fine report: colpevole senza possibile remissione di colpa!), dello stupendo Swan 56 (mi pare "56"!!! ..i fatti sono come leggerete concitati e credo di aver preso bene le misure,ma sempre a occhio!) di colore verde smeraldo (il colore è sicuro però! eh eh), tra l'altro nemmeno tanto vecchio, che incrociava a nord di Panarea con rotta "su" Stromboli.. grado più grado meno.. :-)..tenere a mente il colore: verde.
non servirà a giustificare lo skipper (e armatore?) imputando al colore la fantomatica jella che in mare si porterebbe dietro, quanto semmai ad individuare l'imbarcazione (quanti Swan verdi in giro?) per esporne l'equipaggio al pubblico ludibrio! :-))
Premessa geografica: i conoscitori delle Eolie sapranno ripetere a menadito i nomi della costellazione di scogli satelliti dell'isola di Panarea, ma certamente un ripasso non guasta, elencandoli di nuovo essendo alcuni evocativi ma altri sinceramente comici...
-Dattilo è lo "scoglio" più prossimo a Panarea, appena a nord-est quindi sulla rotta ipotetica per Stromboli.. e si vede perché è bello cicciotto ed anche alto, ma sempre scoglio resta!
-le Formiche, invece già dal nome si capisce come son fatte: piccine piccine piccine, quasi a fior d'acqua e belle cattive, anche perché sono a est del "porto" dell'isola e ben dentro al cono di luce del fanale: sembrano attrarre le imbarcazioni all'inganno (ed all'incaglio), tanto che anche qualche aliscafo insolitamente se li è presi in pieno, a dispetto dell'esperienza di navigazione dei comandanti delle imbarcazioni di linea della zona
-tutto rotta a est, dietro Dattilo si trovano Lisca Nera e Lisca Bianca: ed anche qui il nome dice tutto, perché gli scogli in questione ricordano appunto nel loro riemergere dal mare la lisca di un pesce nero la prima (una serie di scoglietti e poco più, fatti di scurissimo basalto), e la lisca di un pesce bianco la seconda (più che uno scoglio un isolotto, con tanto di spiaggetta meta dei tenderini per il bagno e numerose grotticelle sul versante ovest, sempre meta dei tenderini che vanno ad inquinarne l'atmosfera con gli effluvi dei motoretti 2t), e che invece è tufacea e quasi pomiciosa (che non vuol dire che le piace appartarsi col ragazzo: parliamo di scogli, non dimentichiamolo!) :=) ..siamo nelle isole del fuoco, oltre che del vento, e le concrezioni sulfuree tracciano ghirigori giallastri sulle superfici basaltiche colorate di un nero profondo come la notte...
- sempre alle spalle di Dattilo, ma stavolta decisamente a nord, gli stupendi Panarelli: scogli. ..visibilissimi scogli che non permettono nemmeno una visita perché non si può atterrare, ma piuttosto meritano un bagno, magari per la raccolta dei ricci (quando c'erano! ..te credo che ti chiedono 50 euro per cento ricci: non ce ne sono più da quanti sono già passati a raccoglierli!)
- a Nord, decisamente a nord lo scoglio satellite principale: Basiluzzo. ..e ditemi se non fa ridere questo nome! ..t'aspetti un faraglione o poco più ed invece è un enorme masso basaltico che salta fuori dal mare per salire con nere e martoriate pareti verticali a non meno di 50 metri. E' grande, Basiluzzo, a dispetto del nome molto vezzegiativo per le sue forme, tutt'altro che denutrite!
