(pubblico con piacere l'esperienza "nordica" molto ben raccontata da Michele Antonelli sull'ultimo numero di dicembre 2009 di Bolina, insieme agli splendidi video in navigazione a bordo del meraviglioso Najad OKIPIK)
Dal Diario di bordo di Okipik 2/3 ottobre 2009.
L’ ultima tappa velica del 2009 per me era la Kiel- Henan (isola di Orust Nord di Goteborg), attraverso le isole della Danimarca, con passaggio sotto il ponte Storebro e rotta su Skagen per poi puntare a Henan. Con gli amici ADV l’ ultima volta abbiamo dovuto rinunciare causa vento forte da N e rottura della randa/tesabase sul boma.
Sono passate due settimane ed il maltempo non lascia alcuna speranza. Siamo entrati nell’autunno nordico e tutto si fa piu’ difficile. Penso addirittura di lasciarla a Kile per l’inverno. Nel frattempo la barca e’ rimasta in buone mani ed i fornitori si sono adoperati per riparare la randa e la manovra sul boma.
Consulto Windguru e pare che nel primo week end di Ottobre Eolo cominci a soffiare da SW. Qualche telefonata e due amici verranno da Goteborg, un ADV e’costretto a rinunciare per la short notice, peccato. Prendo un aereo ed un autobus e sono in porto. Effettivamente tutto e’pronto per la partenza, ci sono ancora 20 kn e domain venerdi e’prevista pioggia. Poco male, accendo il riscaldamento e vado nel ristorantino del marina di Laboe e ordino una zuppa di pesce tedesca. Non male ed a prezzi ottimi.
Si vive bene a bordo, sono con in compagnia del 3 libro di Stieg Larson che mi prende lo stomaco e la barca ondeggia leggermente nel porto. Chiudo gli occhi e sogno.
La mattina successive il traghetto della Stena line arriva in orario alle 9:00. Gli amici sono pronti e motivati: il primo mi ha venduto la barca, il secondo l’ha progettata e costruita. Rimpinguiamo la cambusa con pane, pomodori, fagioli, tonno, biscotti, piadine, acqua, birra, latte, cipolle e pasta. Carne, minestrine, caffe e il resto sono a bordo, riempiamo un serbatoio di nafta (male che vada andremo a motore) ed issiamo la randa alle 11 :00 am. Davanti abbiamo 250 miglia da percorrere in 40 ore max. Il ho il problema dell' aereo, gli amici di rientrare la domenica. Il vento ci dice buono ed anche il tempo. Ha smesso di piovere e c’e il sole. Guadagnamo l’uscita del fiordo di Kiel e puntiamo a NE verso l’isola di Longeland, detta anche la macchina del vento. Procediamo paralleli ma fuori al canale delle navi commerciali. Autopilota, plotter e radar accesi, come e’ bella la vela. Spegniamo il motore e si va gia’a oltre 8 nodi. L’ isola di Longeland a babordo e’ piatta ma ricca di vegetazione, preferiamo andare « controsenso », ma non diamo fastidio al traffico commerciale ed in piu’guadagnamo un po’di effetto venturi. Contiamo di essere sotto il ponte mitico dello Storebelt, nel Kattegat, che collega l ísola di Copenaghen a quella di Ondense. Una volta ci siamo passati in auto e mi affascinava vedere navi e barche a vela passare sotto questo gioiello ingegneristico. E’alto 65 mt, stavolta non guardero’ con tensione alla testa d’albero.
