"Come faccio a spiegare a mia moglie che quando guardo fuori dalla finestra sto lavorando?" (Joseph Conrad)

martedì 30 settembre 2008

il segmento delle 11 metri d'annata

qui siamo nel marasma.. alcuni modelli li conosco appena, molti sono stati realizzati in varie versioni spesso anche in kit, alcune sono ex regata (classe Onetonner) poi riesumate a "crociera-veloce", anche su internet si trova poco o nulla salvo qualche inserzione sui soliti siti che oggi c'è e domani non più..!!! :-(


iniziamo con scartare i modelli "tirati" di allora che poco hanno a che spartire con l'impiego attuale: diffido da chi crede che una barca che vinceva le regate ieri l'altro debba oggi regalare comoda crociera familiare, davvero me ne sfugge il nesso logico..
- Canados 37, cant. Canados (prog. Vallicelli)
- Polaris 37, cant. Polaris Yacht (prog. Ron Holland)
- Domino, cant. Biasi (prog. Sciomachen)

(le più estreme, l'ultima specialmente, vedasi sito del progettista per capire quanto è bagnato il pozzetto.. belle da morire, ma non vanno bene. Andiamo avanti che è meglio! ..sono nate per correre, non per pasteggiare..)


anche queste altre non sono (erano) male, quanto a performance, appena più comode (meno scomode) e spaziose (meno catacomba)
- Ec 37, cant. Albsail (prog. E. Ceccarelli)
- Perversion 37, cant. Tecnocantieri (prog. Squarci)

ma siamo sempre sul genere 2 cabine per un 11 metri che con tutto il rispetto per la "storia" risultano essere un attimo striminzite! (anche perché non stiamo parlano di uno Swan36 S&S per il quale star stretti diventa in fondo sopportabilissimo!)
(nb. tutte di solito facili da reperire sul mercato! per chi non ha la necessità della terza cabina le troverei ottime, benché sul "genere" ci sarebbe anche lo Z34 che non scherza, e si risparmia in lft che di questi tempi non fa male.. c'era un Ec37 ad Aprilia in vendita perenne! magari il prezzo adesso è sceso chissà, comunque per le foto di una meravigliosa Ec37 andiamo a vederla sul suo sito: http://www.diavolone.it/)

avrebbero la terza (minima) cabina gli e non sarebbero male
- Show 36/38, cant. Barberis (prog. Fontana/Maletto/Navone)
ma si collocano tra la ctg precedente e quella seguente.. non sono abitabilissime ma specialmente sono rare.

barche di cui si sa poco, pochi esemplari "superstiti", sarebbero queste altre:
- Ranger 37, cant. Ranger (prog. Gary Mull)
- Koala 38/39, cant. Nordcantieri (prog. Bigoin,
dicono gli "annali")
- New Optimist 38/39, cant. di Fiumicino (prog. Dick Carter)

quest'ultima rivouzionaria per l'epoca, ma assai "catacomba", di tutte comunque poche unità, barche spesso volute bene e che passano di mano raramente, barche ottime: se qualche armatore legge e ce ne vuol parlare fa cosa gradita.. ma siamo ancora sul genere 2cab/1bagno.. nemo avanti.
..buon Google! (ma metto lo stesso una foto di un raro esemplare di Ranger in vendita qualche tempo fa in alto Adriatico, e poi rivista quest'estate al gavitello a Ilovik.. e credetemi che faceva una gran figura!)


in tema di rarità assolute infine due dei (tanti e spesso molto simili) progetti di Sciomachen in questo "segmento":
- Gigolette, cant. Sud Cantieri Sailing Boat
- Bonaventura 37, cant. Cantieri Navali Biffoni
della prima ho un paio di foto di un'unità, l'altra è "Magia Prima" il cui sito è linkato tra i favoriti

discorso a parte, ma analogo quanto a conclusioni può farsi della mitica
- Alpa 11,50, cant. Alpa (prog. Cottadori)
fascinosa e catacomba come poche altre!
(sul web si trova di tutto, linkare è superfluo)

resta ancora l'ottimo e spazioso
- Scaramouche, cant. Mako Sailor (prog. Sciomachen)
tanto raro quanto interessante, basti dire come lo ha rinnovato il buon Fontanelli da Biella che di darlo via non ci pensa proprio: 3 cabine, 1 (o 2?) bagni , pozzetto centrale, piano di coperta tanto da "giramondo"; qui qualche emblematica foto:
http://www.afyacht.com/schedaitaliano.asp?Chiave=1069
http://www.amista.it/50/SCARAMOUCHE/scara.html
(ottima barca, da lunghe navigazioni, e spesso con tante o troppe miglia sulla chiglia.. :-/)

e se vogliamo restare in Italia non rimane che citare le ottime, marine e spaziosa ma sempre assai "datate", con relative foto:
- V-Cat38, cant. Artmare (prog. C.A. Tiberio/Vallicelli)
(è il cd. "gattone" con il suo caratteristico doppio pozzetto, "turrito" di winch e la chiglia profonda e marina.. gran barca!)


qui le foto di un'altra unità con notizie varie:
http://xoomer.virgilio.it/andreaconsiglio/VCat38.htm


nonché;
- C&C 37, cant. Benello (progetto Cutberthson & Cassian)
tosta comoda e marina, ma anche spesso assai quotata.. di seguito le foto prese da un'inserzione online







da qui in poi si passa alle straniere, ma al di là del fascino esotico della lingua altrui, trovo che abbiamo qualcosa meno che le nostre creature italiche.. a parte forse una piccola eccezione dove prevale il colpo di genio!


iniziamo proprio dall'eccezione allora:
- Hood38, cant. Wauquiez (prog. Hood)
è tutto scritto nel link seguente, personalmente la trovo meravigliosa.. come si dice in questi casi, "avercene" (culo da trovarla e soldi da comprarla) ..solida, marina, non così spaziosa sotto (2 cabine in realtà, anche se comode), ma poi era fatta con tutti i crismi per durare, e sarebbe probabilmente l'optimum per girovagare in Mediterraneo, oggi (ariette permettendo)
http://www2.solovela.net/immagini/pdf/03/F_SV11_Hood38.pdf
(e questo è il karma del progettista: www.tedhoodyachts.com/about_us/philosophy.html)



altre straniere, in bella miscellanea dal punto di vista cronologico:


- Voyage 11,20, cant. Jeanneau (prog.Dumas ..non lo scrittore)
vedi tutto qui appresso: barca da crociera comoda... senza chiederle niente di più ma la considero interessante con il suo enorme tavolone ovale in dinette (non "quadrato", stavolta): molte sono ai Caraibi e molte anche della sorella maggiore Voyage 12.50, e fin li saranno pure arrivate no?
appresso un paio di prove ben fatte:
http://www2.solovela.net/immagini/pdf/03/F_SV22_Voyage11_20.pdf
http://www.velaemotore.it/edisport/vela/Notizie.nsf/AllDocID/IEBF02E1AC427BD13C125741D003D38B0?OpenDocument


(qui appresso, per completezza, la prova della sorella più anziana del Voyage, il Sun Fizz)
http://www.velaemotore.it/edisport/vela/notizie.nsf/NewsNewsPub/0B89BD061AF4DB68C125730C0056D8CB?OpenDocument


scendendo un attimo di misura che mai non guasta e guadagnandoci in numero di "stagioni", ma con la possibilità di rimanere su barche relativamente spaziose almeno al pari di 11 mt. secchi del decennio precedente, entrano anche in lizza alcuni cavallini di casa Beneteau
- First 35, 345, 35.7, 35s5 (chi offre di più?) ..di progettisti vari, carene con performance pressoché identiche, forse tra le tante mi dispiace meno di tutte il 345 e preferisco -pur con le sue caratteristiche di singolarità che possono non esser apprezzate (linee estetiche e specialmente interni by Starck)- il 35s5: barca veloce, pure assai ballerina, ma ben fatta a mio modo di vedere (ho navigato con il 38s5 e constatai un antisdrucciolo superiore alla media); interni particolari, a me piacciono persino nella versione con i legni scuri!
qui di seguito un articolo ed un sito dedicati al 35s5:
http://www.agenziadelporto.it/barche/fotobusate/vela/first%2035s5/35s5.htm
http://www.velaemotore.it/edisport/vela/notizie.nsf/NewsNewsPub/CB8964238A29B66BC125730C0056D942?OpenDocument
http://beneteau35s5.com/index.html




capitolo ultimo: le barche a cui forse mi rovolgerei personalmente per un acquisto in questa fascia degli "11 metri" da crociera..

tra le italiane, sono molto deciso:

- Comet 11/11plus, cant. Comar (prog. Finot)
(o al limite il diffuso e comodo Comet 111, stessa carena ma diverso layout degli interni, di tipo tradizionale e con due opzioni 2cab/2 bagni opp 3cab/1bagno)
..come si dice in gergo: "a me me piace.." si trova di tutto sul sito del progettista ma anche in rete, moltissime unità, se ne trovano in vendita a tutte le cifre: è "particolare", con quel pozzetto che sembra centrale invece non lo è, e la coperta che sembra fushdeck invece lo è quasi, cioè fino al parabrezza, che a sua volta sembra esserci come fosse un HR invece è più simile a quello di un motoscafone con tanto di timoneria raddoppiata all'interno presente nelle prime unità poi scomparsa via via. unica, però è comoda... non è un fulmine da guerra a vela ma se il vento è poco va a motore con medie di tutto rispetto, quindi rispetto alle altre arriva sempre prima, e molto manovriera a dispetto della misura! ..forse un ciccinino piccolo il pozzetto, ma evitando la ruota che spesso si vede si salva molto spazio, mentre la dinette sottostante è una meraviglia! poi il layout delle 3 cabine è molto ingegnoso: cabina di prua, + cabina ospiti doppia, + 2 letti a castello.
..sono solo fermamente convinto che quando avrò la disponibilità per un 11 metri di Comet11 naviganti non se ne troveranno più! :-/
http://www.velaemotore.it/edisport/vela/notizie.nsf/NewsNewsPub/86F3A5CC87CD3E5BC125730C0056D933?OpenDocument
poi il resto della documentazione direttamente dal sito del progettista Finot:
http://www.finot.com/bateaux/ancienbt/comet/comet11/comet11_pres.htm
http://www.finot.com/bateaux/ancienbt/comet/comet11p/comet11p_pres.htm
http://www.finot.com/bateaux/ancienbt/comet/comet11/diaro.jpg
http://www.finot.com/bateaux/ancienbt/comet/comet11/nautcadre.htm
http://www.finot.com/bateaux/ancienbt/comet/comet11p/nautcadre.htm


tra le straniere, la "sorpresa":
- Sun Rise 35, cant. Jeanneau, (prog. Faroux)
abbastanza diffusa in Francia, molto poco qui da noi.. c'era a 2 cabine (armatoriale) da crociera, opp a 3 (versione Team) con allestimento da regata, giusto lo spi e qualche ammennicolo in più in coperta su cui inciampare.. barca intelligente, fine anni '80, non si capisce come ma vinceva anche regate in Francia, forse tra le ex-agonistiche può essere quella che meglio si adatta all'uso crocieristico di oggi, permettendo anche medie non proprio scadenti con le ariette estive
(le foto che girano sono di inserzioni e non dicono molto..)



oppure, infine, per fare una scelta definitiva.. perché non un Amel (Sharki o Euros...) se non addirittura "lei", l'oggetto dei miei desideri? OVNI 345....... magari tra qualche anno, quando anche lei diventerà "usata" ma a buon titolo! ;-)
http://www.navis.it/_fotografie/video/4067.pdf

facciamo Velasfera anche qui

quando Mistro chiama, il picciotto va e fà..
(http://www.velablog.com/2008/09/29/la-migliore-innovazione-di-sempre/)


io che sono oltre tutto un pessimo timoniere, dico l' autopilota!

..indifferentemente a vento o elettrico, interfacciato o meno, non importa.. per me quel che conta è il sistema di autogoverno..

io interpreto la vela come l'altura per puro diletto, non mi importano le regate men che mai quelle costiere (sti "scemi" che fanno avanti ed indietro tra due boe... pussa via!), per me l'ideale è la vita di bordo, in navigazione, sul mare e sulle lunghe distanze, e quel che conta in quel contesto è solo il comune denominatore ai seguenti fattori: libertà d'azione e movimento (e di rilassamento), autonomia in tutte le circostanze (emergenza ma anche no), che si traducono insieme in extra in termini di sicurezza (di rotta per risparmiare qualche miglio, ma anche in senso più ampio pensando alla navigazione in solitario o anche quella in semplice equipaggio familiare non collaborante, che richiede anche più autonomia della navigazione in solitario.. e spirito di sopportazione, ovviamente)

inesorabilmente con l'occasione, metto anche un link ad un bel tomo on line riguardante appunto la storia del "sistema" che sponsorizzo..
http://www.windpilot.de/Grafiken/pdf/bookita.pdf


ciao Mistrooooo

lunedì 29 settembre 2008

in barca a vela con Jena Plinsky

molti spezzoni della versione in lingua originale chiamata "Cpt. Ron" si trovano su youtube, niente invece su quella italiana che dovrebbe chiamarsi "Fin che dura siamo a galla" ..DA CERCARE ASSOLUTAMENTE!!! :-))

questa dell'ormeggio invece è memorabile...

domenica 28 settembre 2008

marinaio vero.. marinaio proletario

domanda ovvia: ma ne esistono ancora nell'era della globalizzazione?

...ma secondo voi, quelli imbarcati ai giorni nostri sui Ferretti e sugli Wally sapranno nulla della "lotta di classe" !??!!?!

spiace tanto se mi darete del nostalgico, ma io mi tengo come iconcina personale il caro vecchio Gennarino Carunchio naufrago in quel di Cala Luna..





giovedì 25 settembre 2008

appunti di barche dimenticate

mantengo una promessa fatta all'amico Roberto di youposition.it riesumando un pò di modelli d'antan, "come piacciono a me"
(mi scuso sin d'ora per eventuali imperfezioni! accettati suggerimenti, contributi, correzioni e feedback!)


Samoric 41, cant. Samo Nautica (prog. Andrè Mauric)
qui due unità ben descritte:
http://www.ivoryvela.com/scheda.htm
http://www.sailingtheweb.it/RPC/index.php?shipcode=S00334&units=mt&account=2&lang=IT


Morgante 45, cant. Biasi (prog. Sciomachen)
dal sito del progettista: http://sciomachen.it/Morgante.htm
qui le foto di un'unità: http://morgante.atspace.com/
e qui quella stupenda dell'amico Giorgio, che non si riesce a collocare:
http://www.progettopimenoff.com/morgante%2045.htm


Soleada 41, cant. del Sole (prog. Scott Kaufman)
qui e qui una bella quanto rara unità in vendita:
http://www.soleada41.it.gg/



Orca 43, cant. Sailboat poi Del Pardo, ma anche Nautical Fiberglass e cant. di Fiumicino (prog. Carter)
c'è tanto in rete, qui l'inserzione di vendita del bellissimo esemplare che fu di Raul Gardini: http://www.yachtbrokers.it/barca5639.htm

edit, in epoca successiva: QUI LE ABBIAMO DEDICATO UNA PAGINA TUTTA SUA COME SI MERITA................. http://caipirinhatopkapi.blogspot.com/2009/11/orca-43.html



poi finiamo in bellezza..

Freya 45, cant. Benello (prog. S&S)
qui un paio note:
http://www.ssci.it/tobia_seconda.htm
http://www.ssci.it/freya_II.htm


Alpa 42 e -specialmente- Alpa 12.70, cant. Alpa (prog. S&S)
qui diverse recensite:
http://www.ssci.it/barche_italia.htm
ma la meglio di tutte è questa: http://www.ssci.it/kerkyra_c.htm

Impala 41, cant. CN71 (prog. S&S)
ne basta 1 per far luccicare gli occhi:
http://www.ssci.it/mesarthim.htm


...e ditemi secondo voi se non sono gli "swan de' noantri" !!!


per finire con una sola 1 citazione straniera, ma è x definizione "oceanica" quindi a buon diritto rientra..
Peterson 45, cantieri vari Formosa ecc (prog. Kelly Peterson)
http://www.kp44.org/

anzi ne citiamo 2 meglio di straniere, benché per quest'altra si tratti di una barca relativamente diffusa, ma è un sogno, altresì.
CENTURION 42, cant. Wauquiez (prog. Dubois)
http://www.carletto.org/appo/centurion42.pps


ps.
e tra le contemporanee nel "segmento", vi starete chiedendo?
risposta: i 40 piedi di Zuanelli, il 40 "standard" per una scelta più mediterranea anche se comunque di "chiodo" trattasi, oppure il 401 pozzetto centrale per chi vuole spingersi "oltre"..
http://www.zuanelli.com/catalogo.htm
..niente di trascendentale dunque, ma conservano il fascino della barca artigianale se non del "pezzo unico", e questo a me basta.

mercoledì 24 settembre 2008

lunedì 22 settembre 2008

bora

filmato di "cronaca nera", non adatto ai più deboli di cuore, impressionabili e sofferenti di mal di mare.. :-//


giovedì 18 settembre 2008

ho fatto danno e mi tocca riparare

il mio post sull'analisi semiseria del mercato nautico dell'usato ha fatto danni..

premesso che molta responsabilità ne avrebbe quel "fituso" (dato che è veneto lui, allora gliele canto in siculo così non capisce un H!) di Mistro che me lo ha deliberatamente pubblicizzato con tanto di apprezzamenti favorevoli.. poi però succede che mi si creano anche i rimorsi di coscienza verso altri amici che invece leggendo, magari facilmente impressionabili come si dice in gergo e molto meno pelosi del buon Mistro, poi mi rischiano di cadere in crisi d'identità velica!

..vedasi il buon Roberto che così interviene sul suo blog http://blog.veleggiando.it/post/Come-scegliere-la-barca-della-vita.aspx
e già che si parla di barca della vita.. e che significa fare delle scelte e generalmente spenderci dietro, davanti e 3 metri intorno molti soldi.. devo a lui prima di tutto delle spiegazioni.

ho già promesso di tornare sull'argomento, ma intanto, a piè di queste righe di scuse ci attacco un'altro intervento che feci qualche anno fà non mi ricordo più nemmeno dove.. anzi si.

su VeLista passò questa frasetta:
>potrei andare avanti per ore, ma non voglio annoiarvi, mi fermo qui e
>chiedo, perchè non proviamo a descrivere ognuno la sua barca ideale e
>poi proviamo aa associare a queste idee dei modelli di barca esistenti?
>potrebbe essere un bell'esercizio e penso che se si riuscisse a
>staccarsi da quanto offre il mercato si potrebbero avere delle sorprese
>interessanti.

io trovai quel gioco troppo maledettamente intrigante per non cambiare l'oggetto della discussione in "BARCA IDEALE" e piazzare inesorabile il mio -come al solito lungo- sermoncino, che faceva appunto così.. (nb. allora avevo ancora Galathea! ..ma la sentivo stretta, e troppo stretti gli orizzonti che mi concedeva di cogliere.. forse l'arrivo del Topkapi rappresentò anche una risposta a quelle mie riflessioni in libertà!)