- accanto a Basiluzzo, infine, lui. ..l'oggetto del contendere: Spinazzolo. Altro nome che è tutto un programma: affatto evocativo per un faraglione che sembra una piramide egizia fatta di lava, vero?..tanto più che manco piccolo è: alto sarà alto 35 metri, largo alla base non meno di 50! ..diciamo che lo vedi a quanto? 2, 3 miglia? ..non mi regolo. ma di certo lo vedi! ;-) noi si era scelto per il bagno il versante sud di Basiluzzo, proprio accanto al canaletto che la separa da Spinazzolo: dall'altro lato del canale che guarda verso Stromboli molte barche a vela, grandi e piccine, noi si sceglie invece il lato di qua, vista Panarea.. siamo un 54' (ben "visibile" quindi..), ma a confronto alla Perini che c'è già alla fonda sembriamo un Alpa Brise: è un bel bialbero armato a ketch che somma una decina di crocette tra albero di maestra e di mezzana, ad occhio è croce sarà "almeno" un centinaio di piedi! ..dal garage esce di tutto: due gommoni (non tender, gommoni), poi jet ski, ciambelloni, canoe, 2 laser ed un flyng junior (con relativo tender di appoggio) ...diciamo che a bordo se la spassano! :)
un'altro 54ds gemello riposa placido più in là: in tre barche, anzi due barche + 1 nave che sommano oltre 200 piedi e si riposa tranquilli nel meriggio eoliano, e specialmente *in bella vista*, al ridosso dei nostri due cari amici di pietra lavica Basiluzzo&Spinazzolo..
i fatti: al momento di levare l'ancora, dopo una bella giornata annaffiata dei dovuti contenuti mangerecci e beverecci, saranno state le 18 o giù di li.. un fragore improvviso alle nostre spalle.. noi con l'uomo a prua a salpare l'ancora si è disposti già con la prua verso Panarea, e Spinazzolo è alle nostre spalle. ci voltiamo che che vediamo? ..uno Swan 56 verde che a motore ha deciso di *spostare* il malcapitato Spinazzolo piombandogli addosso a non meno di 7-8 nodi!!!
un botto da paura, poi le urla dall'altra barca: nessuno si è fatto male, tranquilli.. certo la barca un pò di male si è fatta.. il povero Spinazzolo invece è intatto, messo alla prova, ma è proprio bello duro! :-)))
..è fatto di basalto di ottima qualità, pensate che s'è anche scalfito ma male non si è fatto certamente.. e nemmeno lo Swan tutto sommato: un'altra barca avrebbe fatto peggio, lei sarà passata da 56 a 52 piedi ma non di meno (addio a pulpito, musone, ancora, falchetta ecc ecc), ma per esempio lo strallo è rimasto su (e meno male, perché se avessi visto uno Swan disalberare per cotanta idiozia mi sarei messo a piangere! ..e per la barca ovviamente non per lo skipper..)
morale: "presumo" perché mi sono voltato solo al botto.. signora bionda a riposare a prua, evidentemente sonnecchiante; bimbo/a da qualche parte, comunque il primo e l'unico che s'è visto il botto ed apposta uralava porello; uomo skipper e/o armatore... sotto coperta ritengo, a meno che non volesse provare la fattura del suo scafo di proposito.. :-))) ..e -sicuramente- mooooolto fiducioso della sua rotta!
Anselmo (lo chiamiamo così?) l'autopilota, l'unico sveglio a bordo. ma bontà sua, mero esecutore di ordini, e stupidamente del tutto incolpevole.
Noi ci avviciniamo per offrire assistenza, ma ovviamente non ci degnano manco di uno sguardo (rabbia o più vergogna?) e ci sfilano di poppa e prendono il largo, noi non li mandiamo nemmeno a quel paese per la scortesia ma iniziamo da subito a ridercela tra il surreale ed il tragicomico.
A mente serena, la sera alla fonda davanti a Panarea in mezzo al nugolo di barchini di tutte le fogge e misure, abbiamo fatto poi la seguente considerazione: al di là della fortuna a riportare danni tutto sommato contenuti (cosa saranno i 70mila o giù di li euro di danni fatti, quando poteva anche giocarsi l'albero intero?), la probabilità che l'incostudito Anselmo puntasse dritto contro il duro Spinazzolo era di fatto molto minore di quella che puntasse invece contro la nave Perina, visto che questa seconda misurava più lunghezza del faraglione! ..peccato che quella però sarebbe stata molto più soffice da penetrare, e che portava a bordo il suo bel carico (quante decine?) di umanità!noi da "piccoli" solo 54 piedini non ci siamo messi nel conto delle probabilità di esser presi: certo contro la Perina lo skipper dello Swan faceva una strage (ed il suo massimale di assicurazione avrebbe vacillato), contro di noi ci mandava dritti a fondo.
