Domenica 17 agosto 2008 – giorno 9
La giornata inizia di prima mattina con un’escursione a terra, in tender. per Alfonso, per l’acquisto della pizza prenotata al “Panino” la sera prima; noi nel frattempo mettiamo su la moka del caffè ed approntiamo la colazione, arricchita poi da cornetti e saccottini al cioccolato e marmellata di ciliegie comperati a sorpresa, quindi meglio di qualsiasi previsione. Lasciamo quindi il gavitello ed usciamo dal canale puntando verso le verdissime Orjule, con rotta 330-360, meta la costa sud di Cherso. L’idea di raggiungere le baie di Kolorat oltre la punta più orientale dell’isola viene presto fatta cadere perché il vento sarebbe molto sfavorevole, ed andrebbe sempre peggio per via della rotazione che subirà con il sole, quindi usciti dalle Orjule si da vela e si devia mettendo la prua sulle baie della costa occidentale di Cres, Kaldonta o Martinscica, mantenendo una bolina larga assai redditizia, e che presto diventerà quasi un’andatura al traverso.
Abbiamo da passare il ponte dell’Ossero, quindi non si può mancare quell’appuntamento fissato per le 17, e non prima di aver rabboccato i livelli di gasolio di serbatoio e tanica in quel di Nerezine, quindi ottimo il ripiego sulle baie interne al canale: arriviamo a Martinscica dopo un entusiasmante bordo e seguendo le indicazioni dei portolani di bordo (777, Imray, oltre all’immancabile “Giorgiolano”) ci teniamo discosti dalle rocce affiornati a centro baia e diamo fondo sulla parte sud della baia. Facciamo bene, questa come altre volte, a studiare attentamente gli atterraggi, dato che al momento di salpare, dopo aver fatto il bagno e specialmente terminato il vassoio di buonissima pizza, vediamo un grosso catamarano Lagoon battente bandiera tedesca entrare a tutto gas nella baia ed andare letteralmente ad infrangersi con entrambi gli scafi sulle scogliere affioranti a centro baia. Proveremo anche a prestare loro assistenza raggiungendoli in tender ma non sembravano minimamente curarsi dei nostri suggerimenti né di quelli (gli stessi identici..) che arrivavano loro da un altro signore anche lui intervenuto in tenderino. Sta di fatto che sono riusciti ad andare a franare sugli scogli con i due scafi, e non solo, con l’uno che a motore riusciva ad andare in avanti, e l’altro che invece era libero solo in retro! Gran brutto affare, mi spiace per loro, ma più che offrire la nostra disponibilità ed il nostro tempo altro non potevamo, li abbiamo quindi salutati augurando loro buona fortuna per trarsi fuori dall’incaglio.
Pieno di acqua e gasolio a Nerezine e poi da li un breve salto per entrare nel golfo dell’Ossero, laddove arriviamo con una congrua mezz’ora di anticipo sull’orario di apertura del ponte. Ci mettiamo ad uno dei gavitelli predisposti per l’attesa, alla vista del meraviglioso campanile che troneggia sul passaggio, e ci riposiamo un po’.
Alle 17 in punto il ponte si apre, ed appena di là si naviga a vista verso la nostra meta serale, la baia di Ustrine. Credevo fosse più lontano da Osor, evidentemente avevo letto male la carta.. Bhè meglio così, è l’occasione dunque per metterci a far dei bei bordi di bolina nel leggerissimo vento del tramonto, divertendoci a testare la barca con le regolazioni più raffinate, fino a spostare il peso dell’equipaggio, occhi puntati sulle risposte estemporanee del log, in cerca della migliore performance velocistica.
Ci mettiamo alla ruota nel versante nord di Ustrine, sul suo fianco più occidentale; di fronte a noi, l’ancoraggio migliore (vicino al moletto diroccato con cime a terra) è già occupato e ci tocca dar fondo vicino ad una truppa di charteristi disposti in andana e già in piena euforia: immaginarsi 4 Bavaria affiancati rigorosamente poppa-prua per impedire alle barche di girare, musica a palla e sopra saranno stati in 40 per lo più teenager! Ovviamente, vista anche l’età, erano belli cotti già per mezzanotte, infatti la notte non hanno arrecato disturbo lasciandoci dormire beatamente! Anche l’allarme dell’ecoscandaglio non mi ha mai destato dal riposo notturno, l’ancoraggio ben studiato e controllato a dovere con maschera e boccaglio, è risultato da manuale, e ci siamo fatti tutti un’unica lunga tirata di sonno fino al mattino, con la cena preparata stavolta da Stefano bella placida in pancia (sugo al tonno, ottimo).
Miglia percorse 42 (miglia totali 349)
il cat incagliatosi a Martinscica
bARCa bIsBetiCa con cIURmA fAmEliCA: quotidianità di famiglie a vele spiegate. Il diario dei nostri "sogni in mezzo al mare"... tra letteratura di bassa lega, geografia pelosa, visioni mistiche, cheek to cheek, uccellini che cinguettano, cibo, musica e poesia.
"Come faccio a spiegare a mia moglie che quando guardo fuori dalla finestra sto lavorando?" (Joseph Conrad)
martedì 2 settembre 2008
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gli avranno detto che col catamarrrano si puo' andare dovunque
RispondiEliminasu non essere razzista... ;-)
RispondiElimina:-)
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