Vediamo qualche nuvolone all’orizzonte, ma il tempo e’bello e si vola. consumiamo un pasto veloce e rimandiamo a piu’tardi la cena. Non si balla, la musica ci accompagna. Eolo ci avvisa ma tardiamo ad prendere una mano di terzaroli. Il groppo ci becca a 25 kn poi 30. Riduciamo la randa e continuiamo,superiamo i 9 kn e, incredibile, il vento e’sempre al traverso. Osserviamo i turni e alle 5 scendo sottocoperta per una cena anticipata. Uscendo allo scoperto nel Kattegat e con il traffico navale che aumenta, sara’ bene essere sobri. Penne al sugo di vitello con spezie del Ceylon e Madagaskar. 500 kg in tre e non avanza niente. Il morale dell’equipaggio e’alto, lo stomaco pieno e scorgiamo il pote che e’almeno a 10-15 miglia. Alle 20 :00 abbiamo percorso 68 miglia e ci prepariamo a passare sotto il ponte, foto di rito, anche la luna e’con noi.
E’il mio turno di riposo, sono infreddolito, mi svesto e rimango al carteggio dove seguo radar e plotter. Traccio la rotta per la notte. Il segnale AIS generato dalle navi e molto utile e mi diverto a scoprire chi sono, dove vanno e soprattutto se mi vengono addosso. Un grosso cargo sopraggiunge a poppa e mi segnala con un solo colpo di sirena che mi sta superando a babordo, ottima ragione per poggiare ed uscire dal corridoio. Il pomte e passato, cominciamo a seguire le boe luminose rosse, perche’saliamo da Sud verso Nord.
Le carte riportano rotte comerciali prestabilite e sicure. La rotta T, poi la A, poi la B, la F permettono di navigare in acque sicure e con fondali piu’alti, ma che in genere sono fra i 10 e 20 metri. Procediamo bene, mando l’equipaggio in cuccetta e resto di guardia sino all’una. Sorseggio un caffe forte e lungo conservato nel thermos, sono ben sveglio. L' autopilota e’il nostro quarto uomo, mi soprende per come bene lavori con vento portante, quasi in poppa piena. Lasciamo Kalundbord a dritta e puntiamo su Grena, il vento e’cresciuto a 25 kn e anche l’onda. Adesso e’decisamente Sud West e le previsioni danno F 7. I venti sono portanti e nella buona direzione, preferisco non preoccuparmi. Da Goteborg un amico ci informa che forse e’meglio restare ridossati e una volta sotto l’isola di Laeso decidere se puntare a Goteborg e tagliare, oppure puntare dritto all’isola di Gullholmen dove ci piacerebbe cenare. Infilarsi nei fiordi svedesi di notte e’una bella sfida per la chiglia. Continuiamo ed il vento cresce adesso e’stabile fra 25-30 nodi, procediamo solo con la randa ridotta. L’onda pero’e’cresciuta e si balla. Strambiamo 2-3 volte e anche quando e’ intenzionale e’ troppo violento. Non facciamo danni per fortuna non per bravura, ma e’pericoloso. Con 30 kn chiudiamo la randa e apriamo il fiocco. L’andatura migliora, procediamo a 8.5 kn e la barca e’molto piu’stabile. Verso le 2 saremo al traverso di Laeso, telefoniamo nuovamente al nostro amico che annuncia peggioramento in vista : Gale F8 e nevischio. E troppo rischioso uscire dalla protezione dello Yilland e puntiamo a Nord. Sul plotter scorgiamo non meno di 50 navi alla fonda fuori Skagen. Che sia un segnale ? Il vento e’forte ma si procede veloci. Siamo un’ora in anticipo sulla tabella di marcia, decidiamo di tagliare e puntare a N di Goteborg. Uno degli amici, mi prepara dicendomi che stiamo per incontrare Mr. Big Skagerrak, che in genere porta con 2 Forze in piu’rispetto al piccolo Skagerrak ( che e’quello con cui abbiamo gia’fatto conoscenza). Si balla poco e grazie ai cerotti di scopolamina che abbiamo incollato tutti e tre dietro