"Come faccio a spiegare a mia moglie che quando guardo fuori dalla finestra sto lavorando?" (Joseph Conrad)

mercoledì 3 settembre 2008

pant pant.. il diario della crociera volge al termine

Lunedì 18 agosto 2008 – giorno 10

Quarnaro. Per rotta 270°. A motore. Su un mare che pare olio.
Noi che sognavamo la bora, da prendere sulla poppa uscendo da Ustrine, invece giornata serena, tiepida, luminosa, ma specialmente dannatamente senza vento.
Non resta che rilassarsi sperando che un po’ di vento entri più in là, magari dopo il faro di Porer, ed io mi piazzo a scrivere diario cosce all’aria per preservare la medicazione ginecologica che mi è stata prestata dopo il bagno mattutino: scivolone sullo specchio di poppa e graffio contro lo spigolo tagliente del cancelletto del balcone posteriore aperto all'uopo, graffio capitato proprio laddove non arriva mai il sole.. Rischi del mestiere si direbbe, ma non ne sono certissimo!
Al solito il Topkapi ed il suo equipaggio si distinguono in originalità: all’andata vedevamo sulla nostra sinistra la processione di barche che ridiscendeva il Quarnaro per la rotta classica su Unjie, e noi per fatti nostri su altra rotta, e idem adesso, unici su rotta per Ovest pieno, con la solita colonna di barche intruppate sulla direttissima Unjie-Porer, e sempre sotto il nostro controllo visivo, alla nostra sinistra. Solo un bel HR 351 ci sopraggiunge e ci supera, con il suo maestoso incedere, ma manco a dirlo andando più a motore di noi!
Al traverso di capo Promontore entra il vento, come previsto o quasi, nel senso che arriva da NW quindi sul muso, e vediamo di fare il punto della situazione: abbiamo passato il golfo più speditamente del previsto, quindi tra le diverse opzioni possibili scegliamo quella che prevede un pranzo veloce a bordo (c’è l’ultimo barattolo dell’ottimo sugo al basilico della mamma di Alfonso che chiede d’essere giustiziato entro la fine della crociera) per poter quindi goderci un pomeriggio di vela, risalendo di bolina la costa istriana fino a Val Cagoia, nostra meta serale. Ci sfiora per un attimo l’idea di continuare a far miglia fino a Rovigno, magari aiutandoci a motore, e guadagnare anche un giorno intero sul rientro per riabbracciare prima i nostri cari, che a casa ci aspettano, ma in un eccesso di egoismo scacciamo subito la vocina della coscienza e decidiamo di spegnere il motore!
Bordi meravigliosi a vela in bolina stretta, con la barca che sfiora più di una volta i 7 nodi, e con l’uomo a prua a chieder acqua negli incroci mure a dritta con le tante barche in mare. Finita la nostra quotidiana regatina semi-privata, diamo fondo verso le 17, sufficientemente appagati d’aver dato sfogo alle velleità veliche. Stefano e Alfonso decidono coraggiosamente per un escursione in tender fino al Marina ACI di Veruna mentre io fingo di restare a bordo per far da guardiano alla barca ma in realtà preferisco solo riposare: dopo una settimana abbondante di crociera, che ci siamo certo rigirati i pollici in banchina, la stanchezza inizia a farsi sentire e decido per starmene un po’ a pisolare a prua fingendo di leggere, “stile biondina di bordo”, ed un po’ in pozzetto all’ombra dopo una bella doccia rinfrescante, con tanto di morbido cuscino rubato in dinette a farmi da conforto.
Alle 20 passate, realizzo che dei due prodi vogatori non si hanno ancora notizie, e non hanno portato dietro nemmeno il walkie-talkie: quando inizio quasi a preoccuparmi scruto l’orizzonte e li vedo spuntare dal promontorio che chiude la nostra baia ignominiosamente al traino, pensate un po’, di un piccolo catamarano da spiaggia con motore fuoribordo fissato sulla traversa di prua! Che pessima figura.. (i due si giustificheranno dicendo che il traino è stato offerto loro spontaneamente dalla coppia di germanici del cat, ed ho ribattuto che allora dovevano proprio offrire uno spettacolo penoso!)
Come se non bastasse, una volta a bordo hanno anche il coraggio di protestare sul fatto che la cena non fosse ancora pronta ed io allora mi metto ai fornelli per vendicarmi immediatamente, preparando tutto in un batter d’occhio (frittata e risotto pronto knorr) ma servendo una cenetta salata che più di così non era umanamente possibile: è stato del tutto involontario, beninteso, dovuto più alla mia svogliatezza e distrazione, ma è risultato il peggior pasto della crociera e me ne sono dovuto assumere la paternità e tutte le responsabilità del caso! Al limite dell'immangibile, anche con il risotto alla zucca diluito nel piatto con acqua minerale per trasformarlo in minestra.
Maledetta stanchezza che le ho lasciato prendere il sopravvento: con lo stesso umore me ne vado a nanna e penso tra me e me che se la crociera durasse tanto ancora e non soltanto altre 48 ore, essendo venuto meno lo spirito e la voglia di avventura, e di scoperta e di invenzione, mi sentirei a forte rischio di assuefazione. Forse non era stanchezza, ma quel piacevole torpore che ci pervade quando si sta bene, appagati di quello che si è ricevuto.
Buona notte.

Miglia percorse 39 (miglia totali 388)

i Fari del Quarnaro (a motore)


notte a baia Soline (Veruda): bagno del "Sirenetto di bordo" e tramonto




l'ignominia del traino



è tutto salato a fine crociera, anche la cena..




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