"Come faccio a spiegare a mia moglie che quando guardo fuori dalla finestra sto lavorando?" (Joseph Conrad)

sabato 13 febbraio 2010

STRATOS 12 - CANTIERI DEL SERCHIO

Questa settimana torniamo sul versante rarità, ma con la dovuta precisazione che non tutto quel che è raro è necessariamente anche prezioso.
Lo STRATOS 12 è raro semplicemente perchè vi sono pochi pochissimi esemplari in giro ancora naviganti, e perché proviene da un cantiere esso stesso di dimensioni minime e di produzione ridotta; la fama del cantiere non è certamente delle migliori, eppure qualche interesse questa barca lo mantiene ugualmente, per il suo layout da macina-miglia, e per il suo valore che nel mercato attuale risulta assai contenuto, a tal punto da risultare un'opzione valida per chi richiede una barca da viaggio comoda e marina e senza molte pretese di carattere estetico, pratica e senza fronzoli, ben motorizzata (di solito monta 50cv Perkins o Nanni o Mercedes) e semplice da condurre anche per equipaggi inesperti, essendo ampiamente sottoinvelata; una barca oltretutto, per le ragioni su esposte, specialmente, anche dal budget d'acquisto estremamente contenuto. (Discorso a parte ovviamente andrebbe fatto riguardo alla realtà portuale italiana, quanto alle spese di gestione e mantenimento, che per un 12 metri come questo diventano nella norma quasi insostenibili, e per una barca del genere quasi inopportune immaginando quanto incidano percentualmente rispetto al valore del bene in sè! Però ci sono anche piccole realtà fortunate e felici, circoli, darsenette semiprivate, polisportive ecc.. e quindi anche codesta imbarcazione merita d'esser dignitosamente approfondita!)














Come si vede dunque il pozzetto è centrale, non particolarmente profondo nè molto protetto in ragione di una tuga completamente flush-deck, ma comunque ben raccolto. Semmai sembra pericolosa l'uscita dal pozzetto, per scavalcare il paramare bello alto e spigoloso, con il rischio d'esser sbalzati fuori bordo oltre la battagliola. Le dimensioni contenute del pozzetto sono in questo senso un punto a favore.

L'armo è comunque a sloop, con la scotta della randa alle spalle del timoniere, facilmente raggiungibile appena dietro la colonnina del timone; la poppa insolitamente riversa quanto ad inclinazione, ma per nulla sgradevole; chiglia profonda con pinna a profilo di pescecane, timone con skeg ed elica in pozzo (non mi piace il dente che il timone fa al di sotto dello skeg che in considerazione anche della sua profondità per lo meno pari a quella della pinna, sembra fatto apposta per attirare tutte le cime vaganti in porto ed imprigionarle in mala maniera..).

Un'altra caratteristica dell'armo è la possibilità in origine di armare una trinchetta su proprio strallo. Il pescaggio di 180 cm è ancora valido per l'uso in Mediterraneo non precludendo che poche baie.

Bordo libero alto ma non eccessivamente pesante sotto il profilo estetico: sapiente l'inserimento della banda nera appena sotto la bella falchetta in profilo traforato d'alluminio.

Caratteristica propria della barca è comunque la doppia timoneria, con un secondo posto di pilotaggio all'interno in corrispondenza del carteggio, con timoncino a comando idraulico e relativa soprastante cupola in plexi-glass per il controllo a 360°. Non male. Si vede bene nelle prima delle foto degli interni che seguono, poi in successioni altri flash rubati sottocoperta.

















Il layout è quello classico del 12 mt central-cockpit con 2 cabine e 2 bagni, in aree completamente separate prua/poppa, e con zona living in posizione centrale; la zona armatoriale, con il bagno più spazioso, è quella di poppa.
Sarebbe la barca ideale per 2 coppie senza figli che decidessero di prenderla in co-gestione: spazi sufficienti per 4 adulti, con la giusta privacy per ciascuna coppia, e possibilità di dimezzare i budget. E poi tanto spazio a prua come prendisole per le signore durante la tanto agognata crociera estiva...














Sicuramente la costruzione non è eccelsa, specialmente le finiture interne non sono il massimo quanto a pregio di falegnameria, ma in compenso garantiscono praticità e non mancano i volumi di stivaggio: sull'Arno, la definirebbero anche in ragione delle sue performance veliche, tutt'altro che ambiziose, come la classica "barca-osteria", ma noi non siamo così pretenziosi, e ci limitiamo a proporla ugualmente, come ogni altro genere di barca, giacché -per fortuna!- estremamente vario è anche il palato degli armatori.

L'Italia del resto è stata caratterizzata negli anni 70/80 dalla nascita di parecchi cantieri nautici a gestione e produzione "ruspante", era il boom economico e la proposta del mercato nautico era -se possibile- anche più variegata, e questo personalmente non credo rappresenti di per sè un limite, anzi. Nè va oggigiorno cassata, o dimenticata peccando di dietrologia: anche perché oggigiorno il mercato dell'usato nautico è letteralemente gremito di proposte di questo genere, e che il cantiere si chiami "del Serchio" o ALBSail, o C.P.R. o MakoSail, in fondo cambia poco.
Si tratta comunque di barche spesso molto diverse tra loro, da costituire nel complesso una popolazione varia ed eterogenea, quindi già solo per questo utile alla scoperta di nuove possibilità. Eppure si trattava il più delle volte di barche di derivazione regatistica in ambito IOR, e questo Stratos in tal senso costituisce una vera e propria eccezione, che ne avvalora la particolarità.