l’orecchio posso passare tranquillamente piu’tempo sottocoperta. Mi faccio una doccia calda, mi cambio e mi stendo in poltrona. Ancora 5 ore ed e’fatta mi dico. Sonnecchio ed ad un certo punto sento sbatacchiare violentemente cime, bozzelli, carrello e fiocco. Tutto quello che c’e’sul divano in quadrato mi vola addosso ed in faccia. Sento grida in coperta, cerco di risalire sulla scaletta e giu’di nuovo, lo scafo si piega e mi ritrovo seduto sul tavolo da carteggio. Deve essere stata la seconda straorzata. Finalmente apro il tambuccio e vedo una scena da inferno. Il vento e’a 50 kn il mare e’schiacciato e sullácqua un metro di spruzzi. Il fiocco e’ in bando e sbatacchia. Noto un po’di panico. Afferro la cima dell’avvolgifiocco e dopo qualche lungo secondo e attorno al potente winch elettrico. In pochi secondi la vela e’chiusa e si balla da morire, l' onda e’ confusa e léquipaggio pure. Sono bagnato fradicio no indossavo stivali, mi riscalda solo l’adrenalina, impiego del tempo a rimettere cerata e stivali e riprendere il timone. L’equipaggio e’in pozzetto, legato e procediamo seguendo l’onda. Il problema e’che siamo nel mezzo del frullatore dove i due mari si incontrano. Penso : Mr. Big Skagerrak, nice to meet you. Sono costretto a poggiare, ma perderemmo acqua. L’onda e’fastidiosa e lo scafo e’ sollevato di qualche metro. Stimo le onde ormai a 3 metri, ma il problema e’ che sono incrociate. Ma sono tranquillo.
Il vento scende a 35, poi a 25 sembra di essere fermi. Una nave di salvataggio ci sfila a 100 metri nella nebbia, un po’ ; ci rassicura, siamo sul canale 13 ascoltiamo che siamo in piena burrasca a F 9. Eccole, mi dico, le condizioni nordiche, ci siamo fatti frullare e sbatacchiare un po’ma tutto sembra essere sotto controllo. L’ unica preoccupazione e’ nata quando abbiamo dovuto procedere a motore con vele chiuse : non riesco a sentire il rumore del motore per quanto e’forte il vento, mi concentro sul contagiri e questo basta a virare di 90 gradi e trovarsi sulla rotta sbagliata e sull’onda sbaagliata. Il groppo passa, comicio a capirci qualcosa delle onde, ma andiamo troppo lenti. Il vento apparente e’ a kn 20, apriamo meta’fiocco e ritorniamo a procedere velocemente, l’onda e’corta ma alta, lo scafo scende a oltre 11 kn. Il problema non e’ quello di cui discutiamo spesso sul forum : qui il problema non e’accelerare, bensi rallentare. La decisione e’presa : punto a 50 gradi E, entreremo a Mollosund, porticciolo che conosco e solo a 20 miglia dalla destinazione finale. Mancano 25 miglia , Mr. Skagerrag, sorry Big Skagerrak, ci compensa con uno squarcio di sole. Uno degli amici che conosce gli scafi dal tavolo da disegno si ritira sfinito in cuccetta dove c’e’gia’il riscaldamento acceso. In pozzetto parliamo o meglio gorgogliamo, l’ aria si e’fatta fredda. Comincio a temere che sara’un atterraggio notturno molto sportivo. L’accesso diretto verso l’isola di Lyr e’investito dalle onde che non sembrano decrescere. Il vento nel frattempo e’ritornato a 30 Kn. Questa volta siamo rapidissimi, tolto il fiocco si procede le ultime 13 miglia a motore, ma l’ onda continua a cerscere, siamo oltre i quattro metri. Tutto sommato e’ meno confuso, ma comincio a temere che guadagnato la costa le cose peggioreranno. Montagne d’acqua ci passano di lato e l’ amico in pozzetto mi dice di non guardare dietro. La voce e’ tremolante non so se per il freddo o altro. Adesso non le vedo….le sento. Lo scafo si solleva e poi scende. Stimo l’onda a 6 metri e penso gia’alle