Martedì 19 agosto 2008 – giorno 11
Sveglia alla 0830: unica tirata di sonno, potenza dell’ancoraggio alla ruota.
A bordo siamo tutti rallentatissimi come bradipi, anche i piatti della cena sono ancora da lavare e prima delle 1000 non si esce dalla baia di Soline, siamo una delle ultime barche a lasciarla, candidati al premio dei più pigri.
Ci mettiamo rigorosamente a motore per rotta esterna alle Brioni, che così non venga voglia a nessuno di proporre soste intermedie: la meta è Cittanova per fare le pratiche di uscita, sono un bel po’ di miglia, il vento non c’è e su tutto prevale la voglia di rivedere presto i miei cari (prometto che è l’ultima volta che mollo gli ormeggi senza di loro! ..promessa di marinaio ma pur sempre promessa!)
Pranzo a base di patate, ed una mega zuppona di patate lesse è quanto di meglio possa capitare al palato a bordo di una barca a vela in navigazione, rinforzate con uova sode e birra, quando siamo al traverso di Rovigno.
Da li sempre a motore per una traversata veramente senza storia, dritti dritti fino alla diga foranea di Cittanova dove giungiamo per le 17 in punto: ormeggio un po’ faticoso per via delle trappe molto corte e per la bassa marea, che richiede doti acrobatiche per affrontare la passerella; probabilmente per via dell’altissima stagione trovo l’ormeggio abbastanza rincarato, dal momento che ci chiedono 164kn per 9 metri di barca e 3 membri d’equipaggio, pari a euro 23,50 non pochi per passare appena una notte!
Anticipo la visita alla sempre gentile signora addetta presso la Capitaneria, che dalla mia ultima visita per il ponte del 25 aprile mi sorride riconoscendomi “nell’amico di Sergio Stojinic” (potenza dei rapporti velistici telematici transnazionali!), poi con Alfonso ci dedichiamo alla sciacquatura del tender e dopo averlo sgonfiato lo riponiamo a bordo, salutandolo si presume fino all’estate prossima. Poi bagno con lunghissima doccia sul molo mentre Stefano si cimenta in una partita di pallanuoto per il più classico dei derby Italia-Croazia. Telefonata di rito “al nostro uomo all’Havana” Sergio, che prontamente ci da appuntamento per la sera: coraggiosamente decidiamo di puntare al mitico “Giovanni” per una buona cena di commiato e mettiamo le gambe in spalla per affrontare la lunga camminata. Controllo sul Giorgiolano se presente il numero di telefono e poter prenotare ma non trovandolo non ci perdiamo d’animo ed affrontiamo ugualmente la fatica della lunga camminata. Decisione più deleteria non potevamo prendere, già che lo troviamo chiuso per riposo settimanale!!!! (ed ho già annotato di mio pugno sul Giorgiolano: “chiuso Martedì”)
Ritorniamo mestamente sui nostri passi e propongo di andare alla konoba “Tabasco”: la riporta il Giorgiolano senza tesserne gli elogi, ma ho buttato un occhio nel vicolo (chiamato se la mia solita memoria elefantiaca non fa cilecca “via dell’Ospedale”), dove è collocata, passando da li, ed il mio fiuto mi dice che vale la pena di provarla.
La bella proprietaria Jarka ci accoglie con modi gentili, un ottimo menù ed un sorriso che da solo vale un viaggio (l’ho definita la versione croata di Michelle Pfeiffer, quindi fate vobis..): troviamo subito l’accordo tra i commensali per un antipasto misto mare alla buzzara (cozze, scampi e canestrelli), poi altra entrèe a base di capesante gratinate, e poi piatto di linguine agli scampi per me, mentre Alfonso e Stefano optano per una spigola ai ferri con contorno di patate.
Tutto ottimo, per quanto mi riguarda trovata buona la buzzara (ma i canestrelli non sono pervenuti, dato che il mio vicino di piatto Stefano approfittando della mia canonica loquacità me li ha soffiati tutti), ottime le capesante benché non gratinate e di maniera il piatto di linguine.
Ci raggiunge nel frattempo anche il caro Sergio, che si dichiara a dieta e ci fa compagnia solo sorseggiando un bicchiere del buon bianco servito, e stringendo una tacita alleanza con il mio equipaggio dandomi da parlare per raccontar lui della crociera quasi conclusa, mentre i due felloni si davano da fare pescando sul fondo del piatto da portata gli ultimi canestrelli intatti.
Pagato in tutto 99 euro, per una cena complessivamente ottima e per un servizio superlativo (si mangia in strada in un vicolo molto romantico, su piccoli tavoli ben abbigliati sotto gli ombrelloni e con calde luci basse.. direi gran bel posto da equipaggio “misto”, e beninteso noialtri “solo maschioni” non è che fossimo ben integrati con il contesto!), compreso beveraggi e base musicale gentilmente offerta dalla languidissima voce di Petar Graso, che abbiamo appurato essere il cantante preferito di Jarka.
Miglia percorse 39 (miglia totali 427)
patata di bordo
raffreddamento patata
asciugatura libro bagnato
Ivan na Pucini
diga foranea con bassa marea (senza punti di sutura)
derby Italia-Croazia
canzone preferita da Jarka: "Petar Graso - Sta ti je svit"
bARCa bIsBetiCa con cIURmA fAmEliCA: quotidianità di famiglie a vele spiegate. Il diario dei nostri "sogni in mezzo al mare"... tra letteratura di bassa lega, geografia pelosa, visioni mistiche, cheek to cheek, uccellini che cinguettano, cibo, musica e poesia.
"Come faccio a spiegare a mia moglie che quando guardo fuori dalla finestra sto lavorando?" (Joseph Conrad)
giovedì 4 settembre 2008
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Mitico Sergio Stojinic :-)
RispondiEliminasi mitico, anzi no... ISTITUZIONALE!!!
RispondiElimina