= = =

quello della "barca ideale" è un gioco che ho fatto già per conto mio arrivando a certe conclusioni, ma mi sto facendo un'idea.. che se diventassi ricco stamattina, oggi pomeriggio non saprei più che barca andare a comprare! :-)
nel senso... il dubbio atroce è sempre lo stesso:
-una barca usata, che ancorché "vecchia" ha il suo fascino? (risparmio ma nemmeno tanto con i prezzi che girano vs il patema dovuto alle manutenzioni legate all'età)
OPPURE
-una barca nuova, magari più piccola per non buttare un mare di soldi, e con un bel leasing vitalizio? (meno pensieri, ma un investimento iniziale più sostanzioso..)

se devo dirlo.. io che sono nato negli anni '70 ho sempre creduto che le barche a vela dovessero avere “per forza” quegli slanci a poppa ed a prua, nel senso che ho sempre creduto che una barca a vela si differenziasse da una a motore prima di tutto per quelle forme dello scafo, come fossero sue peculiarità progettuali indispensabili! ..ed io adoravo, anzi adoro, anzi ADORO, le barche con la poppa alta e bombata, possibilmente stretta e magari anche appuntita.. tipo culetto brasiliano per intenderci, tipo molte barche di S&S, (molti Swan o molti Baltic..) e molte delle barche di Ron Holland con la poppa a “cofano di maggiolino” per non dire dei “cuoricini” che erano invece la firma del grande Sciarelli)
ora.. a vedere in giro queste nuove barcone ottimizzate Ims.. mi pare che ci si allontani troppo dal mio ideale, anzi dal mio "immaginario erotico" di barca, e davvero non mi piacciono.

D’estate veleggio spesso su una barca grandiosa, un Jeanneau Sun Odissey 54 DS, come sottomozzo.. ma certe volte, e non me ne voglia il caro amico skipper ed armatore, mi sembra tanto d’andare su un motoscafo a vela!!! Che figata andare a 8 nodi con 2000 giri scarsi di motore.. eppoi le comodità mi fanno scivolare addosso anche la puzza sotto il naso, e la lavatrice a bordo in tal senso contribuisce alquanto..

Al vecchio ormeggio di Galathea sul lago era pieno di Delphia 24, era di moda allora e tutti la volevano e l’ammiravano.. in breve nei due pontili se ne misero assieme 3 o quattro
..io invece proprio non ce la facevo a guardarla quella barca! mi pareva proprio un motoscafo a vela, e giuro, e me ne dispiace di dirlo, ma mi metteva il disgusto!

E certi Beneteau (più ancora dei tanto vituperati Bavaria eh?), prettamente da crociera e magari ottimizzati per l'impiego charter tipo alcuni Oceanis ed i nuovi Cyclades.. non se ne abbiamo a male gli armatori che leggono, ma ugualmente non riesco a guardarli...
..ed aggiungo, e sarà il mio karma probabilmente, che di fronte al Topkapi al suo ormeggio attuale di Caorle stazionano ora affiancati due Jeanneau Sun Odissey 34.2, gemelli… (ma sono di bravissime persone e almeno il secondo winch optional l’hanno fatto montare!)

..però vanno. eccome se vanno.
da ingegnere non posso negare che le nuove forme (di scafo, chiglia, appendici) per quanto brutte sono frutto di studi avanzati, ed a pensarci bene –per questo- non possono che andare.. sono figlie della modellazione fluida! Anzi, probabimente vanno “mediamente” meglio di una barca bella di un tempo, disegnata invece senza ausili infomatici ma solo grazie all'intuizione del cervello umano.
In tal senso forse un tempo ci stava la barca che “risultava”, il colpo del genio, e quella che invece veniva fuori un mero aborto, mentre adesso nel livellamento generale tutte le barche vanno, più o meno, ma tutte vanno.. sarà la globalizzazione della vela? che dire.. BHOOOOOOOOOOOOOOO !!!

..io di fronte a certe barche ("sparo" i modelli per cui "sbavo" snocciolandoli tipo corona di rosario..) tipo l'Impala 35, o il Baltic 35, o persino il Onetonner First Class12 se volessimo provare a rubare in casa del ladro (casa Beneteau) o anche certi Comet ben invelati firmati da Vallicelli.. bhè continuo a sbavare!!!

resta il fatto che:
- sono barche spesso e volentieri armate in testa, e se non lo sono peggio perché vuol dire che sono (erano) troppo corsaiole (7/8 con volanti strutturali) comunque generalmente assai invelate con piani velici non tanto longilinei quanto piuttosto con vele di prua generose
- sono barche che nella loro accezione borsaiola, e mi riferisco a tutta la truppa dei modelli direttamente o indirettamente derivati dagli standard IOR per le regate del loro tempo, hanno/richiedono le volanti (una volta a Cervia vidi un Comet in cantiere con un albero -extramaggiorato ovviamente- che metteva paura)
- sono barche che per farle correre con molta tela a riva diventano difficili da portare: sbandano e sono veramente al limite della straorza.. oggi, compresa la mia barca, la stabilità di forma evita pasticci e la barca una volta sbandata "rimane" sbandata.. sui binari!
- infine sono barche che, per farla breve, male si prestano alla conduzione in solitario o quasi, dicasi classico "equipaggio ridotto"!

Io credo che ogni epoca della vela, come dell’automobile o dell’aviazione o di tutti gli altri campi della tecnologia (anche l'abbigliamento lo è, riflettendoci bene!), prenda luogo negli elementi di principio progettuale da quelli che sono gli esperimenti, o le "creazioni limite": laddove il limite è nell’impiego di tipo professionale (lavoro), militare o solo sportivo, dall’agonismo più estremo. Non è un caso quindi che le barche da crociera di un epoca rispecchino inevitabilmente i principi progettuali e conseguentemente le forme che ne scaturiscono, di quelle più all’avanguardia, da regata pertanto. Un tempo c'era lo IOR, ed i regolamenti di stazzatura di quel tempo danavano fuori certi output, poi è arrivato l'IMS e le forme sono state "rivoluzionate" (ma in fondo era solo cambiate le regole), adesso cosa c'è? bho.. non lo so nemmeno io, salvo che nell'ultima coppa America le barche sembravano canoe e nella prossima non si sa neppure che forma avranno.. forse è solo un momento di confusione e manca il Genio! (ndr.)

Ma tornando a botto alle nostre barche d'antan di cui si diceva.. poi sarebbero anche barche assolutamente sicure, per riesumare il concetto di "marinità", con ogni tempo anche quello duro, e come tali sarebbero potenzialmente delle splendide barche da crociera di oggi.. tenerci dentro la mia famiglia in crociera mi farebbe sentire più sicuro, verso la loro incolumità, mentre le plasticose barche di oggi in questo senso mi danno poca certezza, le vedi che sembrano debbano scollarsi da un momento e l'altro e non sai mai se la prossima onda sarà quella che te la sfonda sotto i piedi.. ma come si fa ad andare in crociera con una barca così, io mia moglie ed il mio bambino?

..se vogliamo dirla tutta la più bella conquista della nautica moderna, intesa come cantieristica e progettualistica dei plasticoni, è quella di esser stata capace di ampliare i target, costruendo barche sempre più semplici da portare e sempre più adatte alla conduzione "in solitario o quasi", in tutta sicurezza.. magari “meno belle”, ma diciamo più adatte alle masse e che non richiedono quasi più "l'equipaggio"

il nome della barca che secondo me ha segnato il passaggio tra le epoche? provo a dirlo, anzi lo sparo: il "Figarò", il primo per intenderci firmato Finot, studiata apposta per le regate d'altura in solitario..
..e da li in poi le forme, l'armamento e le linee d'acqua furono copiate per dar luogo ai "crociera veloce" ==> giovani famiglie con bambini, aventi sempre troppo poco tempo per fare le ferie e mancanti di equipaggio che non sia il solo babbo in pozzetto..

Poi mettiamoci Vandee Globe, classe Open, il Fila di Soldini, la classe Mini e la MiniTransat ecc ecc e si capisce come grossi investimenti e sforzi d'ingegno fatti nella vela (solito nome: JM Finot) siano stati negli ultimi dieci-15 anni nella direzione della navigazione in solitario, ed attenzione… non perché ci fosse una generazione di velisti burberi e contrari a qualsiasi compagnia a bordo, bensì -mio parere- perché queste ricerche potevano contribuire -e poi l'hanno fatto puntualmente- in grossi ricavi in termini di vendite a nuovi (potenziali) armatori del sabato e della domenica, magari alla prima esperienza su cabinato e specialmente *senza equipaggio*

buon vento, my 2 (anzi meno) cent d

mercoledì 17 settembre 2008

supplemento d'inchiesta

arrivate le foto "croate" dal caro Stefano! ..alcune mi corre obbligo di pubblicarle..

l'equipaggio si nutre a Sferinacco


sguardo dello skipper iniettato di sangue a Zapuntel


il "buco" di Cuska Dumboka (Telascica), risalito ovviamente a vela


il Topkapi in rotta di rientro, tutta in salita


domenica 14 settembre 2008

analisi ilare-socio-statistica del mercato dell'usato nautico

(consulenza offerta a gratissse, dato che sarebbe il mio mestiere..)

allora..

su un campione di 10 barche in vendita, osserviamo che 5 sono nelle condizioni di chi la barca in realtà non la vuole vendere..

