Martedì 12 agosto 2008 – giorno 4
Sveglia nello scirocco, il cielo è terso ma per chi come noi è diretto a sud dice male; uscita impeccabile dall’ormeggio con vento al traverso e senza punti di aggrappo sopravento e con quella dannata trappa obliqua scansata con precisione chirurgica, e non prima di aver pagato gabello (100 kn per la notte, compresa corrente elettrica).
Prime avarie a bordo, si scollano i gommini alla passerella e –peggio- si spezza la coppiglia che tiene assieme il perno del pistone dell’autopilota: serve Mc Gyver. Invocato a gran voce il prode si materializza a bordo fascette di elettricista alla mano, e sistema tutto in un battito d’ali. Quando serve Mc Gyver a bordo, lui c’è.
Rotta per 135° con lo scirocchetto contro: tutto motore nel canale dietro l’isola Lunga, come del resto l’intera truppa di vacanzieri in andata a fare il Ferragosto alle “isole”, ed ammiriamo non senza qualche vena d’invidia i colori variopinti degli spi dei fortunati già di ritorno in rotta Nord. A parte il vento sfavorevole, la mattinata è comunque gradevole, con colori accesi come raramente capita di vedere in agosto, ed il mare appena increspato è comunque maneggevole anche a motore: a bordo si ozia, ed io ne approfitto per scrivere un po’ di memorie. Il motorino del Topkapi ha sete e scarichiamo nel serbatoio la tanica di riserva, non prima però d’aver lasciato che il circuito respirasse aria: quindi via giù a spurgare tra le scie dei motoscafi, benedetti come sempre.
Programmiamo quindi sosta per rifornimento gasolio a Zaglav ma ci prendiamo per tempo ed allora entriamo nella baia di Luka a ridossarci dallo scirocco per il più classico dei programmi diurni: appennella, fila, pentola sul gas, bagno, pappa.
Poco dopo, vista l’ora arrivano in baia altre barche, tra le quali si mette proprio al nostro fianco una bella Alpa 34 immatricolata a Ravenna e che con la mia memoria di pachiderma riconosco in JOCRI, una delle barche del pontile Assonautica di Portogaribaldi. Scambio di convenevoli, ovviamente loro riconoscono subito il celebre (al loro circolo.. CELEBRE!) Caipirinha Topkapi, e si congratulano anche con gli attuali armatori per quanto lo trovano in salute, bello lucido. Gongolo.
Pranzo, poi si leva l’ancora per andare a fare il pieno alla tanica dalle benzinaie di Zaglav, due ragazze un po’ in carne ma invero graziose e specialmente efficienti: a parte che con una pedata ho rotto per l’ennesima volta lo sportellino di plexyglass del quadro motore (sarà che messo li non è il posto adatto??), perdiamo pochissimo tempo, e ripartiamo lesti; prima ancora dell’arrivo a Zaglav avevo già preavvisato Alfonso e Stefano delle mie velleità veristiche per il pomeriggio: studiando sulla carta nautica miravo di sfruttare l’apertura a est concessa dall’imbocco del mare di Murter per un lungo bordo di bolina verso Pasman, seguito poi da un secondo bordo a rientrare su Zut, meta prevista per la sera, zig-zagando per le isolotte che le separano. L’idea viene accolta di buon grado e mettiamo subito la barca in assetto da guerra rizzando il rizzabile ed issando lesti le vele. Rotta per 90° secchi, con un bel bordo mure a dritta che si preannuncia entusiasmante: Stefano al timone a sfogare gli entusiasmi giovanili, io alle scotte ed alla cambusa, Alfonso inizia come tuttofare (bevitore di birra, zavorra prima a prua poi, meglio, in falchetta). Tiriamo via benissimo con le vele perfettamente a segno, incrociando ad un certo punto un altro Caipirinha con bianchissime vele nuove, bimini e targa MN con uno skipper attempato che al nostro incrocio scambiandoci i saluti di circostanza ci urla forte “........I MIGLIORIIIIII !!!”