Sicuramente si tratta sempre di barche che vanno valutate caso per caso, e possibilmente periziate, perché le economie che talora venivano effettuate in cantiere in sede di produzione possono anche facilmente tradursi in vizi che negli anni possono esser via via emersi: non dimentichiamo che molti di questi cantieri sono nel tempo scomparsi (non è questo il caso: il cantiere esiste ancora, lungo l'Arno, ma produce tra alterne fortune solo barche a motore, e nella sua storia rimangono solo scritti due modelli a vela, di cui questo è il più piccolo) e molti anche per problemi economici. Alcuni, come è noto ALBSail per esempio, avevano la fama di vendere anche barche in kit a diversi stadi di finitura, è questo non deve far sorprendere laddove si riscontrino differenze anche notevoli tra un'unità e l'altra (in questa scheda ve ne sono ritratte 3 distinte di Stratos), senza dire che basta l'età di queste imbarcazioni a spiegare la presenza di numerosi interventi di refitting, anche profondi fino al completo rifacimento degli interni, che gli armatori negli anni possono aver in proprio portato a termine.

Non si dimentichi però come, spesso, nelle produzioni di questi cantieri cosiddetti "minori" spiccavano nomi di progettisti tra i migliori dell'epoca, a testimonianza comunque di prodotti validi, e perché no anche longevi, a livello di contenuti progettuali: per i suoi due modelli prodotti i cantieri del Serchio andarono a ricorrere persino a German Frers per il 14 metri "STRATOS 2000" e al celebre studio di progettazione Cuthbertson & Cassian per questo "STRATOS 12" (mentre fu chiamato Vallicelli dalla C.P.R. per la famosa serie degli Ziggurat e Sciomachen dalla Mako Sailer per numerosi modelli della sua linea).
La linea di carena dello STRATOS semmai, a dispetto del nome della matita che l'ha disegnata, non eccede in originalità a tal punto da ritenere una malcelata lontana parentela con quella dell'ALPA 38 (poi diventata DULLIA 38, sempre con armo a ketch) firmata da S&S, ma la cosa non deve certo scandalizzare trattandosi in quel caso di un modello allora di grido, oltre che di un successo anche commerciale, e semmai anzi dovrebbe valorizzarne il giudizio.

Tutto ciò per dire, concludendo: che non si vuole rappresentare una perla rara quest'oggi con la "barca della settimana", ma dimostrare invece che anche una barca come codesta può ancora dignitosamente esser presa in considerazione, per la crociera comoda in famiglia per esempio, purché confacente alle proprie aspirazioni e "richieste di specifica al mezzo", oltre che con i propri mezzi economici.
Comunque si tratta di un piccolo pezzo di storia della nautica nostrana che merita in ogni caso di essere correttamente ricordato, pur nella sua giusta collocazione, e pure accanto ai nomi più altisonanti di quelle epoche che, altrimenti, rischiano nel confronto di cancellarla nella memoria e passarla definitivamente nell'oblìo.

Di seguito le foto di un altro esemplare ed infine una scheda con i dati tecnici salienti reperita in rete con i dati dimensionali e le (importanti) capacità dei serbatoi di bordo.














CANTIERE Cantieri Del Serchio
NAZIONE Italia
PROGETTISTA C&C design
TIPOLOGIA Cabinato - Crociera
ARMAMENTO Sloop
MATERIALE Vetroresina
CHIGLIA fissa
CLASSE CE A
PRODUZIONE di serie (su larga scala)
MOTORE kubota 50 cv
MISURE SCAFO
LFT 12,00 mt
LWL 10,50 mt
BAGLIO (max) 3,80 mt
DISLOCAMENTO 8500 kg
ZAVORRA -- kg
PESCAGGIO STANDARD 1,80 mt
PESCAGGIO RIDOTTO -- mt
RISERVA ACQUA 500 lt
RISERVA GASOLIO 350 lt
DISPOSIZIONE INTERNI
STANDARD cabine 2 bagni 2

5 commenti:

  1. La coperta e tutta un boccaporto, e anche la tuga "che non c'è" mi piace... e l'idea di guidare dal tavolo da carteggio "guardando il mondo da un'oblò" con il minitimone è fenomenale, tipo telecomando della WII!!
    Bella.