-appena fatta e finita la crociera estiva, tutti contenti a bordo tranne l'armatore.. che su quel bordo ha visto quella tal barca sfilargli allegramente sottovento e s'è mentalmente annotato il modello, o a quell'ormeggio ha visto la tal barca con quel bel tavolo da pozzetto e quel comodo bimini integrale lì accanto alla sua, che a bordo se la spassavano allegramente con prosecco e salatini.. al che il tizio torna dalle ferie inviperito, diciamo pure che s'è rotto l'incantesimo, e mette un bel "Vendesi" sul paterazzo.

ma è solo un'infatuazione passeggera.. la sua barca in fondo gli sta bene e specialmente non c'ha le risorse per cambiarla per un'altra più grande o più nuova, e c'è la recessione .. "spara" un prezzo assurdo e per fare il prezzo non può che ragionare a "sito e cementi": prezzo di acquisto+tutte le spese sostenute! darsena assicurazione e revisione zattera... comprese, e perché no?

magari trova il fesso che la vede e se la piglia.. intanto può farci crociere ad libitum! pensa che bello.. anni e anni in giro con la barca a divertirsi con l'inserzione su Bolina che lavora per te, tanto pubblicarla è pure gratis (..e il vero nodo di tutta la questione è questo!) e magari prima o poi trovi il cretino che ti paga la barca come desideri e pure ti rimborsa di tutti gli anni di divertimento!

(dal lato del compratore: acquistare una di queste barche è impossibile.. hanno *tutto* ma a prezzo manifestatamente iniquo, e tutto viene fatto pagare come fosse nuovo, compresa la manica a vento sull'osteriggio di prua, ma poi prendendo una barca nuova con leasing francese i soldi per aggiungere la manica a vento rimangono ugualmente in tasca..)

passiamo alle successive 5 barche: questi sono armatori che invece la vogliono vendere, attenzione..

- di questi 3 sono semplicemente poco edotti.. si sono goduti per anni la "vecchietta" e ne sono contenti, in fondo non la cambierebbero nemmeno se non fosse che la moglie pesta i calli senza disporre del forno a bordo per farci le torte, e quasi ormai dopo tanti anni si vergogna su quella vecchia bagnarola a confronto delle amiche di pontile che ormai girano tutte in Oceanis37 nuovo di zecca.. nella loro beata ma tutto sommato onesta e dignitosa ignoranza non hanno nemmeno idea del valore della propria barca: l'hanno tenuta bene e le hanno speso il giusto per tenerla in ordine.. per loro l'unico modo di capire il valore della barca è comprare Bolina! (sempre Bolina.. "la bibbia" del velista italiano medio no?)

trovano le altre 5 barche di cui sopra proposte a prezzo astronomico e credono di avere in mano un capitale per loro altrimenti imponderabile! ..beata incoscienza: mettono anche loro il "Vendesi" sul paterazzo ad un prezzo nell'intorno delle altre già in vendita (come dire che si uniformano alla "maggioranza", o in statistica si direbbe alla "moda"), poi passano i giorni i mesi ("e se li conti anche i minuti") e mentre che non risponde nessuno all'inserzione e chi chiama poi e viene a vederla, se ne va via schifato, si arriva a concludere che davvero non si batte chiodo.. via via, ma molto lentamente, e con velocità direttamente proporzionale al grado di partecipazione della moglie di cui sopra alla procedura di vendita ed alle trattative intraprese, i 3 armatori inconsapevoli prendono consapevolezza e passeranno ad esaminare le offerte di barche analoghe provenienti dagli armatori della ctg seguente, e scendono di prezzo -con molta morigeratezza perché trattasi di personaggi ponderati, che non si lasciano facilmente prendere dalla mania di cercare un'altra barca nel frattempo, il che accelerebbe assai il processo!- ma certamente sul prezzo scendono scendono e scendono ancora.. e così si vedono sempre le stesse barche in vendita, e nella solita inserzione su Bolina da un mese al successivo perdono quando i 1000 euro quando anche un pò di più!

(per il compratore: di norma trovare una di queste barche "ancora" in vendita dopo un anno o più, dalla data della prima inserzione, costituisce genaralmente il miglior compromesso, se si è convinti e si vuole rimanere su un usato.. si "rischia" di comprare a prezzo mediamente equo, unità il più delle volte ben tenute.. sono tutte "ex-crociera-familiare", in buone condizioni, ed il tocco di una mamma a bordo si vede nelle tendine appena rifatte accoppiate alla tapezzeria rinnovata ed allo strofinaccio da cucina ricavato dall'ultimo scampolo di stoffa..)

ne rimangono 2, di armatori che hanno messo la barca in vendita, e sono nuovamente *decisi* a venderla

-uno è in bolletta, a momenti le banche gli piombano il tv color per il recupero di insoluti e la quota della darsena per lui rappresenta la peggiore minaccia: deve monetizzare dalla vendita e mai e poi mai rinnoverà il posto barca, maledetto il giorno che l'ha comprata quella barca credendo che fosse facile come fare charter! ..non fa certo somme e sottrazioni, e per iniziare partirà dal prezzo di acquisto ma entro 2 numeri di Bolina senza che nessuno gli abbia chiamato e sotto la pressione della moglie che preferisce spendere in scarpe e parrucchiera i pochi euro rimasti nel cassetto capisce e decide che riprendere i quattrini spesi in origine è già di per sè un impresa, e -passerà anche per eretico tra gli amici del bar del porto- ma sotto la scure della scadenza del posto barca è disposto a scendere e scendere tanto! mette la barca in vendita ad una cifra così bassa rispetto alla "moda" che non chiama lo stesso nessuno, dato che i più saltando subito agli occhi la cifra così bassa dell'inserzione non possono che diffidare, ed apostrofano la barca come una "sola" ancor prima di approfondirne la conoscenza! ("così poco chiede? ..non può essere.. c'avrà di sicuro l'0smosi!" è il commento più frequente in banchina..)

(per il compratore: evitare generalmente le barche vendute da gente così.. di norma sono unità malconce, la "bolletta" inevitabilmente si ripercuote sulle condizioni della barca con manutenzioni malfatte o peggio nemmeno fatte.. la barca già "soffre" da qualche anno ed il mare non perde tempo a mangiarsi via tutto: probabili "sole" nei paraggi, tranne che sia proprio un regalo.. come dice un caro amico anche lui ingegnere: "le barche si comprano bene solo dalla gente che ha tanti soldi", resta anche il fatto che ci possa scappare un buon acquisto, ponderando per bene le cose, e specialmente approfondendo bene la conoscenza della barca senza giudicare a priori, e magari con una perizia, e poi specialmente tanta buona volontà e voglia di rimboccarsi le maniche e capacità di bricoleur..)

- il venditore dell' ultima delle 10 barche è infine onesto, preciso, informato.. legge le riviste ed i forum su internet, e magari ha letto pure questo mio intervento; sa cosa gli aspetta e che l'impresa di vendere la barca sarà ardua.. ma ha buone capacità analitiche e sa far di conto, appassionato di tecnologia, probabilmente è un medico o peggio ha fatto studi scientifici comunque ha cultura di livello universitario.. di norma deciderà un prezzo di offerta, straconvinto che sia il prezzo più giusto, dopo aver setacciato riviste, inserzioni e quant'altro e messo tutto dentro un foglio di calcolo costruito ad hoc... l'equità del prezzo d'offerta della sua unità dipenderà solo dalle sue perenni infatuazioni passeggere verso questo o quel modello, dato che cambia la barca solo perché ha fatto il suo tempo e vuole provare qualcosa di nuovo, eppoi si sa che tenersi aggiornati è d'obbligo.. il prezzo proposto inoltre -e naturalmente- dipenderà anche dalla presenza più o meno vigile della moglie!

comunque sia il prezzo della sua barca scenderà via via che la montagna di depliant di barche nuove aumenterà di spessore nel portariviste in soggiorno.. dice e promette a se stesso che non guarderà altre barche prima d'aver venduto la sua, e che tanto "non ha fretta", ma in fondo ha già deciso che venderà la sua barca subito dopo il prossimo Salone Nautico per versare l'acconto sul contratto che sottoscriverà in quell'occasione, salvo non averne ancora dato l'annuncio alla moglie nè probabilmente a sè stesso..

da buon analitico sa che la prossima barca sarà usata solo se trova "uno preciso come lui", altrimenti un *nuovo* anzi no, la vuole *seminuova con leasing in corso entro il settimo anno*, avendo già da tempo analizzato, in altro apposito foglio di calcolo, la convenienza nell'acquisto di quel tipo di unità!