..quando si dice che i soldi non sempre fanno la felicità: di certo se ti bastano per comprarti uno Swan 56 (con la prua tutta intatta), non ti basteranno mai per comprarti il cervello che non hai, e resti sempre un pericolosissimo skipper da pedalò.
Striscia di VeLista
Panarea
Davide
ps e se ci sono skipper di Swan 56 in lista di colore verde, buon alaggio
venerdì 11 maggio 2007
bimbi a Capo Horn
Les enfants du large
Caricato da martino5. - Scopri nuove destinazioni in video.
http://www.dailymotion.com/martino5/video/x1rqg6_les-enfants-du-large
(ricopiando dalla rete...) la traduzione:
È la storia di una famiglia quasi come le altre, una coppia e 5 figli, che decidono un giorno di prendere il largo e di diventare Cap Horniers
Appassionata da sempre di vela, la coppia di la Rochefoucauld voleva vivere un’avventura nautica fin da quando si erano incontrati.
Padre di una grande famiglia a 30 anni appena, Olivier può beneficiare di una sorta di congedo parentale. Non esita a mettere la sua carriera professionale tra parentesi. Cécile, la moglie, è una ragazza atipica. Fan di karate, laureata di storia e madre casalinga di 5 figli, a 28 anni, pure lei sogna di un’avventura lontana in famiglia.
Dopo 2 anni di preparazione, lasciano Bénodet il 2 agosto 2005 a bordo dell’Atao, con i figli tutti tra i 18 mesi e gli 8 anni. Tutti insieme, conosceranno un’avventura eccezionale: affrontare le furie dell’Atlantico, scoperte ed incontri straordinari: vivere le sensazioni del Grande Sud, passare Capo Horn… …Senza trascurare l’educazione scolastica dei figli.
Oggi, la grande famiglia vive in barca con 1000€ al mese mentre Cécile aspetta il sesto figlio.
giovedì 1 febbraio 2007
barca ideale?
giovedì 4 gennaio 2007
scheda tecnica del TOPKAPI
mercoledì 3 gennaio 2007
Check-list dell'aspirante marinaio
Dotazioni personali per una "comoda" vita di Bordo, alias la "Sacca del Marinaio"
CALZATURE:
1 paio di scarpe da barca + 1 paio di sandali (anche per fare il bagno o andare a terra con il canotto per cui è meglio se sono interamente di plastica).
BEAUTY:
spazzolino, dentifricio, sapone, shampoo e sapone marino (funziona con l'acqua di mare), tagliaunghie.
VARIE:
federa per il cuscino e lenzuola, sacco a pelo, asciugamano piccolo, due asciugamani grandi. Zainetto o marsupio per le discese a terra. Occhiali da sole. Caricabatterie da auto per il cellulare.
SAFETY:
imbrago di sicurezza completo di cordino e di moschettone (va bene anche quella da alpinismo), cerata (indispensabile la giacca), una giacca impermeabile leggera (in Goretex per la montagna o tipo Kay-Way per intenderci).
COSA NON PORTARE:
Valige e borse rigide , Scarpe con suole di cuoio o con i tacchi, Apparecchiature elettriche che neccessitano l'alimentazione 220Volt (utilizzabili solo nei marina dotati di prese di corrente in banchina, e quindi praticamente mai , mentre in barca si possono collegare i caricabatterie collegabili alla presa 12Volt, quella dell'accendisigari delle autovetture).
martedì 2 gennaio 2007
Archivio delle Crociere Estive
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Crociera 2009 - "le Ferie di Charlie 2"
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è più semplice indicare la parolina magica che serve da chiave per filtrarle tutte: CHARLIE2
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Crociera 2010 - "Tirreno/Adriatico con il Gs39 Santippe"
Crociera 2010, bilancio finale
lunedì 1 gennaio 2007
la Bacheca del Topkapi
Dubbi, ansie, perplessità, sogni nel cassetto?
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