"Come faccio a spiegare a mia moglie che quando guardo fuori dalla finestra sto lavorando?" (Joseph Conrad)

mercoledì 9 marzo 2011

"Una questione di ordine"

"Ordine e precisione, sia sul piano culturale che materiale, sono condizioni indispensabili per l’efficienza di una nave e per la vita dell’equipaggio, e diventano addirittura condizioni vitali nei momenti di difficoltà.

Il limitato spazio disponibile a bordo, impone di mantenere una nave e un comportamento ordinati.

Un brano di Senofonte (Economico, VII, 11-17) risulta molto esplicito a questo proposito, presentandoci uno scrupoloso quanto saggio aiutante del "pilota", quello che, dice Senofonte, chiamano proreta,
intento a controllare l’attrezzatura della sua nave:

< Mi sembra che io vidi una volta l’ordine più bello e più preciso, Socrate,
quando salii su un grosso battello fenicio per visitarlo. Notai
moltissimi attrezzi distribuiti in pochissimo spazio, perché ci
vogliono moltissimi attrezzi di legno e cordame per far ormeggiare
e salpare una nave, e per navigare ha bisogno di molte delle
cosiddette attrezzature sospese, è armato con macchine belliche
contro le navi nemiche, trasporta molte armi per l’equipaggio e,
per ogni mensa, contiene tutte le suppellettili di cui gli uomini
si servono in casa. Oltre a tutto ciò, contiene le mercanzie che
il proprietario della nave trasporta per trarne guadagno. Tutto
ciò di cui parlo – disse – stava in uno spazio non più grande di
una stanza capace di contenere dieci letti. Mi resi conto che ogni
cosa stava disposta in modo che non fosse di impaccio all’altra.
Né la si dovesse cercare o fosse difficile da spostare, in modo da
non far perdere tempo quando c’era urgente bisogno di essa. Mi
accorsi che l’aiutante del pilota, quello che chiamano uomo di
prua della nave, conosceva così bene il posto dove stava ogni cosa
che, anche stando fuori, era capace di dire dov’era, e quanti
esemplari ce n’erano, non meno di chi conoscendo le lettere
dell’alfabeto, sappia dire quante lettere ha il nome di Socrate e
come sono disposte. Vidi anche, disse Iscomaco, che in un momento
di riposo ispezionava tutto ciò di cui si può avere bisogno in una
nave. Mi meraviglia, egli disse, di quest’ispezione, e gli chiesi
che cosa facesse. E quello rispose così: “Straniero, controllo,
nel caso dovesse succedere qualcosa, come sono conservate le cose
nella nave, se qualcosa manca o se è difficile da usare. Quando il
dio scatena la tempesta sul mare, disse, non è possibile andare in
cerca di quello che serve né si può impiegare un attrezzo
difficile da usare. Il dio è ostile ai pigri e li punisce. Ci si
deve accontentare se soltanto evita di distruggere quelli che non
fanno errori, e, se salva coloro che lo servono nel modo migliore,
si devono rivolgere molte grazie agli dei”. Io dunque, vista tutta
questa accuratezza nel mettere a posto le cose, dissi alla moglie
“Noi saremmo proprio trascurati se coloro che stanno sulle navi,
per quanto piccole, trovano il posto, mantengono l’ordine e la
disposizione delle cose, anche sballottati dal mare, e sono
capaci, anche in preda al panico, di trovare subito quello che gli serve.>
".


tratto da: Stefano Medas  - “Gli uomini e il mare: l’arte di navigare nel mondo antico” - Rivista ARCHEO agosto 2004 – De Agostini Rizzoli

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