(per il compratore: le unità in mano a questa "gentaglia" a cui mi tocca dichiarare l'appartenenza sono di norma in ordine, in fondo a parte certe manie psicotiche si tratta di persone appassionate e precise, e che sanno tenere bene la barca.. quanto al prezzo si gioca tutto sulla psicologia messa in ballo in sede di trattativa: probabilmente andandoci giù decisi e mostrando determinazione e fermezza sulla cifra da offrire, andando diciamo con l'assegno circolare in mezzo ai denti, si riesce anche a spuntare qualche buon affare.. metti che l'analitico in questione ha comprato a sua volta a prezzo equo, e speso oculatamente.. di solito non si tratta di armatori di facili costumi e dall'assegno facile quindi non avranno pagato l'unità molto più del suo valore, eppoi in fondo non gli serve poi tanto per rimpolpare la sua liquidità più o meno coscientemente incisa da quel pozzo di s.patrizio che la barca è stata "a prescindere", eppoi in fondo gli serve solo un gruzzoletto per l'anticipo, che poi il resto si pagherà da sè con il leasing francese..)






venerdì 12 settembre 2008

trasferimenti che passione!

..il "nostro" lo ricordo con piacere, a parte l'entrata nel porto di Chioggia facendo lo slalom alla cieca occhi sul cartografico, tra dighe e frangiflutti che nessuno vide mai per com'erano avvolti nella nebbia, ma per il semplice fatto che da Porto Garibaldi "partimmo".. ed a Caorle "arrivammo".

mentre di solito i trasferimenti sembrano fatti apposta per testare su un duro banco di prova barche spesso approntate alla spicciolata e che poco si conoscono, fino a trasformare i rispettivi skipper in novelli Ulisse, che partono e mai arrivano..

provare per credere, leggendosi questi due romanzi (perché di questo si tratta, tanto sono ben scritti!!!) pubblicati in rete :
http://www.maurofornasari.com/velistaweb/Nunzio/Dafne.pdf
http://www.moresailing.it/Provvisorio.pdf


p.s.
in bocca al lupo a chi di ns conoscenza in questi giorni trasferisce nientepopò di meno che un X-35 da Valencia all'Argentario... che sono 600 lunghe miglia! BV

giovedì 11 settembre 2008

sperando di seguire le orme sue!

le barcozze comandate dal grande "Jack il Fortunato"
http://members.aol.com/batrnq/aubrey4.htm

riuscissimo a fare la sua stessa carriera.. chissà.. :)

"tocco legno, gratto un paterazzo, faccio un giro su me stesso e che tutti i Santi ed il Signore ci assistano"

lunedì 8 settembre 2008

ps. (alle comiche precedenti)

..per inciso sabato ho fatto il più bell'ormeggio della mia vita ed il primo a motore "allegro" piuttosto che "alla moviola & passo di formica"!
Alfonso ha testualmente commentato: "SEI UN MAGO.."
..arrivati davanti al "buco" traverso la barca in avanti, sfrutto lo scirocco per far abbattere la prua verso destra, retro allegra con timone scontrato tutto a sinistra, miro alla briccola, do avanti sempre a 1500 giri ed abbatto di nuovo, retro timone al centro et voilà il Topkapi entra al suo posto come un tappo!
anzi no.. entra solo a metà perché rimaniamo incastrati alle briccole con i parabordi fuori.. eh eh
via i parabordi ancora una spintarella sul gas e siamo dentro!

sarà stato che avevamo ospite a bordo il grande Giovanni, esperto regatista con tanto di polo indosso "Capri Rolex Sailing Week" e volevo impressionarlo??? :-))

(..ed il quarto dell'equipaggio tutto al maschile, il piccolo Simone, nel frattempo dormiva e dormiva e dormiva.. si è addormentato in navigazione e trasferito a prua tra montagne di cuscini "anti-rollio" ha preso la tipica posizione "a 4 di spade" da luuuuuunga pennichella sotto le dondolate delle rollate dovute al mare al traverso! tirato su di forza al momento di andar via.. tanto dormiva beato!)

a proposito: siamo usciti con le "ondone", non prima di aver terrorizzato i vicini di ormeggio saldamente legati alle panche dei rispettivi S.O. 34, a loro volta saldamente legati al pontile: appena viste le nostre intenzioni bellicose ci hanno avvertito che fuori imperava scirocco, non sia mai che ti rimanga il vicino d'ormeggio sulla coscienza.. "onde altissime e senza vento!!! ma dove uscite???" (solo una delle signore, memore di un'altra nostra uscita "nella tempesta" fa osservare a tutta la compagnia "che se sono usciti la scorsa volta che ha fatto scirocco stavolta non gli pare niente!")
..noi DURI di cuore e di panza, siamo decisi ad andare.. anche senza acqua a bordo! ..e sempre per non avere rimorsi la nostra vicina del S.O. di destra si intenerisce e ci offre due bottiglie fresche che al nostro rientro onestamente restituiamo (dopo aver rifatto scorta beninteso!!! dato che i 3 litri conferiti sono bastati appena sotto la canicola della bellissima giornata supplemento d'estate!)
del resto siamo mica venuti fino a Caorle per far salotto.. ;-)

le onde poi c'erano davvero ma niente di che, un paio di metri di mare morto da scirocco, con un scirocchetto residuo che diceva solo "issa le vele-issa le vele", e noi ascoltandolo ci siamo anche trovati bene tirando 2 bordi-2 al traverso diretti verso Bibione e ritorno: se non si esce in giornate così quando allora mollarli gli ormeggi!??!
poi senza forzature e con una bella ondina da cavalcare, il Topkapi ha fatto la sua porca figura lasciando al caro Giovanni un' "OTTIMA IMPRESSIONE!!!" (testualmente cito e sommessamente gongolo)
venticello di una decina di nodi e noi a filare a 6 netti, poi rientro senza nemmeno più onda frangente alle bocche di porto.. che volere di più? (un X-40..!)

comiche all'ormeggio

direttamente da youtube e meno male che l'equipaggio del Topkapi non vi è mai ritratto!




sabato 6 settembre 2008

tanto per cambiare tema..

..e sulla crociera ci mettiamo (ci proviamo a metterla..) una pietra sopra, dato che la prossima non è dato a sapere quando potrà essere programmata... MARINARETTI IN ARRIVO sul Topkapi! ;-)


tema depistaggio, dunque : videoclip musicale, di quelli tormentone! (..e vi sfido a non battere il piede...)

venerdì 5 settembre 2008

diario dell'ultima giornata di crociera... ultima puntata (sigh)

Mercoledì 20 agosto 2008 – giorno 12

Ci aspetta la classicissima traversata Cittanova-Caorle: la sveglia è puntata per le 0500, anzi le sveglie che data l’ora ne punto anche una seconda di rinforzo per le 0510, per andar a far uscita in Poljicia in tutta fretta e prenderci un po’ di brezza della notte.
In effetti siamo i primi a mollare gli ormeggi, è ancora buio ma purtroppo per noi il poliziotto nel gabbiotto nun ce sta: dorme? Scappato per un bisogno fisiologico improvviso? Assente ingiustificato? Sbuffo un po’ perché “adoro i piani ben riusciti” e non è il massimo svegliarsi alla buon ora e poi perdere 30 primi abbondanti trotterellando sul molo dogana che è quasi ancora notte, poi quando decido di lasciargli sotto la porta la crew list con un post-it di saluti attaccato sopra salta fuori il buon poncharello, proveniente da non si sa bene dove.
Timbro, firma, adios Hrvatska.
Usciamo in tutta fretta mentre un altro paio di barche mollano le cime dalla diga e ci mettiamo in mare decisi di regalarci l’ultimo straccino di brezza che la notte ci concede: faremo una bella oretta di vela con il vento al giardinetto, giusto per consumare in tutta calma una buona colazione nella luce dell’ultima alba gustata a bordo.
Non manco di filare in mare una lenza ma la ritiro senza artificiale dopo il tentativo inconsulto di allamare un peschereccio che taglia la nostra scia (o forse eravamo noi che tagliavamo la sua rotta?) Resta che avevamo la precedenza ma prendersela –taglio io, taglia tu- ha significato tagliare la lenza. Esperienza croata pessima per quanto riguarda le catture ittiche.. segnamo zero grammi di pesce salpato a bordo.
Diamo motore quando il sole è già cresciuto e senza vento procediamo veloci dritti verso la meta, bocca di porto di Caorle; ne approfittiamo piuttosto per rassettare e pulire la barca: mi dedico a vere e proprie pulizie di stagione, che sembravo la più indaffarata casalinga di Voghera a metter fuori i cuscini e batterli e dare aspirapolvere in ogni pertugio, poi tocca la cucina a Stefano ed il bagno ad Alfonso (ma poi la sentina, lavoro da speleologo, nuovamente a me).
Ci fermiamo solo per un bagno in alto mare, tanto per rinfrescare l’ascella, poi per un’altra sosta non prevista causa avaria non prevista nemmeno lei: il mio classico sesto senso mi dice con la solita vocina che non apro il vano motore da troppo tempo… apro, controllo e subito ordino di spegnere tutto, ferma tutto, motori stooooooooop.
Gli occhi mi cadono subito su un filetto femmina da cui manca qualcosa: un manicotto metallico, a sua volta debbo ritenere filettato, e che alla sua sommità “accoglieva” il tappo di rabbocco dell’olio. Prima c’era adesso non c’è più! Mistero.. in effetti guardo giù ed in fondo alla sentina trovo il manicotto suddetto, e pure il tappo poco più in là (e più in fondo), a sua volta pure lui svitato! Possono svitarsi due filetti profondi almeno 3cm l’uno ??? “Colpa delle vibrazioni”, come si dice quando non si trova altra spiegazione plausibile e se non si vuole immaginare all’intervento degli extra-terrestri.
Riavvito il tutto, rabbocco l’olio che nel frattempo era schizzato ovunque, pulisco il motore che torna al colore originale blu metallizzato, rimettiamo in moto, diamo gas, il motore sale su di giri, mettiamo in rotta la prua, scrutiamo l’orizzonte e.. e.. e.. siamo già davanti alle bocche di porto. FINE