esagerazioni attorno al bicchiere di rhum al pub. Non c’e’ ne tempo ne voglia di fotografare. Man mano che ci avviciniamo ingrandiamo le carte sul plotter. Dovremo passare fra una secca ed un isolotto al buio. Mi rendo conto che la navigazione e’tutta elettronica, in pratica navighiamo come un pilota di aereo fra le nuvole dense. L’onda e’maestosa ma gestibile, sono affascinato lo scafo si comporta bene ed ha sempre la prua fuori dall’acqua. Mancano 3 miglia all’ingresso e si vedono le lucine di Mollosun, il problema e che ci sono scogli ed isolotti davanti e quindi siamo senza riferimenti luminosi. Lónda e’scesa a tre metri ma con il buio e’una faccenda complessa. Finalmente la luna quasi piena fa capolino e ci illumina davanti. Scorgo lísolotto da 200 mt a destra, forse meno e mi tengo la secca di 5 mt a sinistra. Se non ci fosse lónda ci passerei sopra. Siamo tutti e tre in pozzetto a guardare tutti i possibili riferimenti. Siamo tesi ed Usiamo un faro potente per guardare a prua. Finalmente vediamo un cancelo di ingresso : luce verde a destra e rossa a sinistra. Non sono segnate sul plotter, ma va bene. Entriamo al centro del passaggio che e’largo almeno 50 metri. FInalmente siamo al riparo, punto sul porticciolo che gia’conosco e mi ormeggio allínglese su un Banavia 49, ormeggiato in banchina. Siamo arrivati sani e salvi : sono le 20 :00 di sabato abbiamo percorso 239 miglia in meno di 33 ore. Sono contento dell' equipaggio che ha accettato di accompagnarmi in questo trafserimento non facile. L’amico progettista e’contento e riflette sulle migliorie da apportare. Ne parliamo attorno ad un tavolo in pizzeria, con una pizza calda ed un buon boccale di birra Mariestadt.
Telefoniamo alle famiglie e le riassicuriamo. Domani avremo 20 miglia ma saremo sempre al riparo…o quasi.
Sfiniti sprofondiamo nel meritato sonno in cuccetta. Abbiamo riscaldato l’ ambiente, nessuno pens ache quei rumori sul ponte non sono I vicini, bensi dei ladruncoli di bandiere. La mattina ci accorgiamo che hanno portato via bastone e bandiera. La cosa mi infastidiche e per qualche ora issiamo bandiera svedese. Alle 8:00 siamo gia’sulla main road per aggiungere Ellos, il vento e’a35 kn ma conosco la rotta, un ultimo brivido per entrare fra dui e scogli dove I pescatori hanno sbarrato língresso con reti o nasse. Mi dico che se succeed qualcosa, saranno acidi, abbiamo un rope cutter sull' elica, mai come questa volta potrebbe essere di aiuto. Per fortuna non serve e dopo 20 miglia siamo gia’all’interno dove regna la quite ed il sole. Sistemiamo l barca e prima di lasciarla in cantiere per il winter storage, ci concediamo un lauto pranzo con i resti di cambusa. Il resto l’ho visto dall aereo. Mi spaventano le scie bianche del mare spazzato sugli silotti al rago. Mi dico : ieri eravamo in quela macchina del vento. E chiudo gli occhi.
bARCa bIsBetiCa con cIURmA fAmEliCA: quotidianità di famiglie a vele spiegate. Il diario dei nostri "sogni in mezzo al mare"... tra letteratura di bassa lega, geografia pelosa, visioni mistiche, cheek to cheek, uccellini che cinguettano, cibo, musica e poesia.
"Come faccio a spiegare a mia moglie che quando guardo fuori dalla finestra sto lavorando?" (Joseph Conrad)
mercoledì 2 dicembre 2009
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Grande Michele!
RispondiEliminaFinalmente vedo, anche se solo in video, la splendida creatura nordica.... ;-)
che meraviglia vero?
RispondiEliminauna pura bellezza nordica, Okipik è più bella di Senta Berger!