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  2. Lo stratos mi piace e non mi piace.
    Diciamo che mi suscita antiche emozioni con scarsa praticità attuale. Automobilisticamente parlando, una bella lancia beta, una alfa 1750, che se la vedi per strada fai OOHHH !! con un mezzo sorriso sulla bocca e pagheresti per farci un giro.
    La vedo giusta per tranquilli amanti del mare.
    Mi piace la sua linea "di una volta" visibile in navigazione e alata, mentre non mi piace il senso di scarso contatto con l'acqua che dà la poppa in ormeggio. (così anche i Koala ?)
    Personalmente mi piace il flush-deck, ottimo all'ancora ed in navigazione, ma che dà scarsa areazione ed un caldo non indifferente sottocoperta: come hai accennato, queste due zone saranno discriminanti nella scelta, ovviamente di esclusiva muliebre, di questo modello, così come il pozzetto un pò troppo piccolo.
    La scelta di sottoinvelarla (una sola crocetta?) dotandola di un motore "macina miglia" non è affatto malvagia, soprattutto per marinai della domenica (parlo per esperienza), e (correggimi se sbaglio) un albero più piccolo compenserebbe il bordo libero alto nel rollio della barca all'ancora. Vorrei un tuo parere sulla marinità complessiva: secondo te, come si comporterebbe in situazioni critiche, anche se solo di domenica?

    Permettimi una impressione personalissima: sento che questa barca ti ha interessato molto (forse per il discorso CC?) ma che non ti ha "emozionato", come altre prima di questa. :) Trovo giusta la scelta di parlare di cantieri italiani, vivi, nonostante tutto.

    Sempre bravo. Complimenti
    Gaetano

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  3. ciao e benritrovato Gaetano!
    prima le mie scuse: leggendo questo tuo commento mi son reso conto di non aver più risposto all'altro tuo, a proposito della rece del Moody! :-(( (comunque si: il paterazzo nel Moody è centrale, unico e perciò giocoforza con la sua landa piazzata al centro della poppa..)

    adesso parliamo di Stratos: mi piacciono i tuoi commenti, sono corretti e specialmente "visionari" quanto basta! ottimo il paragone del Moody con l'inglesina un pò sovrappeso, e altrettanto lo è quest'altro, a proposito dello Stratos rispetto ad una berlinetta d'antan!

    Quanto alle scelte progettuali: è evidente che è proprio sui dettagli di linea che viene esaltata al tempo stesso l'accento "demodè" (e non ho scritto "vintage", parola assai di moda invece, e di proposito..), e pure il sacrificio in termini di funzionalità!

    Della serie però che poi i conti si pagano sempre alla fine,pure a conferma nel sacro detto che in nautica niente è sicuro sotto l'esame severo del mare, dunque come scrivi correttamente è indispensabile per ponderare le scelte un attento esame dei compromessi, su barche datate più che mai!

    Preferisco un bello spazio prendisole a prua, o dormir fresco la notte?

    Preferisco andare a vela anche con la brezza diurna sbattendomi in regolazioni micrometriche, oppure muovermi sempre dando motore e godendomi la lettura di un bel libro?

    Scelte.. personalissime evidentemente, salvo forse solo l'aspetto sicurezza e marinità, dato che non dando mai del Tu al mare quell'elemento dovrebbe avere invece caratteri di oggettività nella ponderazione delle scelte: ed in tal senso mi sento di poterti confrotare circa l'ottima marinità di una barca come lo Stratos... carena profonda, slanci corretti, e con le giuste riserve di galleggiamento dove serve, con un armo gestibilissimo e sicuro al tempo stesso, studiato più per arrivare che per arrivar presto, e quando non basta, e la costa sottovento dovesse approssimarsi pericolosamente, anche la generosa motorizzazione è un conforto non da sottovalutare.

    Barca che mi piace, dunque. Interessante nella misura delle motivazioni che ho espresso nel testo, un best-price "intelligente" nel complesso, per chi non ha grandi pretese nè la puzzetta sotto al naso, mi verrebbe da dire: una barca d'antan, per marinai d'antan!

    (e con un bello spazio conviviale a bordo per accogliere felicemente gli amici in una ricca cena..)

    a rileggerci Gaetano, sempre un piacere ospitarti su queste paginette! (e lasciami il tuo contatto privato se non ti spiace, perché sul commento non appare)

    bv
    d

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  4. @Mauro: la Wii.. si si.. :-)))

    e contentissimo che la mia scelta ti sia piaciuta: stavolta ho anche scritto un pò meno e so bene che la cosa ti sarà risultata più gradita.. e digesta!

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  5. Adesso ho trovato questo blog, diciamo adesso l' ho letto, perché visto sito da tempo, ma lo consideravo una cosa... così, senza interesse.

    Invece è stata una piacevolissima sorpresa, bello e complimenti per gli argomenti e come vengono trattati.

    Tornando allo Stratos 12, era una mia vecchia conoscenza, l' avevo ormeggiato a fianco della mia, e sempre lo ammiravo. La trovavo una barca interessante per chi vuole viaggiare.

    Per me aveva ed ha un unico difetto: due mani di terzaroli già prese dal cantiere.

    Trovandolo a bassissimo prezzo sarebbe da sostiuire albero, vele ed invelarlo di più.
    Ma conviene?

    A parte il fatto che 80mq di tela su barca di 80 qli, una volta erano quasi una normalità.
    Forse in tirreno potrebbero andare bene, nelle ariette dell' alto adriatico, sono una penuria.

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