Miglia percorse 39 (miglia totali 466)

Ps. Un saluto a Giorgio Balich da cui ho tratto l’ottimo sistema di inserire giorno per giorno il numero delle miglia percorse in giornata ed il dato progressivo, ma specificando che essendo io un giovanotto alle prime armi, c’erano giorni che segnavo a sera il migliaggio, e giorni che pigramente lo dimenticavo, al che mi è toccato ricostruire tutto su google earth al rientro, e con il dovuto scotto quanto ad approssimazione! ..in effetti le miglia navigate hanno superato le 500, il log mi pare segnasse 511, ma capire dove fossero le miglia mancanti e ricostruire il tutto è impresa impossibile.. (chissà: forse in qualcuna delle navigazioni effettuate bordeggiando, dato che quando abbiamo trovato vento è stato pressoché sempre in prua?) La prossima crociera prometto d’esser più preciso.. promessa di marinaio.


di seguito le foto scattate ed offerte dal TANUKJ con i saluti di tutto l'equipaggio






giovedì 4 settembre 2008

diario di bordo di giorno 19!

Martedì 19 agosto 2008 – giorno 11

Sveglia alla 0830: unica tirata di sonno, potenza dell’ancoraggio alla ruota.
A bordo siamo tutti rallentatissimi come bradipi, anche i piatti della cena sono ancora da lavare e prima delle 1000 non si esce dalla baia di Soline, siamo una delle ultime barche a lasciarla, candidati al premio dei più pigri.
Ci mettiamo rigorosamente a motore per rotta esterna alle Brioni, che così non venga voglia a nessuno di proporre soste intermedie: la meta è Cittanova per fare le pratiche di uscita, sono un bel po’ di miglia, il vento non c’è e su tutto prevale la voglia di rivedere presto i miei cari (prometto che è l’ultima volta che mollo gli ormeggi senza di loro! ..promessa di marinaio ma pur sempre promessa!)
Pranzo a base di patate, ed una mega zuppona di patate lesse è quanto di meglio possa capitare al palato a bordo di una barca a vela in navigazione, rinforzate con uova sode e birra, quando siamo al traverso di Rovigno.
Da li sempre a motore per una traversata veramente senza storia, dritti dritti fino alla diga foranea di Cittanova dove giungiamo per le 17 in punto: ormeggio un po’ faticoso per via delle trappe molto corte e per la bassa marea, che richiede doti acrobatiche per affrontare la passerella; probabilmente per via dell’altissima stagione trovo l’ormeggio abbastanza rincarato, dal momento che ci chiedono 164kn per 9 metri di barca e 3 membri d’equipaggio, pari a euro 23,50 non pochi per passare appena una notte!
Anticipo la visita alla sempre gentile signora addetta presso la Capitaneria, che dalla mia ultima visita per il ponte del 25 aprile mi sorride riconoscendomi “nell’amico di Sergio Stojinic” (potenza dei rapporti velistici telematici transnazionali!), poi con Alfonso ci dedichiamo alla sciacquatura del tender e dopo averlo sgonfiato lo riponiamo a bordo, salutandolo si presume fino all’estate prossima. Poi bagno con lunghissima doccia sul molo mentre Stefano si cimenta in una partita di pallanuoto per il più classico dei derby Italia-Croazia. Telefonata di rito “al nostro uomo all’Havana” Sergio, che prontamente ci da appuntamento per la sera: coraggiosamente decidiamo di puntare al mitico “Giovanni” per una buona cena di commiato e mettiamo le gambe in spalla per affrontare la lunga camminata. Controllo sul Giorgiolano se presente il numero di telefono e poter prenotare ma non trovandolo non ci perdiamo d’animo ed affrontiamo ugualmente la fatica della lunga camminata. Decisione più deleteria non potevamo prendere, già che lo troviamo chiuso per riposo settimanale!!!! (ed ho già annotato di mio pugno sul Giorgiolano: “chiuso Martedì”)
Ritorniamo mestamente sui nostri passi e propongo di andare alla konoba “Tabasco”: la riporta il Giorgiolano senza tesserne gli elogi, ma ho buttato un occhio nel vicolo (chiamato se la mia solita memoria elefantiaca non fa cilecca “via dell’Ospedale”), dove è collocata, passando da li, ed il mio fiuto mi dice che vale la pena di provarla.
La bella proprietaria Jarka ci accoglie con modi gentili, un ottimo menù ed un sorriso che da solo vale un viaggio (l’ho definita la versione croata di Michelle Pfeiffer, quindi fate vobis..): troviamo subito l’accordo tra i commensali per un antipasto misto mare alla buzzara (cozze, scampi e canestrelli), poi altra entrèe a base di capesante gratinate, e poi piatto di linguine agli scampi per me, mentre Alfonso e Stefano optano per una spigola ai ferri con contorno di patate.
Tutto ottimo, per quanto mi riguarda trovata buona la buzzara (ma i canestrelli non sono pervenuti, dato che il mio vicino di piatto Stefano approfittando della mia canonica loquacità me li ha soffiati tutti), ottime le capesante benché non gratinate e di maniera il piatto di linguine.
Ci raggiunge nel frattempo anche il caro Sergio, che si dichiara a dieta e ci fa compagnia solo sorseggiando un bicchiere del buon bianco servito, e stringendo una tacita alleanza con il mio equipaggio dandomi da parlare per raccontar lui della crociera quasi conclusa, mentre i due felloni si davano da fare pescando sul fondo del piatto da portata gli ultimi canestrelli intatti.
Pagato in tutto 99 euro, per una cena complessivamente ottima e per un servizio superlativo (si mangia in strada in un vicolo molto romantico, su piccoli tavoli ben abbigliati sotto gli ombrelloni e con calde luci basse.. direi gran bel posto da equipaggio “misto”, e beninteso noialtri “solo maschioni” non è che fossimo ben integrati con il contesto!), compreso beveraggi e base musicale gentilmente offerta dalla languidissima voce di Petar Graso, che abbiamo appurato essere il cantante preferito di Jarka.

Miglia percorse 39 (miglia totali 427)

patata di bordo


raffreddamento patata


asciugatura libro bagnato


Ivan na Pucini


diga foranea con bassa marea (senza punti di sutura)


derby Italia-Croazia


canzone preferita da Jarka: "Petar Graso - Sta ti je svit"