Veleggiata stupenda: anzi si rivelerà anche il momento più alto della vacanza, velisticamente parlando. Non si scende mai sotto i 6 nodi con punte di 6.5, quando poi viriamo al traverso di Sit il vento da buono (come il sottoscritto tattico aveva preannunciato) e con mure a sinistra voliamo fino a sfiorare più volte i 7 nodi, con il babbo che prende in mano il timone e fa venire i capelli dritti a tutto l’equipaggio tirando due virate al limite, facendo il pelo a isole, isolotti e scogli vari a sud di Sit. Slalom mozzafiato a 6/7 nodi di velocità, davvero esaltante.
Filando a quella velocità arriviamo talmente presto alla vista di Luka Zut che decidiamo di cambiare destinazione, deviando per Katina e le bocche (anzi.. veramente sono io che decido, molto poco democraticamente, e di concerto solo con il caro autopilota a cui lascio il timone e che fedelmente si attiene al mio volere, mentre regolo da solo le vele fino al gran lasco); passati un altro paio di buoni ridossi, peraltro abbastanza rigogliosi di alberi di barche a vela, proseguo in pratica conducendo da solo il Topkapi, per doppiare gli isolotti di Aba e Buc, e sempre facendo loro il pelo, fino a quando tutti paghi del pomeriggio davvero emozionante passiamo il Mala Proversa a vela, solo di randa, e ci andiamo a prendere uno degli ultimi tre gavitelli ancora liberi per darci un bel programma serale, di tutto riposo. Con il vento giusto abbiamo tenuto una media spaventosa, benché dovendo risalire il vento, e non ci aspettavamo nemmeno di arrivare così a Sud e così presto al gavitello; il tempo risparmiato lo dedicheremo dopo il bagno al rito del gonfiaggio del tender, quindi nuovo bagno post sudata, doccia e cena al ristorante Acquarius, sulla sponda Nord di Katina direttamente sul Proversa: 30 euro a persona per antipasto di terra (prosciutto crudo alla dalmata e formaggio di Pag), secondo (costolette ai ferri piuttosto che tartufi di mare alla bussara per me), dolce (torta di mele e gelato), doppia birra e pelinkovac finale per tutti.
Indimenticabile la traversata in tender a pagaiare per buoni 400 metri! All’andata gli equipaggi delle altre barche erano seduti a cenare in pozzetto e guardandoci pietosamente (il nostro tendere non ha motore, se non si fosse ancora capito!) ci incoraggiavano, mentre al ritorno dopo cena tutti riposavano già e senza onde e nella quiete più assoluta, solo con la luna a rischiarare la superficie dell’acqua abbiamo riconquistato il nostro Topkapi, muniti solo di torcia a mano (e luce di fonda sapientemente lasciata accesa in pozzetto). In verità è da dire come la nostra barca fosse proprio la più lontana dalla zona del "proversa" con i ristoranti, ma il nostro gavitello per la stessa ragione era quello che sentiva meno la corrente dello stretto passaggio, e mentre le altre barche rollavano a nastro avendo scelto di stare vicino ai ristoranti, benché –pigri- tenderizzati e motorizzati, noi abbiamo poi dormito benissimo con la nostra barca bella stabile.
E’ stata infine una gran bella serata, divertente ed allegra, abbiamo mangiato bene e riso tanto, e l’avventura dello sbarco in tender a rischio affondamento è stata eccitante.
Miglia percorse 39 (miglia totali 201)
in rotta sud, alle spalle dell'Isola Lunga
appunti di navigazione (..a motore)
sosta bagno a Luka (Dugi Otok)
filmato: la birra della bolina (mare di Murter, rotta su Pasman)
Zut, "la gialla"
nel Mala Proversa, di randa
"notturno"
bARCa bIsBetiCa con cIURmA fAmEliCA: quotidianità di famiglie a vele spiegate. Il diario dei nostri "sogni in mezzo al mare"... tra letteratura di bassa lega, geografia pelosa, visioni mistiche, cheek to cheek, uccellini che cinguettano, cibo, musica e poesia.
"Come faccio a spiegare a mia moglie che quando guardo fuori dalla finestra sto lavorando?" (Joseph Conrad)
martedì 26 agosto 2008
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inizio molto molto incoraggiante...
RispondiEliminai 7 nodi davvero entusiasmanti!
e la cosa più divertente è l'attenzione a mettere a segno gli stomaci oltre che le vele!
che se lo stomaco non è a posto non c'è traverso o spi che tenga!