mercoledì 3 settembre 2008

pant pant.. il diario della crociera volge al termine

Lunedì 18 agosto 2008 – giorno 10

Quarnaro. Per rotta 270°. A motore. Su un mare che pare olio.
Noi che sognavamo la bora, da prendere sulla poppa uscendo da Ustrine, invece giornata serena, tiepida, luminosa, ma specialmente dannatamente senza vento.
Non resta che rilassarsi sperando che un po’ di vento entri più in là, magari dopo il faro di Porer, ed io mi piazzo a scrivere diario cosce all’aria per preservare la medicazione ginecologica che mi è stata prestata dopo il bagno mattutino: scivolone sullo specchio di poppa e graffio contro lo spigolo tagliente del cancelletto del balcone posteriore aperto all'uopo, graffio capitato proprio laddove non arriva mai il sole.. Rischi del mestiere si direbbe, ma non ne sono certissimo!
Al solito il Topkapi ed il suo equipaggio si distinguono in originalità: all’andata vedevamo sulla nostra sinistra la processione di barche che ridiscendeva il Quarnaro per la rotta classica su Unjie, e noi per fatti nostri su altra rotta, e idem adesso, unici su rotta per Ovest pieno, con la solita colonna di barche intruppate sulla direttissima Unjie-Porer, e sempre sotto il nostro controllo visivo, alla nostra sinistra. Solo un bel HR 351 ci sopraggiunge e ci supera, con il suo maestoso incedere, ma manco a dirlo andando più a motore di noi!
Al traverso di capo Promontore entra il vento, come previsto o quasi, nel senso che arriva da NW quindi sul muso, e vediamo di fare il punto della situazione: abbiamo passato il golfo più speditamente del previsto, quindi tra le diverse opzioni possibili scegliamo quella che prevede un pranzo veloce a bordo (c’è l’ultimo barattolo dell’ottimo sugo al basilico della mamma di Alfonso che chiede d’essere giustiziato entro la fine della crociera) per poter quindi goderci un pomeriggio di vela, risalendo di bolina la costa istriana fino a Val Cagoia, nostra meta serale. Ci sfiora per un attimo l’idea di continuare a far miglia fino a Rovigno, magari aiutandoci a motore, e guadagnare anche un giorno intero sul rientro per riabbracciare prima i nostri cari, che a casa ci aspettano, ma in un eccesso di egoismo scacciamo subito la vocina della coscienza e decidiamo di spegnere il motore!
Bordi meravigliosi a vela in bolina stretta, con la barca che sfiora più di una volta i 7 nodi, e con l’uomo a prua a chieder acqua negli incroci mure a dritta con le tante barche in mare. Finita la nostra quotidiana regatina semi-privata, diamo fondo verso le 17, sufficientemente appagati d’aver dato sfogo alle velleità veliche. Stefano e Alfonso decidono coraggiosamente per un escursione in tender fino al Marina ACI di Veruna mentre io fingo di restare a bordo per far da guardiano alla barca ma in realtà preferisco solo riposare: dopo una settimana abbondante di crociera, che ci siamo certo rigirati i pollici in banchina, la stanchezza inizia a farsi sentire e decido per starmene un po’ a pisolare a prua fingendo di leggere, “stile biondina di bordo”, ed un po’ in pozzetto all’ombra dopo una bella doccia rinfrescante, con tanto di morbido cuscino rubato in dinette a farmi da conforto.
Alle 20 passate, realizzo che dei due prodi vogatori non si hanno ancora notizie, e non hanno portato dietro nemmeno il walkie-talkie: quando inizio quasi a preoccuparmi scruto l’orizzonte e li vedo spuntare dal promontorio che chiude la nostra baia ignominiosamente al traino, pensate un po’, di un piccolo catamarano da spiaggia con motore fuoribordo fissato sulla traversa di prua! Che pessima figura.. (i due si giustificheranno dicendo che il traino è stato offerto loro spontaneamente dalla coppia di germanici del cat, ed ho ribattuto che allora dovevano proprio offrire uno spettacolo penoso!)
Come se non bastasse, una volta a bordo hanno anche il coraggio di protestare sul fatto che la cena non fosse ancora pronta ed io allora mi metto ai fornelli per vendicarmi immediatamente, preparando tutto in un batter d’occhio (frittata e risotto pronto knorr) ma servendo una cenetta salata che più di così non era umanamente possibile: è stato del tutto involontario, beninteso, dovuto più alla mia svogliatezza e distrazione, ma è risultato il peggior pasto della crociera e me ne sono dovuto assumere la paternità e tutte le responsabilità del caso! Al limite dell'immangibile, anche con il risotto alla zucca diluito nel piatto con acqua minerale per trasformarlo in minestra.
Maledetta stanchezza che le ho lasciato prendere il sopravvento: con lo stesso umore me ne vado a nanna e penso tra me e me che se la crociera durasse tanto ancora e non soltanto altre 48 ore, essendo venuto meno lo spirito e la voglia di avventura, e di scoperta e di invenzione, mi sentirei a forte rischio di assuefazione. Forse non era stanchezza, ma quel piacevole torpore che ci pervade quando si sta bene, appagati di quello che si è ricevuto.
Buona notte.

Miglia percorse 39 (miglia totali 388)

i Fari del Quarnaro (a motore)


notte a baia Soline (Veruda): bagno del "Sirenetto di bordo" e tramonto




l'ignominia del traino



è tutto salato a fine crociera, anche la cena..




martedì 2 settembre 2008

diario di domenica 17 agosto

Domenica 17 agosto 2008 – giorno 9

La giornata inizia di prima mattina con un’escursione a terra, in tender. per Alfonso, per l’acquisto della pizza prenotata al “Panino” la sera prima; noi nel frattempo mettiamo su la moka del caffè ed approntiamo la colazione, arricchita poi da cornetti e saccottini al cioccolato e marmellata di ciliegie comperati a sorpresa, quindi meglio di qualsiasi previsione. Lasciamo quindi il gavitello ed usciamo dal canale puntando verso le verdissime Orjule, con rotta 330-360, meta la costa sud di Cherso. L’idea di raggiungere le baie di Kolorat oltre la punta più orientale dell’isola viene presto fatta cadere perché il vento sarebbe molto sfavorevole, ed andrebbe sempre peggio per via della rotazione che subirà con il sole, quindi usciti dalle Orjule si da vela e si devia mettendo la prua sulle baie della costa occidentale di Cres, Kaldonta o Martinscica, mantenendo una bolina larga assai redditizia, e che presto diventerà quasi un’andatura al traverso.
Abbiamo da passare il ponte dell’Ossero, quindi non si può mancare quell’appuntamento fissato per le 17, e non prima di aver rabboccato i livelli di gasolio di serbatoio e tanica in quel di Nerezine, quindi ottimo il ripiego sulle baie interne al canale: arriviamo a Martinscica dopo un entusiasmante bordo e seguendo le indicazioni dei portolani di bordo (777, Imray, oltre all’immancabile “Giorgiolano”) ci teniamo discosti dalle rocce affiornati a centro baia e diamo fondo sulla parte sud della baia. Facciamo bene, questa come altre volte, a studiare attentamente gli atterraggi, dato che al momento di salpare, dopo aver fatto il bagno e specialmente terminato il vassoio di buonissima pizza, vediamo un grosso catamarano Lagoon battente bandiera tedesca entrare a tutto gas nella baia ed andare letteralmente ad infrangersi con entrambi gli scafi sulle scogliere affioranti a centro baia. Proveremo anche a prestare loro assistenza raggiungendoli in tender ma non sembravano minimamente curarsi dei nostri suggerimenti né di quelli (gli stessi identici..) che arrivavano loro da un altro signore anche lui intervenuto in tenderino. Sta di fatto che sono riusciti ad andare a franare sugli scogli con i due scafi, e non solo, con l’uno che a motore riusciva ad andare in avanti, e l’altro che invece era libero solo in retro! Gran brutto affare, mi spiace per loro, ma più che offrire la nostra disponibilità ed il nostro tempo altro non potevamo, li abbiamo quindi salutati augurando loro buona fortuna per trarsi fuori dall’incaglio.
Pieno di acqua e gasolio a Nerezine e poi da li un breve salto per entrare nel golfo dell’Ossero, laddove arriviamo con una congrua mezz’ora di anticipo sull’orario di apertura del ponte. Ci mettiamo ad uno dei gavitelli predisposti per l’attesa, alla vista del meraviglioso campanile che troneggia sul passaggio, e ci riposiamo un po’.
Alle 17 in punto il ponte si apre, ed appena di là si naviga a vista verso la nostra meta serale, la baia di Ustrine. Credevo fosse più lontano da Osor, evidentemente avevo letto male la carta.. Bhè meglio così, è l’occasione dunque per metterci a far dei bei bordi di bolina nel leggerissimo vento del tramonto, divertendoci a testare la barca con le regolazioni più raffinate, fino a spostare il peso dell’equipaggio, occhi puntati sulle risposte estemporanee del log, in cerca della migliore performance velocistica.
Ci mettiamo alla ruota nel versante nord di Ustrine, sul suo fianco più occidentale; di fronte a noi, l’ancoraggio migliore (vicino al moletto diroccato con cime a terra) è già occupato e ci tocca dar fondo vicino ad una truppa di charteristi disposti in andana e già in piena euforia: immaginarsi 4 Bavaria affiancati rigorosamente poppa-prua per impedire alle barche di girare, musica a palla e sopra saranno stati in 40 per lo più teenager! Ovviamente, vista anche l’età, erano belli cotti già per mezzanotte, infatti la notte non hanno arrecato disturbo lasciandoci dormire beatamente! Anche l’allarme dell’ecoscandaglio non mi ha mai destato dal riposo notturno, l’ancoraggio ben studiato e controllato a dovere con maschera e boccaglio, è risultato da manuale, e ci siamo fatti tutti un’unica lunga tirata di sonno fino al mattino, con la cena preparata stavolta da Stefano bella placida in pancia (sugo al tonno, ottimo).

Miglia percorse 42 (miglia totali 349)




il cat incagliatosi a Martinscica


Osor, in attesa dell'apertura del ponte
tocca a noi




in baia a Ustrine, la compagnia è quella che è..

lunedì 1 settembre 2008

diario del 16/8

Sabato 16 agosto 2008 – giorno 8

Mi sveglio benissimo: ho dormito serenamente convinto che i cavi alle bitte avrebbero retto all’urto di un uragano, e tanto bene come solo "in navigazione" si riesce di solito a fare. Credo persino di essermi svegliato nel cuore della notte, ed uscito in pozzetto come un sonnambulo aver gridato nella solitudine del porto dormiente: “pronti a dare spiiiiiiii… prendiamo 2 mani alla randaaaaaaaa!!!” (e magari non era un sogno e sono sonnambulo perdavvero..).
Comunque dopo la colazione decidiamo per una mattina a terra in attesa che il meteo prenda una piega decisa: i nostri vicini di ormeggio, il signor Lino con la sua barca a motore chiamata Maverick proveniente da Portegrandi, a bordo con moglie e figlio adulto fotocopia più giovane del papà, tutti simpatici e gentilissimi (ci hanno anche prestato la prolunga per la corrente elettrica, e concesso una boccetta di Super Attack direttamente a McGyver per una manutenzione comunque malriuscita) ci dicono che loro rimarranno ancora un giorno intero a Zapuntel al bivacco, ma noi che non facciamo 20 nodi vorremmo guadagnare qualche grado di latitudine ed allora si spera almeno in mezza giornata di navigazione, post meriggio evidentemente.
Al mattino inforchiamo le scarpe e prendiamo il viottolo che dal porto dirige verso il cuore dell’isola, tutto a sud, alla ricerca più che altro di un punto d’osservazione sul mare, che dalla sacca del porto rimane quasi invisibile. Troviamo facilmente un sentierino che dalla strada piega verso oriente, e poi da li, iniziando ad inerpicarsi, passa dall’asfalto alla mulattiera per finire dietro i muretti di recinzione di alcune case semi disabitate verso un crinale, da cui la vista è meravigliosa: il posto è veramente bello, facciamo delle foto d'equipaggio "autoscatto" sfruttando una vecchia cucina a gas abbandonata tra i cespugli di mirto per poggiare la macchinetta fotografica, e ci godiamo il posto immerso nella macchia mediterranea che ci investe dei suoi odori -mirto, ginepro, mhhh..- e specialmente dei suoi sapori, dato che assaggiamo via via che si cammina un po’ di tutto, tra more, ribes neri e specialmente ottimi fichi.
Rientro in barca per mezzogiorno, con gli occhi puntati al cielo per capire l’evoluzione della meteo: si schiarisce da Est a Sud ma da maestrale soffia ancora bello teso ed in lontananza si vede un bel fronte scuro poco piacevole.
Ci consultiamo in banchina con un altro velista, uno di quelli che da come adduglia le cime si vede che la sa lunga e che arma un bel First 345 chiamato Samarcande proveniente da S. Giorgio in Venezia, e pure lui diretto a Nord per il rientro in patria: concordiamo di fare assieme il punto della situazione dopo pranzo, attendendo (lui sul navtex, io sul telefonino) l’uscita del bollettino meteo atteso da Spalato per le 1200 utc. I nuvoloni intanto viaggiano alla velocità della luce e sembrano volersi allontanare, e rimane solo da capire come agire. Per il momento agiamo con i piedi sotto al tavolo con Alfonso che si inventa un riuscitissima "norcina" (personalizzata) con cubetti di pancetta semiscaduta, panna e tegolini in scatola. Di pasta ne avremo penso buttato giù il classico mezzo chilo per 3, mentre il caro Maurizio del Bluesiana ci messaggia la notizia che a Unjie ci sono stati danni nella notte, con alcune barche incagliate dopo il cedimento del gavitello. Molte barche nel frattempo lasciano Zapuntel e pure noi a pancia piena alle 1330 decidiamo di mollare gli ormeggi, anche per il bollettino meteo ricevuto, molto più rassicurante di quelli precedenti: liberare il Topkapi dalla moltitudine di cavi è un impresa non da poco, salutiamo gli amici del Maverick e puntiamo la prua su Silba, benché appena fuori dal prolaz il motore chiama spurgo (di nuovo?!?!?); così come successo prima di entrare nel golfo, dal lato opposto, anche uscendovi dal versante orientale tocca mollare giù l’ancora di corsa (grazie al sempre efficiente salpa-umano Stefano), aprire il vano motore e dare di gomito, anzi di polso, sulla pompa del gasolio: stavolta non è finito il carburante (avremo altrimenti dovuto sospettare in un foro nel serbatoio o ladri a bordo!) bensì la causa del fermo corrisponde alla fortuita chiusura della valvola di intercettazione del gasolio posta dentro al gavone posteriore, tra cime d’ormeggio ed affini.
In rotta per Silba niente vento, solo un refolo ci arriva in prua dalla coda di un temporale che in lontananza si vede entrare dal mare verso il Quarnaro, quindi solo motore con rotta sulla baia di S. Antonio. Arrivati che siamo davanti questa diamo un breve sguardo dentro ed il posto sembra gradevole, benché vi siano molti gavitelli ma appena un paio di barche vi sostano già ormeggiate; un breve consulto a bordo e si decide di proseguire fino a Ilovik, almeno, se non addirittura Lussino sponda occidentale (Krivica?), dato che è ancora appena pomeriggio, il tempo tiene bene anzi pare migliorare, e chi ha tempo non ne aspetti ancora. Anzi con il temporale che laggiù si è ormai dissolto, monta appena un po’ di onda, ma il vento è del tutto scemato. Si arriva ad Ilovik in poco tempo, e ci accoglie il primo raggio di sole dalle ultime 48 ore: altro consulto per decidere di rimanere prendendo uno dei gavitelli ancora rimasti liberi (al solito gli skipper scelgono il posto dove ancorare, o in questo caso il gavitello a cui legarsi, solo in funzione della distanza da terra o meglio dal ristorante, lasciando poi per ultimi liberi i posti migliori benché più lontani, come in questo caso numerosi gavitelli liberi nei pressi delle rovine del castello, laddove invece l’Imray suggerisce di fermarsi per non subire un eventuale rinforzo da bora! ..e noi, aggiungo, siamo sempre l’unica barca tenderizzata ma non motorizzata..). Versiamo 105 kune al puntuale gabelliere gommonauta (10kn/m ft più 5kn/cranio adulto a bordo) e ci rilassiamo con un bagno con maschera e boccaglio per controllare catena e corpo morto, dopo di che mi concedo una remata in tender tra le tante barche alla fonda. Al ritorno a bordo aleggia forte la voglia di pizza (arriva aria dall’Italia di vede) e complice la lettura del Giorgiolano la meta serale diventa la mitica konoba Panino. Trasbordo veloce e veloce delusione: la Panino è super prenotata e solo dopo un ora e mezza ci potranno ospitare, e per di più pizza finita! Dovremo accontentarci, si fa per dire, di un bel piatto di agnello al forno tutto tempestato di patate.
Nell’attesa dell’ora prestabilita si fa una bella passeggiata in paese (bello il sagrato con tanto di pozzo pubblico manovrato da pompa a mano), aperitivo a base di malvasia e pane del giorno prima al “Porto” (anche li la pizza era finita, provenendo dal solito forno di Marko di Panino!), infine ci si lancia letteralmente nella lettura dei quotidiani italiani in vendita presso un emporio: Corsera + Gazzetta, del giorno prima ma pur sempre gustosi! (se si ha voglia di leggere notizie dall’Italia vuol dire che la voglia di tornare c’è… ahinoi).
Arrivati con un quarto d’ora di anticipo alla Panino che la fame è tanta, per fortuna il nostro posto è già pronto ed impeccabilmente ci portano subito degli antipasti a base di focacce miste, calde e fredde, ed un bel vassoio di verdura che personalmente apprezzo molto (pomodori, verze e cetrioli, gustosi e veramente freschi), oltre all’immancabile buon pane. Una “pivo” per ciascuno, poi è l’agnello che diventa protagonista, arrivando in tavola su un mega vassoio per una quantità generosa e molto gustoso, con abbondanti patate di contorno. Dessert finale con un tris: palacinka alla marmellata di ciliegie, rotolo e torta alle noci, accompagnato da un distillato di finocchio selvatico buono ma alcolico a livelli inauditi: è impossibile finire la bottiglietta ed allora ne facciamo scorta di bordo portandola via dopo cena, con tutti i bicchierini di plastica allegati. Conto di 78 euro per tre, e rientro allegro con il solito motore fuoribordo a braccia e stavolta anche “a bocca”, come fa mio figlio quando simula di guidare la moto; 2 tempi. E che risate, che non si riusciva nemmeno a pagaiare in sincronia finché ho continuato ad imitare il rumore del fuoribordo!
Notte un po’ movimentata: mi sveglio alle 3 con l’agnello che “lavora” e la barca invece che gira, ma non ho voglia di andare fuori a vedere che accade; alle 4 si sveglia Stefano che porta in pozzetto il suo agnello impazzito, anzi decide di restituirlo al paese natale sbarcandolo per intero a Ilovik; con l’occasione esco fuori anch’io, mi sincero delle sue condizioni (è stato il liquore, troppo alcolico per la soglia del nostro rampollo di bordo!!!), e nel frattempo metto l’allarme all’eco dato che il fondo è sceso e stimo una forte corrente di marea (il gps mi conferma che siamo al picco di bassa); alle 5, invece, prima Stefano scende nuovamente e con urgenza scappa fuori (e si porta dietro per la fretta di chiudersela alle spalle la solita tenda a rullo del tambucio, ormai direi ella stessa stufa d’essere rimessa a posto dal sottoscritto un miliardo di volte in questa crociera..), poi la barca si gira nuovamente e stavolta è il gavitello che ci delizia con continui urti al mascone di sinistra, senza vento né più corrente di marea; Stefano ha un colorito strano e mi dice che forse andrà a fare un giro in tender, ma il motivo della carnagione cinerea sarà la luce dell’aurora, e non do alcun peso alla sua proposta tanto so che non lo farà mai senza un permesso scritto firmato dallo skipper, ed allora mi giro dall’altra parte e provo a chiedere qualcosina di più alla “bella” nottata. Il gavitello rompe, eccome se rompe… che palle: alle 6 mi sveglio (di nuovo!!!! ma come si dormiva bene a Zapuntel sotto la sventolata!!!) e decido di farla finita, con la notte almeno.. apro gli occhi definitivamente, e mi metto a scrivere un po’ di diario. E dire che mi ero addormentato così bene, sospirando forte appena poggiato il capo sul cuscino…!

Miglia percorse 20, tutte dannatamente a motore (miglia totali 307)

un pò d'azzurro in cielo


esplorazione terrestre


autoscatto terricola


a Ilovick di nuovo con il sole


al gavitello


Ilovik


citazione post-vacanze e pre-inizio lavoro

(me la ricorda l'amica Antonella e la ri-pubblico)

" Dovunque vorremmo andare, andremo. Una nave è questo in realtà: non è solo una chiglia, uno scafo con un ponte e le vele, ma ciò che una nave è (ciò che la "Perla nera" è in realtà) è Libertà ".

Cap. Jack Sparrow - i pirati dei caraibi -